Inauguriamo una nuova rubrica, Insiders, grazie alla quale vi racconteremo la musica incontrando gli addetti ai lavori che ci faranno conoscere molti retroscena della vita da palco.
Iniziamo col botto, incontrando Cristiano Sanzeri, sound engineer e tour manager (tra gli altri collabora con Barley Arts Promotion). Accompagna in tour artisti del calibro di Niccolò Fabi e Immanuel Casto, facendo in modo che tutto vada sempre alla perfezione.
Come ti presenteresti ai lettori di Urbanweek?
Mi chiamo Cristiano, vengo da una piccola città all’ombra di Milano e da ormai oltre dieci anni ho deciso che nella vita non potevo occuparmi di niente che non avesse a che fare con la musica. Mi divido tra il live (tour, festival) dove ricopro il ruolo di tour manager o direttore di produzione e lo studio di registrazione, in qualità di tecnico del suono e produttore.
Come si diventa tour manager di una delle più grandi agenzie del settore?
Un po’ per caso direi. Diciamo che ero pronto al momento giusto nel posto giusto. E ho incontrato un team di persone davvero in gamba che mi hanno aiutato a crescere e nel tempo molti di loro sono diventati buoni amici.
Esattamente in cosa consiste il tuo lavoro?
Non basterebbe tutta l’intervista per descriverlo! Direi che il mio lavoro è oliare al punto giusto tutti i meccanismi perchè un tour (o anche un solo concerto) possa avvenire nel migliore dei modi. Il lavoro vero e proprio parte molto prima del giorno del concerto, la fase di preproduzione (show advancement) è sicuramente quella più delicata, dove si decide più o meno tutto ciò che dovrà succedere, quando e come. E’ il momento dove si valuta il modo più adatto di traslare una produzione da una venue all’altra: il concerto è uno spettacolo che viene concepito, provato e allestito e portato in giro in venue completamente diverse tra loro, la sfida è che chi viene a vedere il concerto non si accorga di nulla.
È vero che per fare carriera come tour manager bisogna essere “cattivissimi”?
No. Talvolta capita che si debba mantenere un atteggiamento “duro” per ottenere ciò che è legittimo e giusto avere, ma è la parte che meno preferisco di questo lavoro.
A parte gli scherzi, che tipo di difficoltà incontri nel tuo lavoro?
Le più svariate. Tutto diventa difficile quando non si riesce a dialogare in maniera corretta. Quasi ogni difficoltà tecnica può essere superata o “aggirata” se c’è collaborazione e professionalità da ambo le parti. Non è sempre così, e allora iniziano le difficoltà.
Andare in tour dev’essere abbastanza stressante, ma sicuramente è pieno di tanti bei momenti. Qual è il tuo più bel ricordo in tour?
C’era questo tour con Riccardo Sinigallia, dove ad ogni concerto (e intendo proprio tutti), arrivati ad una certa canzone, mi commuovevo. Non pensavo fosse possibile emozionarsi ascoltando la stessa identica scaletta ogni sera e invece, arrivati a quel brano, puntualmente succedeva.
L’artista con cui hai più feeling?
Non so se lui può dire lo stesso di me, ma per quanto mi riguarda sicuramente Niccolò Fabi. Quando mi hanno proposto di lavorare con lui ho pensato ad uno scherzo, sono da sempre grande amante del suo modo di fare musica e comunicare.
Ne avrai viste di tutti i colori, qual è la cosa più assurda che ti è capitata in tour?
Le cose più assurde sono proprio quelle che non posso raccontarti! Ti ricordo che sono stato in tour con Immanuel Casto, dove tutto può accadere. Un’altra cosa assurda è stata quella sera in cui, dopo aver lavorato ad un concerto con i Soilwork (una delle band alle quali sono più affezionato dato il mio retaggio metallaro di gioventù) ho incontrato Rocco Siffredi in un’area di servizio, due icone di quel calibro nella stessa sera!
Cosa non deve assolutamente fare un fan, per avvicinarsi ad un artista?
Dire qualcosa tipo “tu non capisci, io sono il suo più grande fan!”.
Torniamo seri, che momento sta vivendo la scena live in Italia? Ci stiamo riprendendo o ancora il settore è in crisi?
I budget sono molto ridotti rispetto al passato, o almeno così sento dire dai miei colleghi più grandi. Per quanto riguarda la quantità e la qualità del lavoro non posso proprio lamentarmi, quasi non ricordo l’ultima volta che sono andato in vacanza. Se invece parliamo di discografia la situazione è sotto gli occhi di tutti.
Cosa bisognerebbe fare per far rifiorire il mercato?
Purtroppo non sono la persona più adatta a dare questa risposta.
Chi sarà il prossimo artista che accompagnerai in tour?
Mi occuperò della produzione italiana dei concerti di Wolfmother, Deftones, Tom Odell, Rodrigo y Gabriela, Black Mountain e altri artisti stranieri. In attesa di partire per il nuovo tour dei teatri e poi l’estivo con Niccolò Fabi.
Egle Taccia
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