É un caldo pomeriggio afoso e incontro Giorgio Prette nell’ufficio del Serraglio, una delle due nuove avventure del batterista milanese di cui parleremo in questa intervista insieme a quella dei Todo Modo.

Un fresco drink ci accompagna, sono attratto dal progetto TodoModo un progetto innovativo, un’idea originale che nasce dalla associazione tra il cantautorato di Paolo Saporiti e suoni nudi crudi ma molto ricercati di Xabier Iriondo e Giorgio Prette, che si possono ascoltare sul disco omonimo pubblicato per Goodfellas Records / Goodfellas lo scorso novembre 2015 .

Ciao Giorgio … Grazie per la disponibilità. Ci spieghi come nascono i Todo Modo?

Il progetto nasce da me e Xabier ed é nato subito con l’idea di un trio. La ricerca sonora, i suoni della mia batteria, le sperimentazioni e gli effetti di Xabier ci hanno portato inevitabilmente in quella direzione.

Quindi abbiamo deciso di strutturare il progetto. Ci serviva ovviamente un cantante, un frontman che fosse cantante ovviamente ed autore dei testi.

Xabier aveva già prodotto dei lavori di Paolo e lo ha proposto subito. Loro si erano conosciuti nel negozio di Xabier e da lì avevano iniziato a collaborare insieme. É stata in partenza una scelta particolare quella di mischiare i suoni miei e di Xabier e contaminarli con un percorso musicale diverso. Paolo é un cantautore particolare con tendenze più anglo americane, non nella accezione italiana del termine cantautore.

La scelta é stata anche quella di distaccarsi completamente dagli Afterhours con cui ho suonato 25 anni.

Già 25 anni…. Com’è suonare dopo 25 anni senza basso? Non é stato strano? 

É una cosa che patisco un po’ in effetti, ma non dal punto di vista musicale, non mi sento azzoppato nell’essere da solo a reggere la sezione ritmica, ma perché a me piacciono le basse frequenze.

Nella ricerca dei suoni, nella sperimentazione Xabier ha inserito una bass pedal degli anni ’70 che crea il tappeto sonoro dei bassi dei Todo Modo.

Rimettersi in gioco dopo i 25 anni con gli Afterhours, com’è stato per te? 

Non ho avuto grossi problemi nonostante avessi lasciato da poco gli Afterhours e rimettendomi alla batteria volevo capire se avevo ancora fuoco e idee. Avevo perso una vena creativa negli ultimi periodi e quando mi sono rimesso alla batteria ho scoperto che ho ancora tanto da dare e da dire e tanta voglia di creare e di suonare.

Non hai avuto il classico periodo di rigetto dalla musica?

Onestamente no. Quello che ha fatto la differenza é stato che, quando ho comunicato nell’estate del 2013 la mia volontà di lasciare gli Afterhours (il comunicato ufficiale sarà di novembre 2014), subito con Xabier abbiamo pensato di fare qualcosa di nuovo e insieme. Questo mi ha aiutato molto, altrimenti non so se avrei continuato a suonare. Ho avuto un periodo in cui andavo 3 pomeriggi alla settimana a suonare da solo in sala prove e avevo registrato più di 40 tracce ritmiche di batteria, che poi si sono rivelate molto utili nel progetto Todo Modo.

Come nascono, come scrivete i pezzi dei Todo Modo?

Abbiamo un processo triplice di scrittura: nel primo Paolo scrive testi voce e chitarra a cui abbiamo aggiunto le nostre parti musicali io e Xabier (Attentato, Togli le mani da lei), nel secondo io e Xabier abbiamo registrato delle basi e le abbiamo date a Paolo per scriverci i testi e questo ha modificato l’approccio di Paolo alle canzoni obbligandolo a modificare anche il suo approccio alla scrittura e al canto (Soffocare, alle volte, Il mio amore per te) praticamente un taglia e cuci: ovvero l’unione delle nostre basi musicali in cui spicca una batteria Low-Fi registrata con il mio telefonino in sala prove, a cui Paolo aggiunge i suoi testi. La terza e ultima è un classico ovvero tutti insieme in sala prove in classica sessione.

Secondo me hai cambiato suono e modo di suonare, sbaglio?

La mia intenzione era quella di avere una impronta diversa rispetto al passato, in realtà il mio modo di suonare è quello, quindi ho messo mano allo strumento. Ho modificato rullante e piatti che per me sono fondamentali per il suono finale e ora uso un rullante, comprato a Brooklyn, da 15″ molto più profondo rispetto a quelli tradizionali ed il risultato è quello che si può sentire nel disco dei Todo Modo.

Com’è stato tornare a suonare dal vivo in un locale su un palco con i Todo Modo?

Abbiamo fatto 12 date dal vivo molto belle senza pressioni, senza assilli, ed avendo un progetto nuovo sapevamo che ci serve tempo e non abbiamo fretta. Ci siamo divertiti parecchio. Da settembre inizieremo a lavorare al secondo disco, compatibilmente con gli impegni miei, di Xabier e di Paolo e poi penseremo ai prossimi live. Abbiamo già pezzi che Paolo ha scritto su cui abbiamo registrato le batterie, abbiamo sessioni di batterie pronte per essere colorate a cui aggiungere testi chitarre e altri suoni in cui il challenge sarà costruire la linea melodica vocale. L‘idea nuova per i prossimi live sarà quella di far suonare a Paolo il basso.

Parlavi prima del far combaciare i tempi e le esperienze personali che ognuno dei Todo Modo ha. So che da Luglio 2015 sei entrato anche in un’altra avventura che ti ha portato al di là della barricata. Vuoi parlarci del Serraglio?

Nel 2014 avevo un grosso vuoto, e i primi semi dei progetti TodoModo e del Serraglio sono stati seminati in concomitanza con l’ufficializzazione della mia uscita degli Afterhours (nov 2014).

Il Serraglio (Associazione ACSI) é un locale nato e pensato per eventi, musica dal vivo, dj set, teatro e cabaret in Zona Ortica (Via Gualdo Priorato, 5) a Milano, ho incontrato le persone giuste: Roberto, fondatore de La Casa 139 storico locale di musica dal vivo e Andrea del MOM uno dei locali più rinomati di Milano, e non potevo perdere l’arrivo di questo treno fantastico e io ci sono saltato su con entusiasmo, accorgendomi però che non avevo il biglietto…(ride di gusto).

Abbiamo aperto ufficialmente a Dicembre del 2015  ed finora è stato molto gratificante vedere e sentire la soddisfazione dei musicisti che hanno suonato qui e vedere apprezzati gli sforzi e il grande lavoro fatto per costruire il Serraglio. La grande soddisfazione che provano gli artisti nel venire accolti in un locale creato per la musica dal vivo, fatto da un musicista, perché questa volta ci sono io dall’altra parte della barricata…

Abbiamo curato come prima cosa l’acustica e poi alcuni particolari come il camerino che viene molto apprezzato, lo spazio all’aperto.

E poi finalmente ho una sala prove con un palco di 50 m, quindi proviamo in una situazione da live vera; spesso é difficile riprodurre fedelmente quello che viene fatto in sala prove.

Si sente davvero tanto entusiasmo e tanta energia che si sprigiona dal disco dei Todo Modo e che si respira quando si viene al Serraglio.

Grazie Giorgio in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

Grazie a Te e a presto.

Valerio Vergani

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