Torakiki, il trio electro-wave bolognese, torna dopo l’EP del 2014 con una nuova produzione: Avesom. Li abbiamo intervistati per farci raccontare come nasce questo ultimo lavoro e quali sono le influenze che hanno contribuito alla formazione del progetto musicale.
Come nasce il vostro progetto musicale?
Siamo tre amici di vecchia data. Abbiamo condiviso in passato la militanza in un gruppo math-rock di nome “La N”, con il quale abbiamo pubblicato l’album “Fancy Tunes”, nel 2012. Poi le cose sono cambiate e ci siamo avvicinati al mondo dell’elettronica. L’impatto che questa svolta ha avuto su di noi è stato molto positivo, e abbiamo deciso così di inoltrarci in questo viaggio.
Quali sono le influenze esterne che vi hanno portato verso l’electro-wave?
Ci piace la musica inglese degli anni ’80, ma anche tanto altro che poco ha a che fare con quel tipo di suono. Le influenze esterne sono troppe per poterle numerare o descrivere. Principalmente direi che siamo molto legati ai Rapeman, ai primi Cure e ai New Order.
Come riuscite a coniugare i vostri differenti background?
Divertendoci nel farlo. Se fosse una cosa forzata non funzionerebbe. La musica è e deve essere principalmente divertimento.
Le sessioni di prova serali e notturne del vostro primo LP Avesom penso siano state veramente stancanti. Ve ne ricordate una in particolare?
In realtà le ore che passiamo in studio scorrono veloci. Siamo tutti e tre molto concentrati, non le saprei distinguere separatamente, sono piuttosto un flusso continuo. Iniziano con una splendida pizza e finiscono nel noise elettronico. Poi tutti a nanna felici.
Il rapporto che cercate di instaurare con il pubblico è basato sullo shock sensoriale. Cosa cercate di suscitare negli animi dei vostri ascoltatori?
Qualcosa di semplice, orecchiabile, intrigante e allo stesso tempo inusuale. Prestiamo un’attenzione scrupolosa al modo in cui l’ascoltatore ci riceve. Vogliamo che l’ascoltatore non ci confonda con altro e che non si annoi, ma che in qualche modo si incuriosisca. Se alla fine avrà uno shock sensoriale… beh ancora meglio!
Quanto e come vi ha arricchito il vostro tour del 2015?
Ci ha fatto incontrare gente meravigliosa in posti altrettanto meravigliosi. E’ stata una super vacanza. Abbiamo conosciuto giovani gestori di locali entusiasti del loro lavoro, molto curiosi musicalmente e che organizzano numerosi eventi di alta qualità. Un’ottima esperienza.
 
Intervista a cura di Giulio Paghi
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