L’elettronica e alcune sue diverse sfumature sono state le protagoniste del primo giorno di questa edizione del TOdays. La kermesse si è aperta alle 19 con i torinesi Pugile che in un assolato tardo pomeriggio hanno iniziato a far ancheggiare l’ancora timido pubblico. Il cambio palco è stato veloce ed efficiente per prepararlo all’altro gruppo che suonava in casa, i Niagara. Dopo la mezz’ora abbondante celermente lo staff ha preparato tutto per l’artista seguente, il sottofondo di un instrumental folk dal sapore sardo ci suggeriva chi avremmo ascoltato dopo poco. IOSONOUNCANE si è presentato nell’ormai assodata formazione che lo ha portato in questi mesi in giro per lo stivale. Un lato del palco era occupato da lui, la sua stazione synth e la chitarra acustica a portata di mano, mentre nel lato opposto c’era la corista con vari campanacci e strumenti. Decisamente electro l’apertura con “Tanca” mentre sulla fine è stata forte la componente acustica nell’uso della chitarra e nella voce della corista in “Stormi”, per poi diventare tutto martellante in chiusura con “Mandria”.
 

IOSONOUNCANE

 
Lo stage si è trasformato del tutto per accogliere la band francese M83, tante luci sul palco a diverse altezze e dei neon roteanti che catturano per i movimenti e la luce spaziale emessa. Molta grinta, effetti di luce e un pubblico in visibilio. Potete immaginare la reazione del pubblico a “Midnight City”, eseguita su uno sfondo scuro con delle lucine che riproducevano il cielo notturno di una sera d’estate infiammata dalla loro musica e fasci di luci multicolor. Finito il live è stata inutile la corsa verso il Museo Ettore Fico per l’esibizione di Calcutta insieme ad un coro gospel, niente live per noi. L’evento era gratuito ed è andato sold out con più di tre ore di fila per gli appassionati, così noi restiamo fuori.
 

M83

 
L’ultima parte della serata si è svolta nella suggestiva location dell’ex fabbrica Incet. Ottima l’apertura del chitarrista Spaccamonti con i suoi suoni sperimentali, ma il pubblico attendeva lui, il big dei big del festival, il maestro John Carpenter. I resti di un’era, quella industriale, che ha segnato la città torinese, e una delle icone del cinema mondiale si sono fusi in maniera perfetta nel live di Carpenter. Ripercorrere la carriera cinematografica e adesso musicale del maestro è stata un’esperienza unica. Le immagini, i suoni, le acclamazioni del pubblico, i vari generi cinematografici raccontati con clip e musica: tutto questo è stato un viaggio inedito nel mondo del cinema e della musica.

CARPENTER

Per chi aveva ancora voglia di musica e di ballare il Varvara ha portato nell’Open Incet la minimal di Regis e Veronica Vasicka. Da segnalare: l’alta tecnologia musicale portata sul palco dagli M83, la reazione del pubblico ad ogni traccia di Carpenter e l’efficienza degli addetti ai lavori nei cambi palco.
 
Federica Monello
 
 
 
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