Starlight è il terzo album delle carpigane Roipnol Witch , un disco duplice, cantato in due lingue (italiano e inglese) e scritto tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Un album di matrice punk-rock contaminato da sonorità elettroniche dal sapore indie internazionale, dove l’intrigante timbrica vocale delle sorelle Guandalini è il collante perfetto di ricercate chitarre dal lontano sapore new-wave.
Starlight è il titolo del vostro ultimo album, di cosa parlano i nuovi brani?
È un album composto tra l’Italia e New York dato che Martina (bassista cantante) lavora negli States. I brani, riflettono i nostri stati d’animo di giovani donne, dove amori finiti e riscatto socio-culturale si intrecciano con il costante sfondo della città, vissuta anche come luogo dell’anima.
Siete attive da oltre dieci anni, com’è nata la vostra avventura musicale ?
Da ragazzine rimanemmo folgorate dalle riot girls americane tanto da volerne seguire le orme. Scoprimmo in fretta che anche in Italia a metà anni 2000 tante ragazze stavano prendendo parte a questo movimento o comunque si stavano creando spazio nel mondo discografico. Ben presto è diventata una necessità: formare una band rock band. In più di dieci anni le esperienze e i cambiamenti sono stati tanti ma le origini non si scordano. Sogniamo ancora di suonare ad Olympia (città che diede vita al movimento)
Starlight è un disco duplice, cantato in due lingue, italiano e inglese. Siamo curiosi di sapere le ragioni di questa scelta!
Fin dagli esordi la nostra lingua è stata l’inglese. Solo negli ultimi anni abbiamo testato anche l’italiano e non c’è dispiaciuto affatto. E’ inutile negarlo, si è più diretti con chi ti ascolta. La canzone diventa un mezzo per raggiungere l’ideale interlocutore. Alcune canzoni invece continuano a nascere in inglese complice anche la presenza di Marty a New York.
Come definireste le vostre sonorità? Quali artisti hanno avuto un ruolo fondamentale nella vostra formazione?
Adesso ci piace definirci Indie punk, anche se sappiamo che molti storceranno il naso vedendo associate queste due parole. Però per noi è un connubio concreto. Abbiamo sempre ascoltato gruppi che più o meno facevano questi generi, dagli Xray spex, alle Binkini Kill, Clash, Joan Jet o Cock sparrer spaziando fino agli Arcade Fire, Santi Gold, Florance and the Machine, Vampire Weekend, Yeah Yeash Yeahs, Naked and Famous e Alt J. Poi ci sono i mostri sacri come Patti Smith, Cure e tra gli italiani siamo cresciute con i Verdena.
La copertina e l’artwork del disco sono stati affidati all’artista americana Eugenia Loli. Come è nata questa collaborazione e in che modo le immagini realizzate completano il vostro lavoro?
Per lavoro ci capita di usare Instagram e Pinterest, soprattutto a Martina che è anche architetto. Ce ne siamo innamorati, l’abbiamo contattata e abbiamo scelto tre grafiche legate alla figura femminile e all’universo, in tema con il nostro titolo Starlight.
Porterete Starlight anche al di là dei confini nazionali?
Una piccola anteprima l’abbiamo fatta al Bowery Electric di NY per i lancio di Radio Nuova York dove Martina fa la speaker, condividendo il palco con Tre Allegri Ragazzi e Frankie Hi-nrg….ma il piano è quello di tornare!
A cura di Laura De Angelis
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