Una bella chiacchierata in compagnia dei The Lemon Squeezers che, in questa intervista, ci presentano il loro quarto album, Pop Hurt, e ci conducono per mano dentro al loro universo musicale. Buona lettura, amici di UrbanWeek!
Pop Hurt è il vostro quarto album: in che modo si inserisce nella vostra produzione? Quali sono le novità e cosa, invece, è rimasto uguale rispetto al passato?
La produzione di “Pop Hurt” si è generata da una costante ricerca di novità stilistica dovuta ad una necessità di trasmettere ciò che ci appartiene e identifica di più in questo momento. Il cambio di rotta si è consolidato circa tre anni fa, in maniera quasi immediata: ispirati principalmente da artisti come Moloko, Caravan Palace e Parov Stelar abbiamo deciso di inserire una nuova strumentazione elettronica, synth, nuovi beat, suoni e un nuovi groove più martellanti. Questa necessità di cambiamento ci ha costretti ad abbandonare numerose bozze di brani, ma ci ha regalato numerosi stimoli per nuove composizioni. La chiusura di questo disco si è fatta attendere parecchio: per circa un anno e mezzo tutto il gruppo si è sentito molto coinvolto nella scelta dei suoni, degli stacchi e delle ritmiche, e l’esperienza di Marco (il nostro batterista) in materia di produzione ha indicato una direzione precisa verso ciò che tutti eravamo intenzionati a ottenere: un disco che non fa stare fermi.
“Pop Hurt” lo consideriamo un progetto discografico che per noi è stato molto impegnativo e ci ha messo parecchio alla prova, ma il risultato è stato raggiunto comunque in maniera naturale, sperimentando costantemente le nostre capacità. Rispetto al passato è stata mantenuta la voglia di creare ciò che ci passa per la testa. In tutti i nostri dischi, fin dalla pubblicazione di “Notte” (2004), si riscontra un’eterogeneità di stili tra un brano e l’altro. In “Pop Hurt” sono tutti fortemente accomunati dalla stesso mood e allo stesso tempo easy-listening, tutti caratterizzati da una dominante componente pop.
Di cosa parlano le 11 tracce che compongono il vostro ultimo disco? E’ possibile rintracciare un filo conduttore?
I testi di “Pop Hurt” parlano di esperienze personali, sia realmente successe, sia oniriche. Laura, la nostra cantante, che si occupa anche della stesura dei testi, si ispira molto a tutto quello che la circonda direttamente, a quello che sogna e che la segna, alle persone che incontra, ai rapporti umani. Sono tutti frammenti della sua personalità e delle sue esperienze che lei decide di mettere nero su bianco, a volte in forma diretta e facilmente comprensibile, a volte attraverso metafore e giochi di parole volutamente più difficile da capire.
Da un punto di vista prettamente musicale, Pop Hurt è un lavoro che vede al proprio interno soluzioni stilistiche differenti, dall’electro swing al dubstep, planando spesso su atmosfere funk e soul: siamo curiosi di conoscere le ragioni alla base di questa mescolanza di generi!
L’evoluzione di cui parlavo prima riguarda proprio questo aspetto. Non volevamo sederci su un genere specifico e confinarci entro limiti stabiliti da qualcun altro prima di noi. Volevamo trovare una formula che andasse a coprire molti stili e che rispecchiasse le persone che siamo oggi. Capito questo poi ognuno ha messo del proprio. Siamo sette persone differenti, con gusti differenti e non esiste una figura più importante degli altri all’interno del gruppo. Ognuno ha voce in capitolo, sotto tutti i punti di vista. A volte le influenze sono anche inconsapevoli: rimaniamo spesso colpiti da un artista o da una canzone e, senza rendercene conto, inseriamo degli elementi caratteristici degli ascolti che ci sono rimasti impressi dentro alle nostre composizioni.
Quando nascono i Lemon Squeezers?
Il Lemon Squeezers nascono nel 1998 come ska-band. Da quell’anno ad oggi la nostra formazione ha subito alcuni cambiamenti, e ogni album racconta una storia diversa. Potremmo dire che siamo nati almeno 4 volte tra il ’98 e il 2016.
Che idea vi siete fatti dell’attuale scena musicale italiana e in che modo la vostra esperienza artistica si colloca all’interno di essa?
La scena musicale italiana è una vera e propria esplosione di band, soprattutto nell’ambito underground/indipendente. La nostra esperienza artistica vede numerose partecipazioni a festival principalmente localizzati nel nord italia, anche di una certa importanza, ma le line up in cui siamo andati ad inserirci fino ad oggi ci hanno fatto capire che siamo decisamente diversi dall’offerta artistica italiana. A volte è un pro, a volte può essere una difficoltà.
Dove potremo sentirvi live?
Le prossime date saranno principalmente nel nord e centro Italia. Per l’autunno stiamo pianificando altre date appoggiati dalla nostra agenzia booking Maninalto! Booking & Management. Siamo molto contenti di partecipare al festival de L’Osteria del Cicchio di Avigliano Umbro in provincia di Terni l’11 Agosto. Potete rimanere aggiornati su tutte le nostre date consultando il nostro sito alla pagina www.lemonsqueezers.it/concerti oppure la nostra pagina Facebook www.facebook.com/lemonsqueezers
a cura di Laura De Angelis
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