EGLE SOMMACAL
“L’ATLANTE DELLA POLVERE”
Sangue Dischi – Fallo Dischi – Martire Records
Uscita 15/04/2016
A due anni dalla pubblicazione de “Il cielo si sta oscurando“, Egle Sommacal dà alle stampe il nuovo lavoro solista intitolato “L’atlante della polvere“, ennesima tappa di un viaggio silenzioso nelle cavità delle emozioni, compiuto attraverso un lavoro di riflessione profonda sulla condizione umana. Nella scrittura di Sommacal si percepisce una urgenza espressiva che colpisce per lo spessore di autenticità con cui viene analizzata la vita ed i suoi fenomeni collaterali, il pulviscolo atmosferico delle sensazioni, oltreché il linguaggio della natura il cui alfabeto inscrive un’appartenenza nel destino di ciascuno. La prospettiva della musica in questo senso viene sovvertita, divenendo lente di ingrandimento dei contorni delle cose e di tutto quello che ci lasciamo sfuggire di continuo. “L’atlante della polvere” è tutto questo, il resoconto di una indagine intima ed ancora in corso del movimento che trapassa la vita come fosse un corpo trafitto da un’energia incontenibile, oppure come un fotogramma che imprigiona un attimo nella condanna di una sospensione eterna. Egle Sommacal è parte integrante del suono dei Massimo Volume, in un dualismo perfetto con Stefano Pilia, autore tra l’altro dell’ottimo “Blind Sun New Century Christology”; possiamo dire però che nella dimensione solistica il nostro riesce a raggiungere una quadratura ancora più naturale all’interno della quale troviamo una cifra personale declinata in un linguaggio maggiormente votato al classicismo espressivo e di una ricerca i cui echi rimandano, tra gli altri, alla sensibilità di Jorma Kaukonen. L’arpeggio dell’iniziale Inno a qualcosa che non ricordo è l’essenziale, la rinuncia al superfluo, così come la successiva La città dei coltelli è puro fingerpicking cadenzato su un’ accordatura aperta che sembra raccontare una corsa ad occhi chiusi. Fantasmi è l’onomatopea della pioggia che cade sul viso, mentre la successiva Il poeta Rheinher dipinto dal pittore Felixmüller (12.06.1025 Berlin – Charlottenburg) ha un incedere austero e stratificato. Il tintinnio di Seravella nella neve racconta di passaggi a livello e di treni che passano veloci, dopo la brevissima Un pezzo di carta attraversa la strada spinto dal vento, si ferma pochi istanti su un cespuglio e poi sparisce dietro un angolo troviamo le rifrazioni ebow di Natura I, l’unica traccia più avanguardistica dell’album. In chiusura la malinconia di Fiori per il tuo compleanno come pietra miliare posta sul limite della via a segnare il confine tra reale e immaginario. “L’atlante della polvere” è un album impressionistico costruito con cura ed attenzione, il cui minimalismo veicola il linguaggio segreto e scandaloso del cuore.
Giuseppe Rapisarda
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