Come molti di voi sapranno il 21 Novembre è il giorno in cui Lo Stato Sociale si esibirà al PalaDozza di Bologna prima di una lunga pausa. Si preannuncia una festa con tantissimi ospiti!

Potevamo farci scappare l’occasione di scambiare qualche battuta con Alberto “Bebo” Guidetti per parlarne?

Ultima eccezionale data del tour nella vostra Bologna al Paladozza. Sarà una festa con tantissimi ospiti, ci vuoi anticipare qualcosa?
Ci saranno un po’ di amici, molto famosi e un po’ meno famosi, alcuni sono stati già annunciati, altri nomi verranno fuori nelle prossime settimane, di sicuro ci saranno Mattia de L’Orso e i Magellano, che ci hanno seguito durante due tour nei club e volevamo continuare ad averli con noi sul palco. Poi ci sarà Brunori, Bluebeaters, Tre Allegri Ragazzi Morti, i 99 Posse e poi vediamo chi altro ci sarà da tirare fuori dal cilindro.
“L’Italia peggiore” è stato un grande successo. Chi sono le persone che vi hanno aiutato a raggiungere questo traguardo e a cui va il vostro grazie più sentito?
I grandi registi che vincono l’Oscar ringraziano sempre il pubblico che gli ha permesso di arrivare fin lì. Sicuramente è merito delle persone che ci hanno seguiti negli anni e ci hanno permesso di arrivare fin qua con una mole di seguito inimmaginabile. Poi dall’ altro lato ci sono quelle persone che non sono i cinque scemi che vedete sul palco, c’è Matteo di Garrincha Dischi, c’è Antenna Music Factory il nostro booking che è stato da tre quattro anni a questa parte, uno dei migliori consiglieri che potessimo trovare, tutto il reparto tecnico, quindi fonici, luciai, backliner e tutti quelli che ci portano a spasso e ci permettono di fare lo show con serenità. Il grande grazie va soprattutto a loro.
Un ruolo speciale l’ha sicuramente svolto il vostro modo attento di utilizzare i social. Curate  personalmente la vostra pagina facebook?
Si se ne occupa Lodo, da qualche anno a questa parte ormai.
Rimanendo in tema di social, la tecnologia ha portato alla ribalta la figura degli haters, che a voi non sono di certo mancati. Come vi rapportate con loro? C’è qualcosa che vi ha ferito in particolare lungo questo percorso?
Il fenomeno degli haters… Leggevo un articolo molto interessante sull’Atlantic della settimana scorsa, che diceva che in generale internet è un posto in cui la dialettica spinta al negativo ha più successo di una dialettica spinta al positivo, perché ricopre e sfrutta tutti i meccanismi sociali che già esistono. Quando ci sono gli haters vuol dire che stai facendo qualcosa, che sta succedendo qualcosa, altrimenti le persone non si scomoderebbero e non perderebbero il loro tempo a dirti peste e corna. Ci sono delle cose che ti feriscono di più o di meno, ma sono sempre cose ferme a un livello dialettico che ha a che fare con la mera provocazione. Per ferirti dovrebbero conoscerti personalmente e insultarti che so, la mamma. Finchè non si arriva a toccare certe sfere del privato, e in linea di massima non succede mai, ma quando succede non fai altro che fare spallucce e pensare: “che idiozia!”. Gli haters esistono, così come esistono i fan a cui va bene qualsiasi cosa tu faccia. Sono polarizzazioni. La polarizzazione è figlia di qualcosa che sta effettivamente accadendo, ma comunque non è mai significativa, racconta uno stato che non è mai preciso o più diffuso. Sono radicalizzazioni, che non hanno senso d’essere, non danno né una spinta, né sono una zavorra.
Recentemente è stata fatta un’analisi, non proprio rosea, del mercato discografico indipendente italiano. In realtà voi, totalmente in controtendenza, siete riusciti a “fare numeri” da indipendenti e senza l’aiuto della critica, dei grossi media e senza essere passati da un talent. Come ve lo spiegate?
