Hands è l’EP d’esordio di Makai, moniker di Dario Tatoli, musicista e produttore. Prodotto insieme a Matilde Davoli, Hands è un disco di musica elettronica che unisce sonorità nordiche e un songwriting intimista e mediterraneo.
Hands è il tuo primo EP: qual è il filo che lega tra loro le tracce che lo compongono?
HANDS lo trovo un lavoro decisamente autobiografico. Sono arrivato in maniera quasi empirica a descrivere dei suoni e delle sensazioni. Volevo che tutte le influenze si percepissero senza perdere però un’ identità forte di fondo. Trovo che la nostalgia sia sicuramente una sensazione ricorrente in tutto il lavoro e credo che tutti i brani appartengano ad una atmosfera e ad una dichiarazione di intenti estremamente definita. Il mio obiettivo è stato raccontare un naufragio di suoni e di parole.
Hai prodotto il nuovo lavoro insieme a Matilde Davoli: com’è nata questa collaborazione e in che modo la presenza di Matilde ha arricchito il tuo progetto?
Ho conosciuto Matilde durante una data dei FLOWERS OR RAZORWIRE (la mia band) e GIRL WITH THE GUN (il progetto di Matilde con Populous) a Londra. Molto tempo dopo le ho scritto che mi sarebbe molto piaciuto che fosse lei a chiudere il lavoro. Io ci stavo perdendo la testa e forse non l’avrei tirato fuori mai. Mi piaceva molto il suo suono come producer e pensavo che sarebbe stata la persona giusta a cui affidare mix e mastering. Spesso accade che una visione esterna delle cose possa dare a tutto il materiale una lettura più completa ed è stato così. Non è stato necessario parlare quasi di nulla perché, credo, mi abbia compreso nell’immediato. Lei ha un talento davvero notevole.
Mi piacerebbe che descrivessi a chi ci legge le basi da cui nascono le sonorità di Hands, gli elementi, quindi, di cui si compone il tuo universo sonoro
Adoro le nubi di suono e le suggestioni che provocano. Passo molto poco tempo ad analizzare un riff, a scovarne gli intervalli tonali perché preferisco concentrarmi sulle atmosfere e sui suoni che riescono a segnarmi più di altri. A volte trascorro giornate intere a cercare un suono di synth o a comprendere esattamente il modo in cui deve suonare una chitarra. Non saprei davvero come essere specifico in questa domanda, piuttosto ti direi che gli elementi che mi influenzano maggiormente sono le giornate che vivo, molto spesso una giornata di sole cambia davvero le cose.
Quando hai iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica?
A tredici anni mio fratello maggiore mi ha insegnato a suonare la chitarra e da quel momento ho avuto numerose esperienze musicali in band di stampo differente. Più tardi ho studiato sound design e produzione per degli anni e adesso eccomi qui. Il sound design e l’insegnamento di musica elettronica sono la mia vita. MAKAI è arrivato da sé, volevo fermare delle idee e raccontare una storia, è stata decisamente un’ esigenza. Ho anche un’altra band si chiama FLOWERS OR RAZORWIRE ma suoniamo musica molto distante dal mio progetto da solo.
Come nascono le tue canzoni? Hai una metodologia ben precisa?
Ci sono volte in cui suono la chitarra, altre in cui lavoro a dei campioni ed altre ancora in cui un’ idea parte dalle tastiere. Non ho un metodo preciso e ordinario in questo. Quello che conta sono i suoni legati ad un’ immagine. L’immagine ce l’ho più o meno sempre ben chiara.
Dove potremo sentire dal vivo Hands?
Sto lavorando alla produzione del live con una band di quattro elementi. Sarà divertente. Credo che per i live tutto sarà più chiaro da settembre.
a cura di Laura De Angelis
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