L’album d’esordio dei TITOR è stato nel 2012 il concept “Rock is Back”, d’esordio per la formazione non per i componenti. Sabino, Sandro, Azza e Francesco hanno un passato musicale radicato nel mondo rock e punk-rock italiano. Forti della base punk miscelano nel loro rock anche un background cantautoriale, folk e noise. L’ultimo lavoro discografico è il profetico “L’ULTIMO”, uscito per l’etichetta INRI in collaborazione con la METATRON. Vi starete chiedendo perché profetico? Bene, la stessa band afferma che si tratta dell’ultimo disco, degli ultimi brani, degli ultimi live e perfino delle ultime interviste. Fortunati di essere tra gli ultimi che curiosano nella vita musicale dei TITOR gli abbiamo fatto delle domande, alle quali ha risposto Sabino Pace.

La prima volta che vi ascoltai riconobbi subito la voce di Sabino e la collegai ai Belli Cosi, anche gli altri componenti hanno una formazione hard-core?

Ciao Federica e grazie a te ed UrbanWeek per l’attenzione ed il tempo che state concedendo a TITOR innanzitutto. Rispondo io, Sabino Pace, cantante della band, a rappresentanza del gruppo. Bene per aver ritrovato la mia voce ed il mio “timbro” di ex-vocalist dei Belli Cosi! Dopo quell’esperienza (finita nel 2002, a parte una reunion nel 2008) ho poi continuato come pianista, per 10 anni, nella band strumentale de I Treni All’Alba, per riposare un po’ le corde vocali! E rieccomi da alcuni annetti in pista come cantante di Titor, appunto. Con me nel gruppo, Sandro alla chitarra e Azza, alla batteria provenienti invece entrambi dall’incredibile band post-Hc dell’underground torinese anni ’90 dei Distruzione (suonavano cose “alla Fugazi” in compagnia di NuvolaBlu e pochi altri in quegli anni a Torino…) e Francesco, bassista, proviene invece dalla band metal dei Sickhead, sempre degli anni ’90 e molto riconosciuta a livello italiano. Ma tutto cio’ non deve pero’ “ingannare”, in quanto il nostro background è anche fortemente legato alla musica d’autore torinese ed italiana, al folk (occitano, medievale ecc.), al pop in varie forme, alla musica leggera, al progressive e progetti di musica cinematica, al noise/core, al jazz/fusion ed a diverse altre forme ispirative, compositive ed esecutive con cui i 4 membri della band hanno convissuto in questi 20 anni di musica, ma la lista delle band sarebbe troppo lunga da citare!

Nella scena musicale italiana i gruppi punk-rock non hanno vita facile, voi siete però una bella eccezione. Dove sta la vostra fortuna?

TITOR si pone semplicemente coma una “Rock Band”, sia nei nostri comunicati che in diverse affermazioni che facciamo dal vivo. L’ “hardcore”, come lo intendiamo noi, è fortemente legato all’attitudine punk, legato appunto al nostro background e alla nostra formazione personale ed artistica. A noi però interessa il sound e l’approccio rock che rimane un linguaggio comune, chiaro e riconoscibile da tutti, nonostante tale  “marchio” possa risuonare retorico, vecchio o ridondante di significati. Certamente una voce “ruvida”, alcune ritmiche incalzanti e “tirate”, le chitarre rumorose ci identificano in un certo scenario più vicino alla musica “estrema”. Il porci in maniera chiara e definita come “Rock band italiana” ci ha in qualche modo aiutato a “sdoganare” il nostro sound e pertanto avvicinare pubblico ed addetti ai lavori, laddove poi possiamo ulteriormente comunicare in maniera forte con i contenuti dei testi, cosa a cui teniamo molto.

 Leggo che la vostra è una storia al contrario, partite dal futuro per raccontare il presente mentre con “L’ultimo” tornate al presente. Perché questo cambio di rotta?

Esatto e complimenti per la tua attenzione a tale dinamica del nostro percorso. TITOR (band e concept) di “Rock is Back”, come sai, proviene dal 2036 e nella nostra attuale “linea temporale” osserva, giudica, racconta, critica e crea. TITOR de “L’ULTIMO” pone invece il sigillo in maniera ancora più marcata e chiara sull’istante presente, come giustamente dici, e cerca di “chiudere alcuni cerchi” rispetto al passato (vedi “Gli anni della Voglia di Morire”) forte della sua responsabilità e consapevolezza di esprimersi al suo meglio prima del suo viaggio finale.

“L’ultimo” è davvero l’ultimo?

Certamente. Come ben sai questo è l’Ultimo disco di Titor, gli Ultimi brani, gli Ultimi concerti, gli Ultimi progetti, le nostre Ultime interviste (compresa questa…) per gli Ultimi ascoltatori e fruitori della nostra musica e della musica tutta. Come affermiamo in “Je m’accuse!”: “Questo è l’ultimo pezzo rock”: per noi solamente? Per il mondo intero?…chi lo sa?
È tutto vero e sincero cio’ che pensiamo, facciamo ed agiamo. Dopodichè non possiamo avere il controlo totale degli eventi attorno a noi, ovviamente. Pero’ è bene provare a considerare “ultimo” come tutto cio’ che siamo e che ci circonda in quanto degno esemplare di “unicità”. Provare a vivere ogni azione come se fosse l’ultima: non è fatalismo, a nostro vedere, è consapevolezza.

Che progetti avete per l’estate?

A breve finisce la “Prima parte” de L’Ultimo Tour, le date fatte tra Aprile ed inizio Giugno 2016, ed inizia la “Seconda Parte” che ci vedrà sui palchi italiani da Roma a Cuneo. Passeremo per diverse città italiane, poche ma “buone” date concentrate in alcuni weekend tra fine Giugno e fine Settembre 2016. Arriveranno almeno due nuovi videoclip dopo quello di AL.D.LA. Abbiamo pronto un progetto “on line” legato a delle “rappresentazioni” di ogni singolo brano. Il disco sta riscontrando molta attenzione e positività in tutta Italia, si stanno aprendo numerose altre richieste di live e collaborazioni varie, il pubblico dal vivo canta a viva voce buona parte dei nuovi brani! Siamo entusiasti di tutto cio’, cercheremo di fare del nostro meglio e di rispondere a tutto, pero’, anche compatibilmente con altri aspetti e responsabilità delle nostre vite (io, ad esempio, vivo e lavoro a Parigi da 3 anni e come puoi immaginare…). Sappiamo bene che non è la fine del mondo, è solo “la fine del giorno”…

Grazie ancora per la tua attenzione e gentile intervista ed in bocca al lupo per la tua attività!

Federica Monello

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