MARCONDIRO è un progetto ideato da Marco Borrelli. Il nome è tratto da una filastrocca di solito recitata da bambini, ma che in realtà presenta un testo guerrafondaio. A maggio dell’anno scorso è uscita la prima parte del progetto discografico, “OMO L’Evo-Mediatico In-Forma-Canzone” la seconda parte uscirà invece il maggio prossimo. Il lavoro parla di dualità: cultura mistica e cultura popolare, emisfero femminile ed emisfero maschile e molto altro.
Ciao! Hai tratto il tuo nome dalla filastrocca che fa “Se la guerra verrà, Marcondiro ‘ndero…”, perché?
Ciao, il nome del progetto artistico MARCONDIRO nasce come provocazione cosciente, cioè con lo stesso impulso per cui scrivo. È stato tratto, in realtà, dalla filastrocca non adatta ai bambini “Oh Che Bel Castello” di cui riporto il testo, per far meglio comprendere perché la ritengo una “canzone guerrafondaia”:
Oh che bel castello marcondiro ndiro ndello,
Il mio è ancora più bello
E noi lo ruberemo
E noi lo rifaremo
E noi lo bruceremo
E noi lo spegneremo
Sparerem cannoni
Spareremo i razzi
Leggo che la tua passione per la canzone popolare è nata quando eri piccolo, ricordi cosa ti aveva colpito?
Si certo, ricordo che all’età di 5 anni mi cadde in testa una tastierina giocattolo e fui rapito dal suono, mi ritrovai a cercarmi esploratore di rumori per tutti gli anni a venire fino ad oggi. Ancora il bernoccolo mi fa male quando cambia il tempo, il Papa o il governo, quindi per lenire, scrivo.
La tua musica sconfina la sfera popolare ed attinge dai diversi universi musicali. È questa la nuova musica popolare?
Non so dirti se questa è la nuova musica popolare, ma se dovessi definire le mie produzioni artistiche, userei un marchio ben preciso: WORLD D’AUTORE. Perché c’è tanta musica tradizionale della mia terra e del sud Italia in genere, ma anche Rock , Jazz e miscellanee di generi musicali che ormai rappresentano la musica popolare di questo mondo inevitabilmente globalizzato.
Il nuovo disco “OMO-L’Evo Mediatico In-Forma-Canzone I” parla di dualità, nello specifico come si palesa questa nel disco?
Il Dualismo di cui parlo è presente in tutti i brani che fanno parte del disco OMO parte I e comporranno anche la seconda parte di prossima uscita. Nei testi si parla di cultura mistica e cultura popolare, emisfero femminile ed emisfero maschile, volontà superiore e volontà umana, come elementi appartenenti all’essere umano contemporaneo che si aggira in questa società scissa e divisa in due, dalle stesse questioni non risolte che lo agitano da secoli.
Ci sarà un “OMO II”, perché due dischi e non uno?
Ho voluto dividere in due parti un disco che potrebbe essere, e lo sarà, raccolto in un album intero, anche per rappresentare e rafforzare il concetto di dualismo. Mi piaceva inoltre l’idea di dare al pubblico la scelta di acquistare, ad esempio nei concerti, solo la prima o solo la seconda parte. Per chi fosse rimasto incuriosito, ma non si volesse sbilanciare negli acquisti o per gli ascoltatori ancora più curiosi di comprarle “addirittura” entrambe. Inoltre, se il disco intero contiene 10 canzoni, OMO Parte 1 e Parte II contengono rispettivamente 6 brani, ovvero 5 inediti oltre ad una personalissima rivisitazione di una bellissima canzone d’autore . Nella prima Parte in uscita l’anno scorso si trattava di Cosa Resta di Piero Ciampi e nella seconda parte che uscirà a maggio 2016… lo scoprirete!
Ho sempre amato l’album in vinile come concetto ed efficace veicolo sociale, perché suddividere l’intero ascolto di un disco in due, per la necessità di dover cambiare lato o girare il disco, lascia spazio al silenzio o alla comunicazione, insomma alla pausa ristoratrice!
Quindi Buon appetito, ma soprattutto Buon Ascolto Visivo!
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