Di recente ho incontrato Giordano Sangiorgi, l’ideatore del Mei, il meeting degli indipendenti, ed abbiamo chiacchierato di musica indipendente, di quello che dobbiamo aspettarci dal Nuovo Mei che si terrà a Faenza dall’ 1 al 4 Ottobre e del futuro della musica italiana.
Se dovessi spiegare ad un profano del settore cosa sia il Mei, come lo descriveresti?
La prima Woodstock italiana degli artisti emergenti. Per 72 ore non stop oltre 1500 musicisti proporranno la loro musica diventando di fatto la capitale dei nuovi suoni del nostro Paese.
Insieme a loro il 3 e 4 ottobre esposizioni, indies, festival, strumenti musicali, editoria indipendente, cinema indipendente, prodotti a km zero, vintage , formazione, ascolti, incontri e workshop  e tutta la cultura emergente innovativa e creativa di oggi per una grande festa della nuova musica, con una Notte Bianca sabato 3 ottobre con oltre 30 palchi in  contemporanea nella citta’. Un evento imperdibile per i giovani appassionati di musica  che vogliono conoscere di piu’ e insieme divertirsi e allacciare rapporti e relazioni.
Quali sono i motivi che vi hanno portato a ribattezzare questa edizione come #nuovomei?
Con il 2014/2015 si e’ chiuso il grande ciclo dei 20 anni del Mei. Quello che ha avuto al centro la produzione discografica indipendente sdoganando questa musica e facendola diventare musica di Serie A, come tutte le altre, e diventando una vera e propria piattaforma di lancio di tutto il movimento, fornendogli spessore culturale, artistico e di mercato e collaborando al lancio di molti artisti sconosciuti quando si sono presentati al MEI, mentre oggi sono tra i pilastri della nuova musica del nostro Paese.  Il #nuovoMEI2015 sarà, oltre alla vetrina di tutti i nuovi suoni degli under 30 da ogni parte d’Italia, un Super Mei Circus itinerante, che con nuovi e giovani partner porterà questi nuovi suoni in giro per l’Italia.
Puoi già anticiparci il nome di qualche artista che parteciperà alla manifestazione?
Abbiamo artisti di grandissima portata insieme ai giovani provenienti da oltre 15  festival e contest da tutta Italia.  Con la loro presenza valorizzeranno il festival della nuova musica emergente 2.0 del nostro Paese artisti come Roy Paci, Eugenio Bennato,  Ermanno Mauro Giovanardi, Bobo Rondelli, Ciccio Merolla, Lo Stato Sociale, Ghemon,  Kutso, Piotta, Nobraino, Dellera, Ivan Cattaneo con Susanna Parigi, Omar Pedrini, Gli Scontati, Ruggero de I Timidi, Giovanni Truppi, Cecco & Cipo , Flavio Giurato, Paolo Zamardi  e tantissimi altri e tanti altri che ancora si aggiungeranno.
Amnesty è sempre vicina al Mei, chi premierà quest’anno?
Per i suoi 40 anni di attività farà una celebrazione sul tema dei diritti umani, mai sentiti come oggi, premiando Roy Paci per la sua arte vicina in tutta la sua carriera al tema della tutela dei diritti umani e inoltre presenterà il nuovo disco di Ivan Cattaneo, proprio dedicato ad Amnesty International per i suoi 40 anni di attivita’.
Che cosa deve aspettarsi chi viene a Faenza per la prima volta?
Una grande festa della nuova musica, una grande piattaforma di nuove proposte pronte per essere al servizio di un nuovo corso della Rai, che con la nuova dirigenza vuole diventare più pop e più vicina alla cultura e ai giovani e quindi non potrà che mettere in soffitta i vecchi festival televisivi musicali estivi ammuffiti per dare spazio alla forza creativa di queste migliaia di giovani. L’anno scorso ci furono piu’ di 30 mila presenze, 200 espositori e 100 tra incontri e convegni.
Come cercate di sostenere la musica emergente, in questo periodo di crisi generale?
Oltre al #nuovoMEI2015 lavoreremo a compilation on line per valorizzare i nuovi artisti, sosteniamo il progetto di Be Crowdy per i dischi di esordienti, presenteremo con alcuni partner il progetto discografico “Mi Sento Indie” proprio per gli esordienti e tanto altro ancora. Ma soprattutto facciamo proposte alla Siae e al Ministero dei Beni Cultruali di intervenire a favore di questo settore con i fondi dell’equo compenso, attraverso sgravi per i live per incentivarli, sostegni ai festival per emergenti, borse di studio per i giovani artisti, rendicontazione più analitica anche per i piccoli live  e un progetto comune che metta insieme tutti i festival collegati alla Rete dei Festival.  Inoltre con All Music Italia stiamo lavorando a una raccolta firme per un appello a favore di maggiore musica emergente in tv e radio oggi praticamente assente.
Quanto pensi che durerà ancora l’era dei talent show?
Nel 2002 quando apparve il primo talent show vinto dalle Lollipop, si chiamava Popstar, fu, a sorpresa , su Italia 1  un vero e proprio flop. Nessuno avrebbe immaginato poi il grande successo, soporattuto di format oltre che di publbico e di mercato avuto qualche anno dopo. I talent hanno delle gravi colpe sull’appiattimento e l’omologazione della musica e sul lancio di artisti lanciati come meteore, ma poi abbandonati insieme alla forte discriminazione verso  le band in genere e verso certi stili e culture musicali, che trovano spazio da noi e nei vitali circuiti del live. Non ho la palla di vetro e quindi non so, ma penso che sarebbe utile fare nascere nel minor tempo possibile uno spazio televisivo per i nuovi talenti che lavorano a innovare con la loro creatività la proposta musicale del nostro Paese e non semplicemente a ricalcare il vecchio pop tradizionale. Questo serve così come serve che i talent si aprano sempre di più alla vera realta’ musicale. Sulla loro durata non saprei, avessi di questi poteri farei un altro mestiere.  Credo che qualche barlume si veda quando nascono nuovi talent con una persona di grande spessore musicale come Mauro Pagani, forse qualcosa sta di nuovo cambiando.
Egle Taccia

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