Di Giorgia Molinari e Marco De Benedictis
 
Trovare dei cosplayer in viale della Conciliazione a Roma, di fronte al colonnato di Piazza San Pietro all’ombra “der cuppolone” è un’esperienza che non capita proprio tutti i giorni. Ma non capita nemmeno tutti i giorni che le colonne sonore di un videogioco vengano eseguite da un’orchestra sinfonica.
Un altro aspetto che impressiona è l’assoluta eterogeneità del pubblico presente: dagli adolescenti ai cinquantenni; passando per i moltissimi trentenni che hanno passato l’adolescenza (ma, siamo sicuri, non solo) ad affrontare quadri e mostri per salvare la principessa Zelda.
 
È un’operazione enorme quella creata da Nintendo e Massimo Gallotta Production: far eseguire ai 90 elementi dell’Ensemble Symphony Orchestra, diretti dall’americana Amy Andersson, le colonne sonore (non chiamatele musichette!) che arricchiscono i quadri di uno dei videogiochi più belli e più longevi di sempre: The Legend of Zelda.
 
Ma veniamo al concerto.
Come una sinfonia che si rispetti, l’evento è stato suddiviso in due distinti atti, con lo scopo di dare una sorta di “spaccato” della scena a cui il pubblico sta assistendo: la longeva saga videoludica di The Legend of Zelda è arrivata al suo 30esimo anno di vita e dato che ormai il numero di giochi presente nel roster della saga ha superato la quindicina, lo spettacolo si è concentrato su quelli più rinomati, quei capolavori immortali che si sono fatti strada nell’etere dei videogiochi.
Si passa dall’osannato “Ocarina of Time” al tetro “Majora’s Mask”, quest’ultimo considerato da molte testate giornalistiche del settore il miglior gioco di tutti i tempi. Durante l’esecuzione dei brani, o per meglio dire, dei medley ( duravano più o meno una ventina di minuti ciascuno, erano dei mix di una serie di melodie), una mega proiezione accompagnava l’orchestra e il pubblico, dove venivano rappresentate le boss fight più famose e le scene più strappalacrime dei capitoli. Non pochi sono stati i momenti sniffosi, dove c’era abbastanza confusione nel comprendere se tutti fossero raffreddati o semplicemente commossi.
Intervallare l’esecuzione dei brani della colonna sonora con le parole dell’autore, il Maestro Koji Kondo, padre anche delle musiche di Super Mario Bros e Star Fox, di Shigeru Miyamoto (supervisore di The Legend of Zelda) ed Eiji Aonuma, che segue la gestazione di ogni produzione della serie, è parsa una scelta intelligente per arricchire l’esperienza con curiosità e spiegazioni più tecniche riguardo uno dei videogiochi più amati da sempre.
Il concerto ha già toccato molte città: Parigi, New York, ma anche la Spagna e, in Italia, aveva già fatto tappa a Milano; rispetto alle altre date, quella romana non è andata sold-out, complici forse anche i biglietti platea a prezzi molto alti.
Ciononostante, la “Sinfonia delle dee” ha toccato i cuori di tutti; era come andare a vedere un figlio arrivato finalmente alla sua laurea, con un risultato che i genitori non si aspettano mai, perché le aspettative non combaciano mai con la realtà dei fatti.
Ben fatto, Link, ad maiora!
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html