Il 23 ottobre è uscito “Arrivano i nostri”, il nuovo ep di Bugo, prima parte di un nuovo progetto discografico dell’artista, che è stato in passato definito il fantautore della musica italiana, ma che oggi preferisce essere considerato come una persona comune che svolge un lavoro insolito.
Chi sono questi nostri che stanno arrivando?
Siete voi, son quelli che non vogliono accettare certe cose della vita, quelle che ci vengono imposte dalla società; sono quelli che vogliono dire la loro. E’ un discorso ampio, perchè ci sono un sacco di persone che non vogliono essere omologate; in un mondo dove omologazione e subordinazione al potere sono una costante, i nostri sono quelli, e sono tanti, che un po’ vogliono dire la loro.
Vado ma non so anticipa l’uscita dell’ep. Parla di fuga e libertà, che spesso sottendono un senso di solitudine e la paura di avere qualcosa da perdere. È un brano che ti rappresenta?
Si, certo! Penso che quando si è sempre in movimento e anche in questo caso si vuole dire la propria e non avere vincoli, quando ci si butta nel mondo, è chiaro che si è anche un po’ spaventati, ma fa parte del gioco, appunto per non farsi prendere, come dico nella canzone.
In un’intervista hai dichiarato che il mondo del rock è un gioco. Che ne pensi di chi invece si prende troppo sul serio?
Bisogna prendersi sul serio, però con le cose serie, ovvero le canzoni. Il resto è un contorno che fa parte di un gioco, di un meccanismo che non è il fondamento; il fondamento per me sono sempre le canzoni, tutto il resto è importante, ma non fondamentale. Si parla sempre del contorno, di com’è vestito uno, è tutto immagine, ma non scordiamoci che tutto quello che stiamo facendo, io, tu e le case discografiche, partono sempre dalle canzoni, se no tutto il resto non ci sarebbe. Nell’intervista volevo esprimere questo concetto, ma cavolo il rock è una cosa molto seria!!
Come ti rapporti coi tuoi fan?
Mi piace quasi sempre fermarmi con loro dopo il concerto, fare gli autografi e le foto. C’è un fanclub su fb che raccoglie tutte le foto con loro dopo il concerto. Ho un rapporto umano, com’è nel mio carattere. Questo un po’ lo si può anche intuire da come sono, in generale sono una persona alla mano.
Per te è stato coniato il termine di fantautore. Ti rappresentano come uno dei personaggi più eclettici della scena italiana. Come ti trovi dentro a queste, passami il termine, etichette che ti sono state attribuite? Tu come ti definiresti?
Sono cose del passato e ci stanno, hanno qualche anno… Sono una persona che ad un certo punto ha visto entrare la musica nella sua vita e attraverso di lei esprime quello che vive, tutto: dalla rabbia, all’amore, alla gioia, ai desideri. Mi piace definirmi una persona come gli altri che fa un lavoro particolare, ma in fondo il succo qual è? Che siamo persone in mezzo alle altre persone, con le proprie particolarità.
Parliamo dell’ep. Qual è stata la principale fonte di ispirazione di questi brani e che tipo di sperimentazioni accompagnano l’album?
La principale fonte di ispirazione…Ogni suo testo ha una sua storia da raccontare, quindi diverse cose, l’amore è sempre stato un argomento che ho trattato con passione. C’è il pezzo più arrabbiato, quello più divertito, quindi diciamo che le mie tematiche sono le solite ma ogni volta trattate con canzoni diverse.
Come si sono evoluti nel tempo i tuoi brani? Riascoltandoli cosa trovi di diverso?
Sinceramente è cambiato molto il suono, più che altro, non sono uno che ascolta la propria musica. Sento i miei vecchi pezzi quando devo preparare un concerto, ma non è che vado sotto la doccia e ascolto i miei dischi. Vedo una persona più giovane ma è un rapporto molto naturale, una volta avevo una certa attitudine, ora quell’attitudine è più consapevole, perchè ho 40 anni, in fondo sono sempre io, ma ho un buon rapporto col passato.
Da novembre comincerai il tour. Che novità porterai con te? Puoi darci qualche anticipazione?
Il tour parte il 6 novembre da Brescia. Quindi posso dirti che abbiamo iniziato d’estate con un po’ di date, con una nuova band. Ovviamente con l’uscita dell’ep stiamo preparando uno spettacolo più completo, con una nuova scenografia. Tante canzoni, da tutti i miei dischi quasi. Come tutti i miei live, i nuovi spettacoli saranno molto passionali, energici e con il dialogo col pubblico; dialogo non vuol dire parlare, ma sguardi, intese. C’è molta voglia di tornare perchè un tour vero e proprio non lo faccio da due anni, quindi ho una bella adrenalina addosso.
Egle Taccia
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