Sono le 21 di venerdì 4 marzo e fuori dalle Officine Corsare a Torino c’è già la fila. Stasera c’è la seconda semifinale del Premio Buscaglione con ospite d’eccezione Iosonouncane. Il Festival “Sotto il cielo di Fred” si svolge ogni due anni per carenza di fondi, per le belle iniziative poco mainstream i contributi scarseggiano, siamo sempre nell’era dominata dai talent, sigh. Il Premio Buscaglione vuole mettere in mostra talenti poco conosciuti e dargli l’opportunità di “bucare” il palco e soprattutto l’interesse del pubblico e degli addetti ai lavori. Quest’anno si sono iscritti 430 artisti, dei quali solo 10 sono passati alle semifinali.
Mettiamo da parte la doverosa introduzione e torniamo al racconto del live. Mentre siamo in fila, non da molto eh, ci comunicano che i biglietti sono finiti. Praticamente c’è stato il sold out in mezz’ora con 200 biglietti venduti. Delusione e incredulità serpeggia tra i ragazzi, soprattutto tra chi viene da fuori e ha fatto molti chilometri. Il programma della serata è fitto e di fatto inizia presto con l’esibizione di 5 semifinalisti, dei quali solo due passeranno alla finale. Apre la serata Calvino e la sua band, poi tocca a Lo Straniero con i suoi suoni elettro. Il cambio palco è veloce e frenetico, ma Gigi Giancursi presentandoci gli artisti ci distrae con battute e aneddoti. Il rock ‘n’ roll si impossessa del palco con Le Mura e poi il testimone passa agli Albedo. Ultimi a presentarsi sul palco sono i Blindur ma vi restano perché la giuria li ha fatti passare alla fase successiva insieme a Calvino e Albedo. I tre gruppi adesso devono conquistare il pubblico e lo fanno con due canzoni ciascuno, ci sono riusciti tutti e tre. A passare grazie alle preferenze del pubblico sono i Blindur e gli Albedo, che si sfideranno nella finale con La MUNICIPàL e Matteo Fiorino.
Il palco si svuota e si prepara per Iosonouncane, che apre il suo Mandria Tour proprio questa sera. Insolita la postazione di Jacopo decentrata ed occupata da due chitarre, dal campionatore e da due microfoni. Uno di questi è particolare, forse il live verrà registrato. Una lunga intro ci prepara mentalmente al concerto che inizia con “Buio”. Tempi dilatati, luci che seguono il ritmo, la voce ipnotica della corista, già con il primo pezzo siamo dentro al live. Jacopo passa dalla chitarra elettrica a quella classica e ci presenta l’immensa “Stormi”, il pubblico l’attendeva e pure molto. Il rumore del mare ci porta da “Die” alla “Macarena su Roma” con “Summer on a spiaggia affollata”. Una forte critica con tono cinico al cinismo della società che sta a guardare inerme chi muore in barconi nei nostri mari. “Carne” ci fa tornare alle sonorità lisergiche di “Die”. Rincara la dose “Tanca” con il martellare delle percussioni e il ritmo voodoo, a fare da mescal la voce e gli effetti sonori esoterici. Ma non finisce qua, l’effetto continua con “Mandria” con Jacopo che dà l’anima al campionatore e poi la trasferisce alla sua voce. Siamo in un vortice, non è facile uscirne ma soprattutto non vogliamo. Ci riporta alla realtà “Il corpo del reato” e questa è proprio dura perché il live di Iosonouncane finisce qui. Più o meno un’ora di concerto che ci lascia un po’ l’amaro in bocca per la durata ma vi assicuro che la qualità è stata alta ed ne è valsa la pena.
Federica Monello
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