DAVID BOWIE IS
Non voleva essere un cantante bensì un istigatore di nuove idee.
Ottima idea è sicuramente quella di  visitare il Mambo di Bologna che propone dal 14 luglio al 13 Novembre 2016  DAVID BOWIE IS, unico appuntamento italiano con l’affascinante autobiografia itinerante sviluppata da una delle mostre di maggior successo degli ultimi anni, realizzata dal Victoria and Albert Museum di Londra (V&A).
Come spesso accade, far entrare le emozioni nell’abito succinto del linguaggio è difficile, ad ogni modo cercheremo di percorrere insieme le tre principali sessioni in cui è suddivisa la mostra, tralasciando appositamente i dettagli, così da spingervi ad  addentrarvi con il vostro sguardo di appassionati attraverso le stanze che raccolgono i segreti del Duca Bianco, il suo lavoro e come abbia canalizzato i più ampi movimenti nell’ambito dell’arte, del design, del teatro e della cultura contemporanea.
Entrando nel percorso DAVID BOWIE IS si ha subito l’impressione di varcare la soglia della realtà per abbandonarsi a quella del viaggio onirico.
Le luci soffuse, i colori accesi, la musica in cuffia, la voce del Duca Bianco, l’infanzia, la moda, gli abiti, gli LP, i disegni, i ritratti, le tendenze, gli spartiti, le canzoni, le creazioni, rileggere e rivivere attraverso le immagini il trascorrere di un’epoca  densamente popolata di personaggi  visionari legati tra loro dal fluire delle note.
I curatori della mostra del V&A hanno selezionato più di 300 oggetti dell’archivio  personale del musicista tra cui: l’outfit di Ziggy Stardust (1972), le creazioni sgargianti di Kansai Yamamoto per il tour di ‘ Alladin Sane’ (1973),  il cappotto con la Union Jack cover dell’album Earthling (1997), estratti di video e performance live, gli arredi creati per il Diamonds Dogs tour (1974) ed alcuni dei suoi strumenti.
 La prima sezione introduce il pubblico ai primi anni di vita  e della carriera di David Bowie nella Londra del 1960, la nascita del personaggio di fantasia Major Tom, le differenti fonti d’ispirazione che hanno dato forma alla sua musica, dal surrealismo alle performance giapponesi di Kabuki passando per il teatro brechtiano, i mimi dell’avanguardia, i musical del West-End londinese e l’espressionismo tedesco.
 La seconda sezione si concentra sul processo creativo di Bowie, dagli album all’elaborata progettazione dei suoi show.
In esposizione la sua creazione più famosa “Ziggy Stardust”, l’umana manifestazione dell’essere alieno che ha fortemente influenzato la cultura pop.
Ritagli di stampa e materiale che evidenziano le trasformazioni stilistiche di Bowie e la sua influenza sulla mobilità sociale e l’emancipazione gay.
La terza sezione immerge il pubblico nello spettacolare mondo dei grandi concerti live di Bowie. Presentazioni audio e video di grandi dimensioni, costumi di scena e materiali originali dell’artista, uno spazio audio visivo che sommerge il visitatore proponendo alcuni dei video più ambiziosi e le immagini scoperte di recente di Bowie che esegue Jean Genie a Top of the Pops nel 1973.
La mostra si conclude con una serie di fotografie realizzate da grandi fotografi quali Helmut Newton, Herb Ritts e John Rowlands.
Cos’altro aggiungere, buona mostra a tutti, grandi e piccini.
Ricordate, nel caso in cui non riusciate a passare da Bologna, il prossimo allestimento sarà quello di Tokio.
 
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