Ho fatto una piacevole chiacchierata con Floriana Barilari, in arte Doremiflo, cantautrice genovese dal grande talento artistico. Artistico in tutti i sensi, perchè prima di diventare cantante è stata una pittrice, anzi, in realtà ha preso una tela nuova in attesa di essere dipinta. O cantata?

Il 14 maggio scorso è uscito “L’amore 3.0”, in cui racconti “l’amore ambiguo, l’amore tecnologico, l’amore al di là di uno schermo, l’amore nato e vissuto sul web”, come si legge sul comunicato stampa. C’è qualcosa di autobiografico o si tratta di una riflessione generale?

È una riflessione generale su come si sta vivendo la quotidianità oggi, amore compreso. Capita spesso che si chieda un appuntamento o una uscita via messenger, esistono siti di incontri, chat hot, ce n’è per tutti i gusti direi… E mi piaceva parlarne in un modo diverso dal solito. I social network e la vita virtuale si stanno sostituendo in parte alla vita reale, non possiamo più far finta che non esistano, anche se spesso se ne abusa. Personalmente mi è capitato qualche volta di ricevere complimenti o avance su facebook, ma diciamo che questa versione di “amore 3.0” preferisco solo cantarla!

La musica ti accompagna sin da ragazzina, ma in realtà volevi fare la pittrice… Raccontaci se hai abbandonato totalmente l’arte pittorica o ancora dipingi per diletto?

Si è vero, da piccola volevo fare la pittrice, seguivo mio papà nelle sue uscite en plen air, con cavalletto tela e pennelli. Ho seguito studi artistici e mi sono poi specializzata nel graphic design. Ho fatto qualche mostra in gallerie genovesi e negozi che esponevano. È da lì che è nato il mio nome d’arte Doremiflo: era il titolo di una mostra personale fatta nel 2010. Durante gli studi ho approfondito l’uso del colore e l’ho poi trasportato nella pittura, rigorosamente acrilica, veloce di concetto e anche un po’ materiale. Ogni quadro un colore, ogni quadro una canzone, sì perché arte e musica sono le due arti che meglio elevano lo spirito e raggiungono persone di cultura e strato sociale diversi. Così ciò che non riuscivo a spiegare a parole lo facevo, o meglio cercavo di far “sentire” attraverso le note di una canzone. Oggi mi sto dedicando più alla musica che all’arte, diciamo che sto mescolando le due cose, curo personalmente la mia immagine e tutta la mia comunicazione grafica, è un po’ come dipingermi un vestito addosso! Ma ho già comprato qualche tela, è lì che mi aspetta, bianca, le idee sono quasi pronte!

Ti piacerebbe partecipare ad un Talent show televisivo?

Forse si, forse no. Sì perché credo sia un’esperienza di forte crescita personale e artistica, non fosse altro perché si lavora al fianco di persone che della musica ne hanno fatto vita e saprebbero dare consigli e aiuti su come perseguire questa strada. Sì perché sarebbe una vera “botta di vita”. Sì perché potrebbe essere l’inizio di un sogno. No perché per una idea mia personale, preferirei tenere stretta la mia libertà, e non ricadere nell’etichetta del “ha partecipato a…”, che talvolta diventa una vera e propria ombra.

C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

Punto in alto 🙂 mi piacerebbe collaborare con Dolcenera o Carmen Consoli. La Consoli è sempre stata il mio mito, il suo modo modo personale di entrare nella musica dei grandi mi ha dato la spinta per trovare una mia strada, e Dolcenera trovo che negli anni sia riuscita a rinnovarsi musicalmente e come immagine più di tanti altri, e poi mi fa ridere! Anche Nek mi piace moltissimo, il suo timbro vocale e i suoi occhi magnetici! Fra gli emergenti mi piacerebbe fare qualcosa insieme a Cassandra Raffaele.

Cosa pensi in generale della situazione della musica italiana attuale? Ritieni sia complicato fare strada oppure esistono alcuni spiragli per gli emergenti?

Esistono spiragli ma sono difficili da avvistare, grandi palchi piuttosto che radio e tv non fanno un cantante. La cosa importante credo sia perseverare, trovare una propria identità musicale e lavorare fortemente sul progetto nella sua integrità, dalla composizione alla resa live, dall’interazione con il proprio seguito alla gestione della propria immagine pubblica. Non dico che debba essere tutto studiato a tavolino perché altrimenti perderebbe credibilità e freschezza, ma niente deve essere improvvisato, allo stesso tempo e con la stessa misura tutto deve assolutamente essere misurato in base alle proprie aspettative e disegnato sulla propria personalità. Non so come dire, discograficamente sono tante le cose a cui bisogna pensare che devono funzionare, ma la prima cosa che deve funzionare siamo noi con noi stessi. Forse è proprio lì la vera forza. Oltre che un pizzico di fortuna, che non guasta mai!

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