I Paradisi nascono a Milano nel 2012. Le sonorità d’oltreoceano, con particolare rifermento alla psichedelia 60’s e al rock dei primi anni ’70, sono il terreno in cui il gruppo affonda le proprie radici, per dare vita alla propria visione. Non mancano incursioni nel blues e nella canzone d’autore italiana della medesima era, a far da sfondo a testi che si muovono in chiaroscuro, tra irrazionale e pensiero, in un continuo contrasto tra ciò che è reale, e quello che si percepisce come tale. Lungo questo corso scorre Dove Andrai, in uscita a ottobre 2016. Conosciamoli insieme con questa intervista!
 
Dove Andrai  è il titolo del vostro nuovo lavoro in uscita ad ottobre: di cosa parlano le tracce che lo compongono?
“Dove andrai ” racconta il viaggio che ognuno di noi compie e che comincia dentro di sé. Percorrendo una strada  sempre più impervia,  tra illusioni e menzogne che condizionano la nostra esistenza,  cambiando il mondo è la percezione che ognuno ha di esso. Tutto questo ci porta a una pigra condizione di adattamento o, al contrario, ad una continua lotta contro il tempo e le proprie emozioni,  tra dubbio e certezza, pazzia e ragione.
Quando nascono I Paradisi e cosa vi lega più di tutto?
I Paradisi nascono nel 2014 chiudendo l’esperienza dei Paradisi Noir. Sicuramente, per quanto scontato, ci legano la passione per gli stessi artisti  ed una certa attitudine per la musica, ovvio l’amicizia maturata negli anni, i sogni, gli incubi a seconda del nostro umore.  Fondamentalmente siamo un gruppo di pazzi isterici con manie depressive,  alcolizzati e fortemente inclini al sesso. Forse stiamo iperbolizzando un po’, ma l ‘iperbole è pur sempre una verità , anche se perde le staffe!
Avete mai preso in considerazione l’idea di partecipare ad un talent show?
No! Non siamo fatti per i talent e i talent non sono fatti per noi.
Da un punto di vista prettamente musicale, quali sono le caratteristiche essenziali delle vostre sonorità?
Senza fare nomi (forse di facile intuizione) certamente il nostro suono risente delle influenze di artisti e band rock’n’roll anni ‘60/ ‘70 d’oltreoceano, così  come britannici. Non dimentichiamo quanto di buono – e ci sono parecchi esempi fino ad epoca recente – fatto qui in Italia anche in ambiti più cantautorali. Tuttavia abbiamo assimilato anche sonorità più contemporanee, c’è chi tra di noi è un vero onnivoro in termini musicali. Parlando del nostro modo di fare musica,  ci piacciono le distorsioni, così come le armonie, anche vocali, le ritmiche marcate e gli arrangiamenti più ricchi qualora ne sentissimo il bisogno in una canzone. Poi dal vivo tutto riprende la sua logica primitiva.
Quali sono secondo voi i punti di forza e le debolezze dell’attuale panorama musicale italiano? E in che modo la vostra esperienza si colloca all’interno di questa realtà?
Crediamo che nel nostro paese ci sia forse solo troppa tradizione (che è anche un punto di forza),  ma poca cultura musicale, e questa è una grande debolezza. Il pubblico, o l’ascoltatore, andrebbe educato non a guardare i talent dove si cantano canzoni di altri, ma ad aprirsi a sconosciuti che cantano le proprie. Dovrebbero andare ad ascoltare gruppi indipendenti nei locali come succede in Gran Bretagna, Germania, Nord Europa e paesi dell’ Est, per non parlare degli USA,  altrimenti ci saranno solo sempre più interpreti, molti dei quali di una stagione, ma sempre meno artisti, cantautori o valide band. Questo è il business che hanno voluto le case discografiche italiane. Le realtà indipendenti continuano ad esserci nonostante tutto, ed è un bene. Sempre che anche qui le logiche di appartenenza e una certa omologazione con ciò che viene indicato come “figo” e di tendenza non le rendano uno specchietto per le allodole. Un contenitore vuoto, o lo stesso contenitore solo replicato.
State già pensando al tour? Potete anticiparci qualcosa?
Ci stiamo muovendo per organizzare delle date di presentazione su Milano e provincia come prima cosa, contestualmente all’uscita del disco in ottobre. Cercheremo poi di promuovere la nostra musica nel resto del Paese. Non ci precludiamo inoltre anche situazioni acustiche, se saranno in contesti che sentiremo nostri. Vi aspettiamo in giro!
 
a cura di Laura De Angelis
 
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