“Studi Interrotti” è il primo album di inediti del duo Gli Scontati, composto da Lorenzo Kruger e Giacomo Toni, pubblicato il 21 gennaio per MarteLabel. Come molti di voi sapranno, questa unione nasce come omaggio a Paolo Conte e si è poi sviluppata fino a diventare un duo inedito, che però vede sempre la figura del maestro come ispirazione primaria. Il nome dell’album racchiude un aneddoto particolare, che leggerete in questa intervista, insieme a molte altre notizie sul progetto!
Il duo è nato come omaggio a Paolo Conte, che si è sviluppato fino a regalarci un disco di inediti, dove è contenuto anche un tributo al maestro astigiano. Ci raccontate la storia del vostro progetto?
Ci siamo accorti anni fa di avere questo maestro in comune e la cosa non era del tutto “scontata” perché di fatto frequentiamo generi molto diversi. Da questo stupore è nata l’idea di portarlo insieme sul palco. Dopo quasi 5 anni e diversi tour sgangherati in giro per l’Italia abbiamo deciso di alzare il tiro con un disco di inediti.
C’è un aneddoto che si nasconde dietro questi “Studi Interrotti”. Vi va di raccontarcelo?
Certo: semplicemente una nostra prof. di musica delle scuole medie, che ci ha rivisto sul palco l’anno scorso a Cesena; stupita di ritrovarci musicisti dopo tanti anni ed entusiasta del concerto, si è fatta avanti dopo qualche giorno con questa cartelletta di inediti, che dice di aver ritrovato nella ristrutturazione della pensione di famiglia a Cesenatico. La somiglianza con la scrittura contiana è evidente, a lei piace pensare siano del maestro ma di fatto è impossibile. Comunque nessuno li ha mai rivendicati e lei ci ha chiesto se in qualche modo ci interessavano… Li abbiamo letti, suonati, poi ci abbiamo messo un po’ le mani e ci siamo accorti che la cosa funzionava alla perfezione…
Qual è la caratteristica di Paolo Conte che più vi affascina?
Personalmente l’eleganza e il pudore maschile nello scrivere. Il desiderio di poesia, che trovo più umano e giusto del desiderio d’essere poeta. La coerenza, la capacità di rendere una provincialità sfacciata qualcosa di internazionale.
Recentemente ho letto che forse per la prima volta nella storia si vendono più i dischi del passato, che le nuove uscite. Secondo voi cosa sta succedendo alla musica di oggi? Cosa ha perso rispetto alle grandi composizioni del passato?
La produzione della musica è stata radicalmente virtualizzata negli ultimi 20 anni, questo ha influenzato la qualità. Il tempo, quello che era necessario per fare le cose, è sempre stato un ingrediente fondamentale nella composizione delle opere. Ora che tutto viene fatto più velocemente, a tutto viene dedicato meno tempo. Credo che la differenza sostanziale sia qui.
Tornando al vostro stile, lo definite come un’attenta rivisitazione della lezione contiana. Qual è l’essenza di questa lezione e quale il brano del vostro album che maggiormente la rappresenta?
La lezione che ne traggo è una vocazione artigiana. Dedizione costante, ripetizione che istituisce il tuo codice e alla milionesima pennellata troverai la tua pennellata.
Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro live?
Il massimo sarebbe che voi non vi aspettaste nulla, così faremmo prima a stupirvi…
Egle Taccia
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