The Winstons è un power-trio che sta facendo impazzire i club di tutta Italia. Si chiamano Enro, Rob e Linnon Winston, ma dietro questi nomi si celano tre grandi del rock alternativo italiano: Enrico Gabrielli, Roberto Dell’Era e Lino Gitto. Sembra che l’idea di formare questo trio sia nata a Tokio, partorita dalla mente di Enro, che al suo ritorno ha incontrato l’entusiasmo di Rob e Linnon. Se avete avuto modo di assistere ad un loro live, sapete già che hanno riscosso un successo incredibile e che il loro album ci riporta agli anni in cui la psichedelia e il prog dominavano le scene.
Ho incontrato Linnon per parlare insieme della band!
Com’è nato il progetto? A chi è venuta l’idea di formare The Winstons?
Hello! L’idea venne ad Enrico dopo le vacanze di Natale passate con la moglie a Tokio. Passeggiando per Koenji, quartiere molto strambo per essere a Tokio e frequentato da Artisti matti e Hipster locali, tra le bancarelle e le luci a festa passavano in strada, dagli altoparlanti, jingle natalizi alternati a brani progressive anni 70 (in quel caso erano Emerson Lake and Palmer e Yes). Tornato a Milano ci incontrammo sui navigli e mi racconto’ questa cosa che lo aveva un po’ colpito per il tipo di Paese in cui era. Mi disse che da tempo aveva in mente un progetto con Roberto e mi propose di metter su un trio Psichedelic jazz/prog/pop e vedere cosa ne sarebbe uscito fuori… Ed ecco The Winstons!
Tokyo e Canterbury sembra facciano da sfondo alla vostra musica. Cosa hanno in comune queste due città con voi?
Come detto prima Henry è stato in Giappone e ne è rimasto folgorato. Io e Rob ma anche Henry adoriamo le Band Canterburyane come i Gong, Soft Machine ecc.  In Giappone c’è tanta gente che ama e segue il Prog inglese e soprattutto italiano… Sarebbe figo far dei concerti in terra nipponica…
Come mai avete scelto di guardare alla psichedelia e al prog, due generi che sembrano un po’ dimenticati qui da noi?
Volevamo essere sinceri e fare quello che ci andava, senza paletti o ritornelli strategici. Come facevano gli Amici di Canterbury o Syd Barrett… Poi è la musica con la quale alcuni di noi son cresciuti e che comunque stimiamo tanto e ci piace ancora…
Che ruolo ha giocato in questa riscoperta del passato la vostra etichetta, l’Ams records?
L’Ams ha creduto subito in noi. E’ stato un fortuito incontro e siam veramente felici di esserci incrociati. Loro ristampano vecchie colonne sonore, LP e 45 giri ormai introvabili. E son dei grandi per questo! Hanno un catalogo inestimabile da perderci la testa, dischi del passato che a comprarli originali dell’epoca oggi spenderesti un patrimonio sempre se riesci a trovarli.
Linnon, Enro e Rob, tre anime, tre collocazioni geografiche diverse, che si incontrano in una città dal nome impronunciabile. Come definireste con un aggettivo ognuna di queste figure?
Psichedelic Red.
Durante i live si nota una cosa non comune, ovvero la mancanza di un frontman. C’è un continuo alternarsi alla voce e agli strumenti, che credo sia uno dei punti di forza del progetto. Questo spirito di condivisione è nato casualmente o è una scelta voluta?
E’ una scelta voluta! Il frontman è la band stessa. Siamo un tutt’uno. Ognuno ha portato dei brani e li abbiam lavorati insieme. Canta chi ha avuto l’idea della linea melodica, per il resto gli incastri musicali e corali son venuti da sè..
Cos’è questo viaggio nel suono a tre dimensioni?
E’ la stereo fonia che ha left, centro e right… Il titolo l’abbiamo preso da un disco degli anni ’60 che spiegava il funzionamento di una “FonoValigia”… Lo abbiamo anche inserito nel disco all’inizio del Brano in questione.  Grazie alla ” Vedette Records”.
Ci sono anche degli ospiti nel vostro album, ce li presentate?
Sono Roberto D’Azzan alla Tromba che e’ un carissimo amico friulano, gran musicista che ha suonato nel Brano “…On a Dark Cloud” e Xabier Iriondo che ha decorato alcuni brani con la sua chitarra effettata con i suoi Sound Metak…
Si dice in giro che il pubblico abbia reagito molto bene durante i vostri concerti e che il vostro live abbia ricevuto molte critiche positive. Vi aspettavate questo successo?
Sinceramente non ce lo aspettavamo.
Sembra che da progetto parallelo, stia assumendo sempre più le vesti di una formazione che andrà avanti col tempo. Come pensate di coniugare questa esperienza con gli altri vostri impegni?
Ad Aprile saremo di nuovo in tour per altre 9 date consecutive.  Il resto si vedrà!!
Intervista a cura di Egle Taccia
 
 
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