Dopo una lunga e apprezzata carriera da violinista, nonostante i suoi “giovani” 32 anni, Vincenzo Di Silvestro, lo scorso maggio, ha esordito con il suo primo album intitolato  Invisibile la felicità. Una scelta coraggiosa quella di provare a fare anche il cantautore e non solo il musicista talentuoso. Una prova decisamente superata da Vincenzo il quale, nelle otto tracce che compongono il disco, ha curato ogni aspetto, dagli arrangiamenti, alla scrittura dei testi sino alla produzione. Chissà se l’artista catanese definirebbe ancora la felicità un sentimento invisibile dopo le soddisfazioni ricevute di recente: a luglio, a fine concerto, l’irlandese Damien Rice lo ha scelto per un aftershow improvvisato per le strade di Taormina (date un’occhiata al video che gira in rete), mentre a settembre, gli è stato comunicato che il brano Domani è domenica è stato candidato come miglior canzone al Premio Tenco 2015.
Ed è proprio Domani è domenica ad aprire il disco di esordio di Di Silvestro: una delicata ballata in cui la voce di Vincenzo si alterna a quella della brava Patrizia Laquidara e che vede, inoltre, la partecipazione di Cesare Malfatti (La Crus) alla chitarra. Il videoclip della canzone è stato realizzato da Rocco Minore, il quale ha scelto di rappresentare la storia d’amore che viene “narrata” ricorrendo alle immagini del sole e della luna che da sempre riescono a sfiorarsi senza mai, però, poter restare insieme sotto lo stesso cielo. Il secondo brano, Invisibile la felicità, è stato scritto da Luca Lezziero: brevi versi riempiti dalla bellezza del violino. Dormi ha una melodia sognante, onirica, scandita dalla voce, quasi sussurrata, del musicista siciliano, mentre in Lascia stare l’atmosfera rilassata si mescola alla decisione degli archi e della batteria del refrain. Quello di Vincenzo è un disco “senza confini”: in Vieni qui ospita la voce calda e ipnotica della cantante e percussionista siriana Ilona Danho che ha registrato il suo contributo nel suo studio in Svezia. L’attenzione per il mondo arabo nasce in seguito alla partecipazione ad un concerto di gemellaggio con l’orchestra di stato siriana tenutosi a Damasco; in quell’occasione, Di Silvestro è rimasto profondamente colpito dal constatare che, contrariamente a quanto si possa pensare, spesso, nella stessa famiglia, cristiani e musulmani riescono a convivere in maniera pacifica e spontanea. In Caro Aldo la tematica amorosa viene filtrata attraverso la lente della memoria storica che ci riporta al tragico assassinio di Aldo Moro, mentre in Nel silenzio, bellissimo brano di Paolo Benvegnù, unica cover dell’album, l’artista catanese dà prova di essere bravo anche nel personalizzare l’arte altrui. Scivoli via, chiude il disco ripercorrendo le melodie e le atmosfere che caratterizzano le altre tracce senza, però, apparire per questo ridondante o ripetitiva.
Un buon esordio, dunque, quello di Vincenzo Di Silvestro, affiancato, è giusto ricordarlo, da Alessandra Lussi al piano, Giovanni Amato alla batteria e da Pierpaolo Monterosso alla chitarra acustica. Sembra quasi superfluo sottolineare l’eleganza che il musicista imprime alla sua creatura grazie al suono del violino, mentre, per niente scontate, appaiono le doti di cantautore che questo primo disco mette in luce e che ci hanno piacevolmente sorpreso.
 
Laura De Angelis
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