La Rivolta Records
Uscita 13/05/2016
“Le Nostre Guerre Perdute” è l’album d’esordio de La Municipàl duo composto dai fratelli leccesi Carmine e Isabella Tundo, i quali confermano il trend di fermento di una scena musicale alternativa, quale quella salentina, attraversata da un’attitudine divisa tra la malinconia della canzone d’autore ed intarsi electro-pop. Le dodici tracce della tracklist non sono altro che ritratti sommessi di una dimensione emotiva in cui trovano posto le aspettative disattese, la luce meridiana della provincia, le distanze incolmabili dei ricordi e le partenze per andare non si sa dove. Se c’è una cosa di cui sono dotati Carmine e Isabella è quella della costruzione della melodia, semplice e dritta, con l’aggiunta delle sovrapposizioni vocali che ricordano il dualismo tra Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi dei Baustelle, con una resa finale meno intellettualistica. In qualche modo i Baustelle sono il principale metro di paragone grazie al quale non solo troviamo elementi di vicinanza con la scrittura e la visione artistico letteraria di Bianconi, ma anche di distanza in un suono che cerca di svincolarsi dai sentieri battuti per incamminarsi verso la conquista di una direzione personale.
Possiamo dire che l’album rappresenta una prova di intensità per il presente ed un ottimo viatico per il futuro, tanto appare sincero e particolarmente a fuoco in alcuni brani dai quali si trae la percezione di grandi margini di miglioramento. L’opener Lettera dalla Provincia Leccese colpisce per la ricchezza dell’arrangiamento e per un ritornello che si appiccica alle orecchie facilmente, così come Discografica Milano, dotata di un bel gusto per le melodie cristalline e pulsanti. Bella poi George (Il Mio Ex Penfried) con il racconto delicato di quella nostalgia adolescenziale che non ci abbandona mai, mentre con la toccante L’Universitaria Fuori Sede i toni rasentano lo spleen di Vasco Brondi. Se 30 Febbraio, uno dei vertici dell’album, ha un tiro irresistibile che ti entra sottopelle senza accorgersene, Le Ferie di Metà Settembre è la stretta al cuore dei ricordi andati via. Valentina Nappi condivide l’ironia amara di Max Gazzè, Il Mercante di occhi ha un incedere che è il marchio di fabbrica dei nostri, con tutta la drammaticità conferita dal finale profluvio di archi, e Se potessi ti salverei dalla fine del mondo ha una grande ed inaspettata intensità. Caviglie stanche (unplugged version) chiude il viaggio con una uscita in punta di piedi e con la pioggia che scende leggera.
“Le Nostre Guerre Perdute” è come un diario segreto, di quelli chiusi con il lucchetto che di tanto in tanto si apre per rileggere di noi stessi e della vita trascorsa, per misurare lo spazio che intercorre tra quello che siamo e quello che eravamo. Ottimo esordio.
Giuseppe Rapisarda