Ho scambiato quattro chiacchiere con il cantautore padovano DamienMcFly. In poco più di un anno con i suoi concerti ha ottenuto un ottimo riscontro qui in Italia, ma soprattutto all’estero. Lo scorso 15 ottobre è uscito il suo album “Parallel Mirrors” per l’etichetta Ferrari Records. Si tratta di un disco in chiave folk che, come ci spiega il cantautore, parla di rapporti umani, di personalità paragonate e riflesse in uno specchio.
Ciao Damiano, allora cominciamo subito. Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?
Ciao, la mia passione nasce fin da quando ero un bambino in quanto sono cresciuto in una casa dove si respirava musica ogni giorno. Ho un fratello e due sorelle e tutti suonavano la chitarra, quindi capitava spesso di ritrovarsi assieme a cantare qualche canzone assieme la sera.
Hai cominciato con youtube a farti conoscere con delle cover e sei stato praticamente “baciato dalla rete”. Hai iniziato per gioco o ci speravi davvero?
La prima cover la si fa sempre un po’ per gioco, ma allo stesso tempo si spera che le cose vadano bene. Infatti già dalla seconda vedevo una buonissima risposta dal pubblico. Youtube è fantastico perchè dopo un paio di giorni dall’uscita di un video puoi già vedere i risultati. Piano piano le visualizzazioni e gli iscritti hanno iniziato ad aumentare e allora capisci che sei sulla strada giusta.
Cosa ne pensi dei talent?
Credo che non siano adatti a chi, come me, vuole fare un proprio percorso da cantautore. Non è facile trovare il proprio sound e trovare il proprio modo di esprimersi, ma non ritengo che la soluzione sia affidarsi completamente ad una struttura come quella di un talent show, dove corri il rischio di venire inghiottito dall’industria musicale nel giro di qualche anno.
Lo scorso 15 ottobre è uscito il tuo primo album – “Parallel Mirrors” – perché questo titolo e di cosa parla questo disco?
Una volta ultimate tutte le registrazioni mi sono accorto che il disco parlava principalmente di me e del mio rapporto con le persone incontrate negli ultimi due anni.
Una volta intitolata l’ultima canzone scritta (Reflection), ho paragonato la mia personalità ad uno specchio che negli anni riflettendosi negli altri, mi ha fatto conoscere maggiormente chi sono io e allo stesso tempo, ha fatto sì che le persone che si specchiavano in me riconoscessero le loro personalità. Il disco parla quindi di rapporti umani, relazioni, amicizie, desideri sia al passato che al presente.
Perché la scelta di cantare in inglese?
L’inglese mi è sempre piaciuto e fin da piccolo ho sempre sentito un forte impulso verso la cultura Statunitense e sognavo di andare a vivere in America. Col tempo ho cambiato desiderio ma più viaggio più vorrei partire e l’inglese è l’unica lingua che ti permette di girare il mondo con la musica.
Il tuo stile è molto” british”, come reagisce il pubblico italiano a questo genere di musica?
Diciamo che non reagisce per niente male. Siamo tempestati da musica inglese e mi piace avere l’approvazione da quella parte di pubblico che ascolta la musica che piace a me e dalla quale traggo ispirazione, il folk appunto.
Con quale artista o band ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe poter aprire un tour dei Mumford and Sons o di Ben Howard attualmente, ma stimo molto altri personaggi come Matt Corby o Tom Odell.
C’è qualcosa che vorresti aggiungere?
Seguite le news sui miei social (facebook.com/damienmcflyband) e se siete in zona venite a trovarmi live!
Simona Bascetta
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