Una delle ultime bellissime scoperte della Sugar di Caterina Caselli è certamente Marianne Mirage, artista poliedrica dalla voce calda e grintosa, che ha da qualche mese pubblicato il suo album d’esordio “Quelli come me”, disco che sta già riscuotendo un ottimo successo di critica e pubblico.
Ho sentito molto parlare di lei ultimamente e sapevo che fosse un’artista da tenere d’occhio, quindi non mi sono lasciata sfuggire l’opportunità di ascoltarla live a Catania, al Teatro Machiavelli.
Avevo letto che si sarebbe esibita in duo, accompagnata da Francesco Meles alle zucche africane, perciò mi aspettavo un live diverso dalle sonorità dell’album, che attraversa vari generi, ma che ha dei suoni che richiedono l’utilizzo di vari strumenti elettronici. Giuro che sono arrivata lì senza avere la più pallida idea di cosa attendermi da questo live, ma in realtà il concerto ha superato di gran lunga le mie aspettative, lasciandomi piacevolmente sorpresa.
Entrando ho subito cercato di capire cosa fosse quello strano strumento che era sul palco, una sorta di zucca gigante, ma sopratutto eravamo tutti curiosi di scoprire che suono avrebbe prodotto.
Il tempo di farsi queste domande è durato poco, perchè gli artisti hanno immediatamente raggiunto il palco aprendo subito con il brano “Quelli come te” e quella strana zucca è stata da subito ribattezzata come “la drum machine africana”, dati i suoni quasi elettronici da lei prodotti, strumento di cui poi abbiamo scoperto il nome: si trattava di un Calabash africano, percussione ricavata appunto da una zucca, una sorta di water drum.
Torniamo a Marianne, che ci ha intrattenuti per poco più di un’ora di spettacolo, grazie alla sua voce molto calda e ad una presenza scenica da artista navigata. Ottima la fusione tra la sua chitarra e il calabash, che hanno reso strepitoso questo live.
“Game over”, ultimo singolo estratto dall’album, nonchè brano di apertura del disco, anticipa quello che sarà il suo prossimo singolo “La Vie”, brano nato dalla sua grande passione per la musica francese. Marianne durante il live parla tante lingue ed io ho avuto l’impressione di avere di fronte un bel mix tra la musica di Stromae e quella di Amy Winehouse.
Ci presenta “Excuse-moi”, brano nei cui confronti prova il maggior coinvolgimento emotivo, visto che è stato scritto in una situazione in cui doveva delle scuse a una persona per una storia finita. Si prosegue con “Lo so cosa fai”, seguita da una bella cover di Billie Holiday, “Don’t Explain”, brano che cantava sempre in camera sua.
Ci confida che la sua scuola è stata sempre quella francese, ma da quando ha incontrato Caterina Caselli è stata incoraggiata a cantare in italiano. Ci racconta anche che agli inizi i suoi testi erano più malinconici, mentre adesso ha trovato un nuovo equilibrio nella scrittura.
Durante il live si passa dal blues, al soul, ai ritmi black, attraversando anche qualche sonorità rap. Non c’è stato neanche un momento di calo, un’esitazione o un momento di noia. E’ riuscita a coinvolgerci dall’inizio alla fine, improvvisando addirittura un brano, nato proprio su quel palco e che sarà il suo ricordo di Catania.
E’ il momento di salutarci ma non potevamo di certo lasciarla andare via senza reclamare un bis! L’artista non si fa attendere, torna sul palco regalandoci nuovamente la bellissima “Game Over” e confidandoci di aver sudato l’unica camicia che aveva, per questo live emozionante.
Il pubblico va via entusiasta e con la certezza di rivederla su palchi sempre più importanti.
Egle Taccia