Annaclara e Gabriele: due destini che si uniscono per dar vita ad un progetto straordinario… Semplicemente:”Laica”.
“Laica” è un aggettivo dal significato singolare: questo ha inciso in qualche modo sulla scelta del nome?
Laica è un nome che ci ha convinti fin da subito per due principali motivi: la sua etimologia ovvero la parola greca “laikos” che significa “del popolo”, che per noi degli anni 2000 diventa “pop” (ma non solo), mentre il secondo motivo, del tutto “musicale”, è il suono consonantico duro della parola. Quindi senza dubbio non parliamo di laicità nel senso proprio del termine, ma se vogliamo comunque trovare un collegamento con questa più stretta accezione dell’aggettivo laica, prendiamo la volontà di essere slegati da condizionamenti religiosi e ci sentiamo liberi di affermare la nostra indipendenza di nome e di fatto.
La produzione musicale di Annaclara Maffucci nasce in lingua inglese, solo dopo si passa all’italiano, perché?
All’inizio scrivevo in inglese forse perché condizionata dai miei ascolti o forse perché non ero certa di voler essere compresa. Ho iniziato a scrivere in italiano quando la mia consapevolezza e la mia maturità, sia come persona che come artista, hanno iniziato ad avere un carattere più delineato. L’italiano è una lingua che amo follemente, saranno stati i miei studi classici al liceo ad avermi trasmesso questo rispetto atavico nei confronti di una lingua che si è evoluta nei secoli, figlia della lingua dei romani e sorella di quella in cui venivano narrati gli antichi miti, ma proprio per questo rispetto profondo che nutro nei suoi riguardi, non mi sono sentita subito a mio agio a scrivere in italiano. Quando Gabriele ed io abbiamo iniziato a scrivere insieme invece è stato del tutto naturale sceglierla come lingua principale delle nostre canzoni, anche se stiamo già pensando di allargare il nostro pubblico scrivendo qualcosa di più internazionale.
“Tu mi hai raccolta” è il vostro brano di esordio, uscito il 25/06/2015, un brano sicuramente dal tema molto delicato e importante, capace di arrivare dritto al cuore. Il messaggio che racchiude di chi o cosa racconta?
“Tu mi hai raccolta” parla di un risveglio, di una ripresa. E’ la storia di una persona che aveva smesso di credere in quello che faceva e che si era abbandonata a se stessa, fino a quando qualcuno che teneva a lei le ha ricordato che il rischio di vivere è che si può anche soffrire, ma che vale la pena di farlo per tutto il bello e il buono che c’è a questo mondo. Spesso si pensa che solo perché si canta quello che si scrive le storie siano autobiografiche, ma in realtà noi tutti siamo circondati da storie e chi riesce a mettere in rima o riesce a racchiuderle in un foglio pentagrammato non sta facendo altro che raccontarle da suo punto di vista, proprio come i vecchi cantastorie.
C’è qualcuno o qualcosa a cui vi siete mai ispirati? Chi ha influenzato in modo particolare il vostro percorso musicale?
Non credo si possa dire che ci ispiriamo a qualcuno per quello che riguarda il nostro cammino: noi seguiamo semplicemente la nostra strada ed i nostri ritmi ma sicuramente gli ascolti di entrambi hanno influenzato la nostra musica. Nei nostri brani che definiamo pop in realtà ci si trova dall’elettronica, al jazz passando per il soul e il rock con naturali sfumature di musica cantautorale, insomma noi e la nostra musica siamo figli del nostro tempo: dai Beatles a Florence + The Machine, passando per Sia, Niccolò Fabi e arrivando a Stevie Wonder e Pino Daniele. Citandone alcuni inevitabilmente ne lasciamo indietro altri che sono stati comunque importanti per noi, ma spero siamo riusciti a rendere l’idea.
Oggi, musicalmente parlando, sono davvero molte le nuove proposte; specialmente grazie ai talent. Che ne pensate di questo ” trampolino di lancio”? Partecipereste mai?
Crediamo che anche quella possa essere una strada ma non ci dimentichiamo che rimane comunque principalmente televisione. La televisione ha le sue dinamiche, discutibili o meno, spesso diverse da quelle della musica e se non si arriva con i piedi ben saldi per terra e le spalle dritte si rischia solo di farsi macinare dal meccanismo senza riuscire a ricavarci nulla se non una fama stagionale e una delusione scottante. Non ci poniamo limiti e con questa consapevolezza cercheremo sempre di perseguire i canali che pensiamo possano favorire la diffusione “intelligente” della nostra musica. La cosa certa è che non desideriamo essere i burattini di nessuno.
Per quest’anno, da poco iniziato, quali sono i vostri progetti?
I progetti per questo 2016, non per forza in questo ordine, sono naturalmente i live, così da portare la nostra musica nel mondo reale e farci ascoltare da quante più persone possibile, la scrittura di nuove canzoni, che già avviene senza soluzione di continuità da quando abbiamo fondato i Laica, la partecipazione a diversi concorsi per venire a contatto con sempre nuove possibilità di diffusione della nostra musica e poi, Sanremo, chissà che il prossimo anno non porti anche noi tra i fiori dell’Ariston…
Agata Thea Di Mauro
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html