Io credo che si possa leggere anche 400 date in 4 anni. Se qualcuno pensava che il fare strada e la vendita porta a porta avessero smesso di funzionare, forse si sbagliava. Gran parte delle cose sono successe perché abbiamo sempre vissuto volentieri il caricare il furgone e partire. Ovunque fosse la data noi andavamo, qualunque fosse il meteo noi partivamo. Già questo è stato d’aiuto. come gli haters sono una polarizzazione, Lo Stato Sociale probabilmente è un po’una casistica a sé. Io non te lo so raccontare bene. Può accadere che in un’economia di recesso qualcuno riesca a trovare un modo per sopravvivere meglio degli altri, questo non vuol dire arricchirsi e che adesso uno si compra la macchina, anzi finito il tour si torna a fare i camerieri probabilmente. Quindi abbiamo avuto fortuna ed è stata una serie di incroci. Siamo venuti fuori come band attorno al 2012, nel momento in cui la crisi economica batteva particolarmente forte e anche dal punto di vista del mercato discografico non se la passavano molto bene. E’ anche vero che i dischi non hanno mai smesso di vendere, il digitale fa sempre una buona parte, gli streaming esistono anche se non pagano molto, insomma il Paese è reale, il mercato si muove in qualche maniera; poi come è stato possibile non lo so spiegare bene, è stata anche fortuna. Tra l’altro la mia vita dal punto di vista etico-sociale segue dettami molto lontani da quelli del mercato e del capitalismo. A me del mercato non me ne frega un cazzo! Che la nave stia affondando non è un mio problema, questo non deve essere inteso come un discorso atomista, non vuol dire vita mia morte tua, ma tutte le cose figlie del ‘900 stanno morendo, anche il mercato come lo intendiamo. Io sono anche contento che stiano morendo, perché questo vuol dire che il futuro sta arrivando. Siamo in un periodo di transizione, è difficile capire dove andremo, quali saranno le nuove formule, cosa dovremo inventarci noi come musicisti e in generale tutte le persone che se ne occupano. Non è un grosso problema. Davanti a questa crisi ci sarà qualcos’altro di più bello, più nuovo e più sul pezzo. Vendere i cd da Ricordi o da Feltrinelli ha rotto il cazzo, non gliene frega più niente a nessuno, te lo garantisco. Non è quello che ti fa il numero, sono i dischi che vendi al banchetto o quelli su Bandcamp che ti fanno il numero.  Il mercato discografico delle grandi major ha perso e va bene così, abbiamo vinto noi in qualche forma.
Se ti trovassi seduto ad un bar con un concorrente dei talent show, cosa gli diresti, che tipo di consigli ti sentiresti di dargli?
Che non c’è bisogno di passare attraverso un talent show. Oddio alle volte fa bene, io penso ad amici come Vittorio degli Osc2x , lo conoscevo prima, ne pensavo bene prima ed era una cosa figa prima, senza passare da X Factor. Io credo che sia un mezzo come tutti gli altri che può far bene, dall’altro lato il meccanismo sotteso ad ogni talent show, per me è un meccanismo orrendo e devastante. Mettere in concorrenza qualcosa che mai dovrebbe stare in concorrenza, come le band, fare i concorsi. Tutti devono stare in concorrenza per migliorare, ma fare i concorsi fa schifo. I concorsi non dovrebbero esistere sotto questo punto di vista. Credo che vi siano cose che si possono tranquillamente evitare, ognuno è libero di fare tutti i talent e portare a casa il risultato, se c’è. Penso che siano parte di un’industria che non rappresenta nessuno, quindi tranquillamente trascurati.
Cosa farete dopo il live di Bologna? Che progetti ha la band?
La band non ha nessun tipo di progetto (ride). Come essere umani singoli faremo tante cose che non facciamo da un sacco di tempo, tipo non fare Lo Stato Sociale, che già è un bel sollievo anche se non sembra. Ci dedicheremo ai nostri progetti personali, alle nostre vite, faremo qualcos’ altro non lo sappiamo ancora bene. Ci pensiamo da dopo. Sicuramente la band si metterà in pausa per un bel po’.
Egle Taccia
 
 
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