Un tour on the road quello di Maria Devigili, da Rockit segnalata come tra le “10 nuove cantautrici italiane emergenti da tenere d’occhio“. Trentina, laureata in Filosofia, Maria ha scelto Catania come sesta tappa del suo 11 DATE IN 11 GIORNI, un viaggio, soprattutto nel Sud dell’Italia, per far conoscere i brani del suo ultimo lavoro, La Trasformazione, e non solo. Catania l’accoglie in uno dei suoi palazzi storici più belli, Palazzo Trigona, da cui, affacciandosi, è possibile ammirare tutto l’incanto della città etnea: è il 15 dicembre, manca ormai poco a Natale, le luci e le decorazioni per le strade rendono la visione ancora più magica. Incontro Maria prima dell’esibizione e mi racconta dell’affettuosa accoglienza ricevuta dagli organizzatori, ossia i ragazzi di Rivoluzione Culturale, un’associazione no profit che, negli ultimi tempi, ha ravvivato la scena artistica catanese con eventi interessanti e di qualità.
Entriamo nella sala in cui si terrà il concerto e veniamo rapiti immediatamente dagli affreschi sul tetto e da un’atmosfera d’altri tempi e penso che, sì, questo è davvero il posto giusto per ascoltare i brani di una cantante che, già nel modo di vestire, mi ricorda molto gli anni ’60: a fine serata, la cantautrice trentina mi indicherà, tra i suoi ascolti fondamentali, Luigi Tenco, da cui ha praticamente imparato a cantare studiandone puntigliosamente la voce.
Non c’è un palco, ognuno di noi prende posto dove può, chi su dei cuscinoni, chi nelle poche sedie che questo affascinante salotto riesce a contenere e aspettiamo di sentire dal vivo, per la prima volta, la Devigili che, nel libretto del suo ultimo album, ha ringraziato persino Eraclito e Platone per averla ispirata. Stefano Orzes è il compagno di viaggio di Maria, la sua batteria, per tutto il corso della serata, verrà illuminata da due luci soffuse e calde capaci di creare una dimensione avvolgente e sognante.
Quando è Ora è la prima traccia de La Trasformazione e quella che Maria sceglie anche per aprire il concerto: leggo molta curiosità negli occhi di chi è presente, il live è sempre la prova del nove per un artista, il momento in cui capisci se le impressioni positive avute durante l’ascolto del disco trovano riscontro nella realtà viva dell’esecuzione: per quanto mi riguarda, l’esame è stato decisamente superato. I testi de La Trasformazione non sono difficili ma di certo complessi nella misura in cui ti fanno riflettere, complici, probabilmente, gli studi filosofici della cantante, e sono anche ricchi di spunti poetici, basti pensare alla intro di Come una formica, in cui il grande Claudio Lolli recita una delle liriche più significative di Montale, Non chiederci la parola. Tra un cambio di chitarra e l’altro, strumento che la brava trentina dimostra di padroneggiare con sicurezza insieme all’interpretazione vocale dei pezzi, ascoltiamo le altre tracce del disco, L’Ombra, Celestial, La Trasformazione, ma anche Istante e Dentro, incluse in Motori ed introspezioni del 2012. C’è spazio per una cover che non ha bisogno di presentazioni come Io sono uno Skianto, brano del 1978 dei mitici Skiantos e che strappa al pubblico un applauso fragoroso e meritato. Non solo, prima di congedarsi, Maria ci regala anche dei brani inediti, come La voce nelle Maree , nata dalla lettura di Walt Whitman e che dedica a tutti i poeti presenti in sala.
Finito il concerto, stappiamo una bottiglia e, tutti insieme, ci concediamo un brindisi per festeggiare la bella serata e per augurare a Maria un 2016 pieno di tante altre trasformazioni proficue ed interessanti come quelle che hanno caratterizzato quest’anno ormai finito.
Laura De Angelis
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