Dinamico, accattivante, romantico sono tutti aggettivi che possiamo ben accostare sia alle sue canzoni che alla sua personalità. Stiamo parlando di Molla, al secolo Luca Giuria, un polistrumentista che ha pubblicato da pochissimo il suo “365”. L’album è un concept scritto insieme ad Ambra Susca, con la quale aveva collaborato anche nel primo lavoro. Conosciamolo meglio con la chiacchierata che segue.
Chi è Molla? Che cosa gli salta per la testa? Che musica fa? Se pure Capovilla se lo chiede, anche noi di Urbanweek siamo curiosi.
Molla è un cantautore con una spiccata predisposizione al ritmo e alla fuoriuscita di adrenalina. È un ballerino mancato, un postino di sentimenti che fa musica di base pop, quindi con una struttura ben precisa, ma con un’attitudine e una voglia di sperimentarsi in altri generi. Capovilla è una bellissima persona sul palco e anche giù dal palco e ha deciso, dopo un bicchiere di vino rosso, di dire il mio nome “MOLLA” e partecipare al mio primo videoclip.
Sei un polistrumentista e anche autore, anzi coautore dei tuoi brani insieme ad Ambra Susca. Come è nata la vostra collaborazione?
La nostra collaborazione è nata in macchina una sera in un parcheggio di un centro commerciale. Io mi ero sfogato con lei, raccontandole che “la mia città” – Bari – riusciva a vedermi e immaginarmi solo come batterista e non come cantante in questo nuovo percorso che volevo iniziare, e che mi servivano dei testi per essere più credibile agli occhi di tutti (non solo dei baresi!). E allora sono nati i primi brani e da allora non ci siamo più fermati. Siamo al secondo disco ed è una collaborazione molto forte.
Il singolo ci fa saltare come una “molla” e ci incuriosisce molto, il disco è tutto così?
Mi fa piacere che vi faccia saltare! Sono contentissimo di aver scelto quel singolo, perché mi rappresenta molto e “spinge” molto. Il disco però non è tutto così: ci sono tracce anche più elettroniche e più dance di “365”, e altre tracce molto più cantautorali e malinconiche. Ci sono canzoni fatte solo con chitarra e voce e altre con delle belle distorsioni. Insomma, è molto vario, ma in tutte le canzoni ci sono io.
“365” sembra avere le prerogative per essere un concept: 12 canzoni per 12 mesi e quindi il richiamo all’anno completo di 365 giorni, in più nella copertina si celebrano le quattro stagioni. È realmente un concept album?
Sì, esatto, è un concept album vero e proprio, dove l’argomento principale sono io e tutto quello che faccio durante i 365 giorni. Sono partito da una frase “365 giorni vedo te, insieme non dobbiamo per forza spiegare tutto”, è una frase dedicata alla musica e a questa enorme passione che adesso è un lavoro vero e proprio. Dal titolo abbiamo iniziato a fantasticare, insieme al mio produttore e a tutta la squadra, a come realizzare la copertina ed è lì che nata l’idea di Arcimboldo.
Che progetti hai per l’estate?
Il disco è uscito da pochissimo e il tour è iniziato il giorno dopo l’uscita ufficiale. La cosa che mi piace più fare è suonare dal vivo in qualsiasi forma e in ogni posto. Quindi i progetti sono: tanti concerti! Ci sono belle date in giro in tutta Italia, dei festival e l’uscita di un nuovo singolo per l’estate. Vorrei riuscire anche ad abbronzarmi un po’…
Federica Monello
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