E’ uscito il 16 novembre l’album d’esordio La Banda del Pozzo, che porta il nome omonimo del gruppo che lo ha concepito e in occasione dell’uscita di “Pensami”, secondo singolo scelto dall’album, noi di Urbanweek abbiamo voluto sapere qualcosa in più su questi ragazzi provenienti dalla provincia di Messina che, grazie al crowfunding e ai raisers che hanno creduto in loro, sono riusciti a materializzare il loro sogno artistico.
I componenti della Banda del Pozzo sono:
Ezio Castellano alla voce e chitarra, Rosario Frank Lo Monaco alla seconda chitarra, Santi Giannetto alla batteria, Andrea Grecchi al contrabbasso.
Nella realizzazione di questo album ha collaborato anche Mattia Boschi ai violoncelli.
Ecco l’intervista:
Come nasce la vostra avventura e come mai avete deciso di chiamarvi così?
Abbiamo voluto omaggiare la città natale del progetto, Barcellona Pozzo di Gotto (in provincia di Messina). E’ da lì che abbiamo iniziato a muovere i primi passi di questo progetto. In più ci piaceva molto l’idea del pozzo come “simbolo” perchè rappresenta molto il nostro immaginario un po’ notturno, solitario, romantico, mistico…
La canzone “Pensami” parla della complessità di un amore a distanza: avete qualche esperienza a riguardo che volete raccontarci?
Ognuno di noi ha avuto un’esperienza di questo tipo e coi tempi che corrono poi ancora di più. Abbiamo parlato di un sentimento soffocato dalla distanza riferendoci ad una coppia, ma ci piace molto l’idea che ci si possa identificare con ogni forma di sentimento “a distanza”, sia esso vissuto da un genitore in balìa della tristezza sapendo che il figlio è a miglia di distanza, per lavoro, in una fabbrica, sia quello vissuto per un amico arruolato nell’esercito, di stanza in territori pericolosi. Volevamo mettere in evidenza la dicotomia assenza/presenza e la forza del ritrovarsi nel pensiero dell’altro, al di là delle barriere spazio-temporali. (“Pensami! …e dimenticherò che non sei qui!”)
Come mai avete scelto proprio Milano e Parigi per girare il video?
Amiamo Parigi, ci siamo già passati più volte (anche per il videoclip d’esordio) e ci ritorneremo presto.
E’ una città incantevole che ha radici musicali\artistiche meravigliose, terra dello swing degli anni trenta e di quelle sonorità che hanno cambiato la nostra visione della musica, e già solo questo la rende molto speciale per noi.
Milano è la nostra seconda casa: ci viviamo e lavoriamo ormai da tempo.
Come vi hanno aiutato i raisers nella promozione del vostro disco?
I raisers sono stati la parte fondamentale per la creazione, lo sviluppo e la promozione del nostro disco.
Il loro supporto, sia economico che morale, ci ha permesso di portare a termine con successo la nostra campagna di crowdfounding su Musicraiser raggiungendo una somma di 6400 euro. Noi abbiamo messo a disposizione le nostre ricompense strampalate (schiaffi al cantante, serenate, cene e concerti nelle loro case, solo per citarne alcune) e loro ci hanno dato fiducia contribuendo con le offerte. Proprio qualche giorno fa siamo stati ospiti di un workshop organizzato da Mtv, e proprio lì, rispondendo alle domande dei partecipanti, ci siamo ricordati della sorpresa che abbiamo avuto nel vedere crescere giorno dopo giorno il rapporto di fiducia tra noi e i nostri raisers,i quali si sono sentiti parte integrante nella costruzione del progetto e proprio questa partecipazione attiva e appassionata è risultata una formula sinergica vincente.
Ci raccontate qualche aneddoto curioso al riguardo?
La cosa che ci ha divertito di più è stata sicuramente la mole di foto dei nostri raisers i quali, per promuovere la campagna, si sono scattati delle foto seminudi, coperti semplicemente da un cartello con su scritto “#sostienilabanda”. In pochi giorni le bacheche di Facebook sono state riempite dai loro autoscatti e l’impatto è stato incredibile.
Questo nuovo modo di promuovere la musica sui social secondo voi darà un input positivo o negativo all’industria musicale?
L’ industria musicale è sempre in continua evoluzione e chiaramente attorno ad essa cambia anche il modo di comunicare.
Sicuramente i social avvicinano molto di più il pubblico all’ artista, dando la possibilità di interagire con estrema facilità (cosa praticamente impossibile fino a qualche anno fa) e questo è senza dubbio un bel traguardo. L’ avvento di alcuni social ha però danneggiato parecchio la vendita dei dischi, che ormai sono facilmente fruibili on-line. Ma anche questo fa parte di questa evoluzione e il mercato musicale sa benissimo che deve adattarsi al cambiamento piuttosto che combatterlo. Lo stesso vale per noi artisti:
cambia il mezzo e di conseguenza anche la comunicazione in ogni sua forma, ma non cambia il fine che è quello di portare la propria musica ovunque ci sia il desiderio di ascoltarla.
Sara Russo
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