In una delle province dell’entroterra siciliano, quella nissena, si sono formati nel 2005 i Merce Fresca. Il gruppo, formato da sei trentenni, già dal suo esordito ha riscosso molto successo anche tra gli addetti al mestiere. Nel 2007 Mogol gli ha assegnato una borsa di studio per il C.E.T., la scuola del rinomato paroliere. I Merce Fresca hanno all’attivo due album, il primo è “Le faremo sapere” autoprodotto e pubblicato nel 2008. Il secondo è uscito il 6 aprile e si chiama “Oggi domani un concorso”. Il gruppo nella sua musica mette tutte quelle che sono le caratteristiche della vita dei trentenni di oggi: speranza e precariato ma anche positività e creatività. A voi la lettura della verace chiacchierata con i Merce Fresca.
Ciao! Domanda di rito: perché Merce fresca?
Ciao a tutti voi. Ti potrei dire perché l’allegria e la “freschezza” caratterizzano la nostra musica e crediamo siano l’unica panacea contro lo stress quotidiano. O semplicemente perché quando abbiamo iniziato a far musica, nel 2005, in uno scantinato della provincia di Caltanissetta, un po’ per gioco uscì questo nome. Forse eravamo tutti convinti che lo avremmo lasciato per strada ed invece sono cambiati alcuni componenti del gruppo ma il nome è rimasto sempre lo stesso, per 11 lunghi anni. E poi la gente sin da subito ha iniziato a chiamarci “roba bella, Merce Fresca” come avremmo potuto cambiarlo? E così ci è rimasto attaccato addosso e ce lo teniamo stretto.
“Mollo tutto”, “Le faremo sapere”, “Oggi domani un concorso” rispecchiano la precarietà nella vita dell’oggi che va dalla negatività alla speranza. Anche la vostra vita è così?
Quale trentenne di oggi non ha mai sentito parlare di precariato, crisi economica, crollo dei valori sociali? Ne abbiamo la testa piena tutti – nessuno escluso – e forse pure le “scatole” piene. Siamo sei ragazzi di trent ’anni o poco meno, siciliani, anzi del Centro della Sicilia, esattamente di Caltanissetta e provincia – là dove “finisce il mare” per citare uno dei nostri brani storici – se non avessimo un po’ di positività, se non avessimo un orizzonte a cui guardare, probabilmente non faremmo neanche musica inedita. Non investiremmo tempo, energie, risorse economiche in qualcosa che ad oggi rimane un “sogno” più che una pagnotta da mettere sulla tavola. La verità è che crediamo fermamente che siano proprio i sogni, i bisogni interiori, le arti, le capacità personali ciò che oggi ti permette di andare avanti e di stringere i denti per farlo. La speranza non è solo l’ultima a morire, la speranza è la vita. Ecco perché i nostri titoli, i nostri pezzi, sono carichi di speranza ed allegria. “Oggi Domani un Concorso”, ad esempio, è un album che ti invita a trasformare il tempo in un’occasione, ad abbandonare il superfluo per godere della felicità, a perderti nell’amore, a prenderti in giro, a pensare con la tua testa, a continuare a sognare per sentirti vivo, nonostante i famosi “concorsi” li abbiamo conosciuti solo nei talent in tv non vuol dire che non ci sia altro nella vita.
Quale ruolo secondo voi deve avere la musica all’interno della società?
Perché esiste una società senza musica? La musica è ritmo, energia, fonte d’ispirazione e a volte pure espiazione. Tutto suona in natura, pure il silenzio. La musica è fondamentale perché è da sempre un canale comunicativo eccezionale.
Già nel 2006 venivate apprezzati da Mogol, come siete cresciuti musicalmente da quel primo e importante traguardo?
Beh, siamo sicuramente cresciuti. Innanzitutto abbiamo 10 anni in più sulla carta d’identità e quindi altrettanti di esperienza accumulata salendo e scendendo dai palchi, passando per esperienze belle e brutte, per sogni infranti e ricostruiti, per nuove idee e progetti musicali. Il nostro bel bagaglio di crescita ovviamente lo abbiamo riversato nel nuovo album che è un lavoro discografico sicuramente più consapevole e libero. Un album di inediti auto-prodotto e totalmente made in Sicily, con la produzione artistica e gli arrangiamenti di Pierpaolo Latina, i testi e le musiche nostri e due featuring importanti con Peppe Qbeta frontman storico dei Qbeta e Max Busa degli Alì Babà in “Non mi stanco”. La cosa più bella è che l’esperienza ti aiuta anche a trovare il coraggio per sperimentare ed è così che se il ritmo in levare dello ska-reggae ancora una volta predomina sulla tracklist del nuovo album, si passa anche da brani connotati dal rock, folk o swing, a pezzi che si nutrono del pop-funk internazionale passando anche, e soprattutto, per le contaminazioni elettroniche.
Nella copertina del nuovissimo “Oggi domani un concorso” il soggetto è una valigia, penso che rappresenti l’essere pronti alla partenza per costruire il proprio futuro. Restare o partire, cosa è meglio? Oppure la valigia rappresenta altro?
La valigia rappresenta quel bagaglio di esperienza che sei pronto a portarti dentro ogni nuova avventura. Un nuovo disco, tanto atteso, voluto e sudato è sicuramente un nuovo inizio. Ma se si parla di partire? Beh, la risposta è restare solo per andare oltre i limiti che la nostra Sicilia Bedda ci impone.
Federica Monello
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