“Addio cantautore. Benvenuta band.” Così si potrebbe sintetizzare In Caso di Pioggia la Rivoluzione si farà al Coperto, il nuovo lavoro di Borghese, alter ego di Angelo Violante (voce, piano, synth) che adesso vuole condividere la maschera con gli altri musicisti, ovvero Giacomo Jack Pasquali (chitarre, cori), Daniele Domenicucci (batteria, prog. drum machine) e Gianluca Di Toro Mammarella (basso e cori).
Il disco è uscito lo scorso 25 aprile ed è stato estratto come singolo di lancio il brano La tipa di rockit, che raccoglie al meglio tutti i temi e gli umori dell’album, ovvero riflessione divertita della società, vita privata e pensieri personali in chiave giocosa e una spruzzatina di polemica.
Il precedente L’educazione delle rockstar è ormai alle spalle, in cui è vero che si intravedevano già spiragli di ribellione al cantautorato, ma erano solo segnali di cambiamento e comunque utili più a vivacizzare il sound che ad esprimersi in modo compiuto contro la tradizione classicheggiante del songwriting.
L’electro pop-rock del nuovo disco conferma comunque il sarcasmo e l’ironia di Violante, che ha “studiato” per tutto l’anno il mondo circostante, e lo incolla, quasi con metodo documentaristico, sulle canzoni che effettivamente, come sostiene lo stesso artista, sono state scritte da “centinaia di persone, anche se loro non lo sanno”.
Ho ammazzato il mio produttore si fa portavoce di quell’ironia e sarcasmo di cui sopra e rappresenta bene “l’esperimento di disco sociale”: <<Il mio produttore si faceva chiamare Brian ma in realtà si chiamava Bruno. Ieri mi ha detto che le parole non le ascolta più nessuno. Coglione, le parole sono importanti >>.
La tipa di rockit è il pezzo di lancio del disco, una furbata che porta a riflettere sulla figura dell’artista contemporaneo, in cui il “rappeggiare” paga molto più che cantare, dove catene e pantaloni larghi vincono sull’intellettualismo e sulle manie da rockstar, che rende <<disillusi senza esserci mai illusi>>.
Catto Comunismo forse è la traccia più ispirata, in cui la solita ironia punteggia il confronto fra comunismo e cattolicesimo, giustificando la famosa espressione “catto – comunista” , riconoscendo più di una somiglianza fra le due fazioni perché alla fine hanno “lo stesso manifesto, stesse gerarchie, gli stessi dogmi”. In questo caso, l’ironia si mischia alla polemica, più personale che collettiva, ma sempre con quell’aria da finto divertimento.
Le undici tracce si susseguono fra riferimenti reali deformati dal sarcasmo (Amore, da oggi siamo poveri) e divertenti incursioni elettro-pop che fungono da ballad d’amore (La demolizione di un amore).
Complessivamente le tracce sono tutte vivaci, ma stancano quasi subito, perché forse la musica non dialoga in maniera compiuta con il testo, che scappa sempre dalla canzone per il suo vestito eccentrico e divertente, fatto di slogan e frasi ad effetto.
I riferimenti musicali a I Cani e Lo Stato Sociale se da un lato si vedono chiaramente, dall’altro sembrano deviare in modo inconfondibile, a volte con originalità.
In caso di pioggia la rivoluzione si farà al coperto è un disco di reale trasformazione e porta con sé quei difetti e quelle “accettabili noie” che solo i lavori di transizione e cambiamento posseggono.
Quindi, cari Borghese, aspettiamo il cambiamento. “Al coperto”
Fabrizio De Angelis
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