Archiviata l’esperienza “Inigo & Grigiolimpido”, Inigo (all’anagrafe Inigo Giancaspro), cantautore e compositore pugliese diplomato al C.E.T. di Mogol , nell’ottobre 2015 si è classificato primo ad Area Sanremo con il brano  Di me e di te.  In questa intervista ci racconta la sua nuova avventura solista!
 
Cominciamo con le presentazioni…chi è Inigo?
Inigo? Non lo conosco a tal punto da sbilanciarmi, però so per certo che scrive canzoni da anni per tanti motivi, uno dei quali è arrivare un giorno a poter rispondere a questa domanda.
Dopo la fine del progetto “Inigo & Grigiolimpido”, iniziato nel 2008, nel settembre del 2014 hai deciso di intraprendere la carriera solista: quali motivazioni ti hanno spinto ad intraprendere questa nuova avventura musicale?
C’era un disco di Luca Carboni di qualche anno fa intitolato “Le band si sciolgono” e io credo che i motivi  occhio e croce siano sempre gli stessi. Per impegni vari era diventato difficile riuscire a fare tutto ciò che il far parte di una band comporta. Subito dopo mi sono regalato un anno sabbatico da dedicare a me stesso, alla scrittura e alla produzione di nuovi brani e da lì sono ripartito.
Nell’ottobre 2015 hai presentato ad “Area Sanremo” il brano  Di me e di te  con il quale hai vinto la manifestazione arrivando alla finale di Saremo Giovani: come è andata  e di cosa parla la canzone?
Direi che è andata abbastanza bene, poi si sa… al meglio e al peggio non c’è mai fine, si poteva andare al Festival ma si poteva anche uscire molto prima e non avere quell’occasione di visibilità che invece ho avuto grazie a questo traguardo. Per quanto riguarda la canzone e le canzoni in generale io non sono un amante delle parafrasi e dei riassunti, anche perché faccio della chiarezza e della comunicabilità i miei, come si suol dire, cavalli di battaglia. Pertanto vi invito semplicemente ad ascoltarla.
Ho letto che stai lavorando al tuo terzo disco: cosa dobbiamo aspettarci? Continuità col passato o un cambio di rotta?
Paradossalmente dovrete aspettarvi entrambe le cose. Dal punto di vista della produzione artistica (curata da me e dal mio chitarrista Emanuele De Lucia) sarà un disco meno elettrico e più acustico, i brani saranno un po’ più “nudi” e questo rappresenta sicuramente un cambio di rotta rispetto ai due dischi precedenti. La continuità rispetto al passato, invece, sarà rappresentata da me e dal mio modo di scrivere e di cantare le canzoni.
Tra le altre cose, in questi anni hai condiviso il palco con artisti come Fabrizio Moro, Arisa, Giò Di Tonno, Mauro Di Maggio, Simone Cristicchi, Max De Angelis, Pan del Diavolo, Enrico Nascimbeni, Riccardo Sinigallia e Simona Molinari. Che ricordo hai di ciascuna esperienza?
Sono state tutte esperienze belle ed importanti nella loro diversità. La maggior parte degli artisti che hai citato sono stati ospiti dei vari festival e concorsi ai quali ho partecipato negli ultimi dieci anni. Un discorso a parte va fatto per Fabrizio Moro, il quale per ben cinque volte mi ha dato l’occasione di aprire i suoi concerti e di esibirmi, pertanto, davanti ad un pubblico ben più vasto di quello al quale io e la mia band eravamo abituati.
Ci salutiamo con una curiosità: qual è l’ultimo disco che hai acquistato?
L’ultima volta che ho comprato dei dischi è stato in autogrill (anche perché di negozi di dischi non ce ne sono più tanti in giro) tornando da Sanremo: “Mediamente Isterica Deluxe Edition” di Carmen Consoli, “The Platinum Collection” (una raccolta in tre dischi) di Battiato, “Lucio” di Lucio Dalla e un cofanetto da 5 dischi di musica jazz.
 
A cura di Laura De Angelis
 

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