Tutti i fan di Ligabue conoscono bene Rigo, bassista che l’ha accompagnato in tantissimi live. Ma Ligabue non è il solo ad aver condiviso il palco con l’artista; infatti Rigo ha collaborato con personaggi del calibro di Willy De Ville, Elliott Murphy, Robert Gordon, Mick Taylor, Luciano Pavarotti e Steve Wynn.

L’ho incontrato per parlare di “Water Hole”, album da poco pubblicato con la complicità di Robby Pellati alle batterie e percussioni (che si è inventato per l’occasione dei veri e propri set da zero).

Cosa ha ispirato “Water Hole”?

Credo si tratti della “necessità interiore”, un concetto molto alto mutuato da una sorta di libro sacro per chi fa arte e comunicazione come “Lo Spirituale Nell’Arte” di Vassily Kandinsky, una lunga trattazione di ciò che ci fa muovere in ambito espressivo, scritto da un artista completo che non ha mai avuto paura dell’anima.

Non potevo non seguire l’istinto e la necessità che sentivo di raccontare le storie che fanno parte di “Water Hole”.

La scelta dell’inglese per i testi è legata alla sua musicalità, oppure c’è qualche altra ragione che ti ha spinto a cantare in un’altra lingua?

Scrivo in inglese o meglio in “broken english” da sempre, prima di tutto per una grande comodità rispetto alla nostra bellissima lingua, poi anche per una sorta di volontà di sentirmi parte dell’Europa, come italiano europeo che adotta la lingua dell’Unione Europea. Vedo con favore chi tenta questa strada, credo sia giunta l’ora di dire la nostra anche in inglese…

Il suono di questo album sembra molto diretto e senza tanti fronzoli. Come sono avvenute le riprese sonore dei brani?

Abbiamo progettato con precisione la ripresa, andando a mimare il modo e le posizioni che io, Robby Pellati (alle percussioni inventate) e Franco Anderlini alle armoniche avremmo occupato, in cerchio dentro la sala ripresa. Abbiamo usato lo studio “The Garage” di Civitella Val Di Chiana in provincia di Arezzo, ci siamo affidati alle cure del grandissimo mai troppo elogiato Fabrizio Simoncioni. Ci siamo seduti alle 10 del mattino e alle 16 il disco era registrato. Nella fase di registrazione non abbiamo utilizzato nè monitors nè cuffie ma ci siamo ascoltati molto; Fabrizio ha fatto miracoli con i microfoni e credo che il disco suoni molto bene, a differenza di tante cose levigate e finte che si sentono in giro.

I suoni, la scelta dei generi, oltre a far pensare tanto a un certo tipo di blues/folk americano, colpiscono per essere completamente in controtendenza rispetto ai suoni elettronici e iperprodotti a cui ci sta abituando la discografia dell’ultimo periodo. Cosa ti ha portato a recuperare generi che attualmente sembrano un po’ dimenticati?

In realtà è il sound che mi ha sempre caratterizzato, una idea di musica che parte da una chitarra acustica e un elemento percussivo, groovy. 

Nel caso specifico di Water Hole ho volutamente evitato di “nascondermi” dietro al basso elettrico, favorendo l’espressione su uno strumento che non è assolutamente il mio, anzi. L’unica cosa che ho voluto evitare era inserirmi in un genere preciso e particolare. Sono un avido ascoltatore di musica roots ma rifuggo la mentalità da classificazione che pervade il nostro ambiente.

“Glass” però è un brano di ispirazione diversa. Si sente proprio uno stacco nell’album, sbaglio?

Infatti l’idea era di inserire una sorta di sipario tra un lato A e uno B utilizzando un brano di mia composizione che fa della serialità e del minimalismo la sua essenza, peraltro registrato con una sorta di synth della Yamaha che rende quasi impossibile suonare in modo canonico.

“The King Of Love” ci riporta in Italia col parlato nell’intro del brano. Chi è la voce narrante e com’è nata questa collaborazione, che se non erro dura da un po’?

La voce straordinariamente espressiva di Danio Manfredini, col quale ho l’onore di collaborare da qualche anno, lui è un gigante del teatro e ho imparato moltissimo da lui sullo strumento-voce. Quello che Danio riesce a infondere in un reading come nel caso di “Semplicissimo” di Raymond Carver è magico.

Noi tutti ti conosciamo anche come il bassista di Ligabue. Cosa porti con te degli anni con lui? Quali sono i ricordi o gli insegnamenti più preziosi di questa esperienza?

Tantissimo materiale umano e artistico, la grande capacità di lavoro di Luciano, la sua cura con i testi, la voglia di far arrivare un messaggio il più possibile universale. La possibilità di fare musica per numeri enormi mantenendo molto alta la tacca della qualità.

Dove potremo ascoltare la tua musica nei prossimi mesi? Hai in mente un tour?

Forse farei prima a dire dove non suoneremo! Adoro suonare e così faccio prima a segnarvi le date qui.

 

13 febbraio 2016 Rigo “Water Hole Tour” Live@ Ex Muddy Waters Calvari (Genova)
19 febbraio 2016 Rigo “Water Hole Tour” Live@Rive Jazz Club Bassano del Grappa

20 febbraio 2016 Rigo “Water Hole Tour” Live@Na Cosetta Roma

21 febbraio 2016 Rigo “Water Hole Tour” Live@Hades Napoli 

23 febbraio 2016 Rigo “Water Hole Tour” Live@Marco’s Pub Livigno (Sondrio)

25 Rigo e Robby “Water Hole Tour”@Revel Theatre Treviglio (Bg)
26 febbraio 2016 Rigo “Water Hole Tour” Live@Enoteca Lunano (Pu)

27 febbraio Rigo e Robby Live@Como (Mi)
3 marzo 2016 Rigo “Water Hole Tour”Live@Mag Mell Alessandria (Al)
4 marzo 2016 Rigo “Water Hole Tour”Live@Magazzino di Gilgamesh Torino (To)

12 marzo Rigo w.K.Butler& The Judas Live@ Lo Zaino dell’Artista Correggio (Re) 
19 marzo Rigo’s e Robby Water Hole Live@Pasteggio a Livello San Felice S/P (Mo)
8 aprile Rigo “Water Hole Tour”@McLogan Pub San Giacomo (Sa)

15 aprile Rigo “Water Hole Tour”@Fuori Porta Carrara (Ms)

7 maggio Rigo Robby live@Bari (Ba)

9 aprile Rigo’s e Robby “Water Hole Tour” @Blue Dahlia Marina di Gioiosa Ionica (Rc)
15 aprile Rigo e Robby “Water Hole Tour”@Fuori Porta Carrara (Ms)
13 maggio Rigo e Robby “Water Hole Tour”@Attimo Divino Aqualagna (Pu)
22 maggio Rigo e Robby “Water Hole Tour”@Salumeria della Musica Arceto (Re)

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