Ho ascoltato il loro album “I Topi Non Avevano Nipoti” e mi ha colpita molto. Raccontano la disillusione dei trentenni, incapaci di staccarsi dall’adolescenza e di scegliere la strada per la via adulta. Il nome è uno di quelli che non si dimenticano facilmente, ma anche la loro musica vi rapirà completamente.
Ecco il risultato del nostro incontro!
Il vostro nome, pur essendo molto singolare, resta impresso. Cosa rappresenta per voi e perché avete scelto di chiamarvi così?
Il nostro nome è palindromo (letta al contrario ha lo stesso significato), per chi lo sa è una cosa ovvia, per chi non lo sa è una rivelazione folgorante. Ci piace la sua follia, che simboleggia però qualcosa di ordinato e armonioso. E’ una di quelle idee che ti viene al pub e pensi che la tua mente non partorirà mai niente di meglio in tutta la tua vita. Ed eccoci qua.
Le vostre canzoni rappresentano lo spaccato di una generazione che non riesce ad allontanarsi dall’adolescenza. Come vivete i vostri trent’anni?
Li viviamo con un occhio al passato, alle avventure, a quando tutto sembrava semplice, naturale e splendente, e un occhio al futuro, in cui ogni scelta è una sfida, e impari che i risultati si ottengono solo se lotti costantemente.
E’ interessante il contrasto tra i vostri testi disillusi ed un ritmo molto orecchiabile e trascinante. Come nascono i vostri brani?
I nostri brani nascono da una melodia di voce e qualche accordo, il tutto così perfettamente puro e maledettamente vuoto, che completiamo con testi sulla nostra vita andando a scavare piano piano su quello che per noi è normale, e con arrangiamenti in cui proviamo sempre a fare qualcosa di nuovo, e che renda leggeri testi che normalmente non lo sarebbero.
La vostra musica presenta molte influenze, quali ascolti hanno ispirato il disco?
Gli ascolti di una vita, alcuni che devono rimanere nascosti e alcuni di cui ti vanti, ma che solo nella loro totalità ci hanno portato a certe scelte nell’album. Ormai ci stanno accostando a molti gruppi del panorama indie italiano, ed è il mondo a cui noi ci sentiamo di appartenere.
Chi sono le cavie, che scelgono di non scegliere?
In effetti è proprio così, sono le persone che preferiscono non uscire da un strada già segnata. Ed è anche il motivo per cui abbiamo deciso di intraprendere questo progetto. Abbiamo voluto dimostrare che si può cercare di creare un gruppo e di farlo crescere il più possibile, nonostante il lavoro e gli impegni che non ti lasciano nessuno spazio libero. Le occhiaie che ci portiamo addosso sono una testimonianza di questo, ci diciamo sempre che dormiamo troppo poco, ma abbiamo fatto questa scelta per dimostrare che si può uscire dagli schemi se ne hai la volontà, e per esprimere il lato che nella vita quotidiana rimane troppe volte assopito.
Dove potremo ascoltarvi? Che progetti avete in cantiere?
Abbiamo in progetto dei live per sponsorizzare il disco, nonostante questo sia appena uscito continuano a venirci canzoni che probabilmente saranno nel secondo disco. Per rimanere informati vi consigliamo comunque di seguirci su facebook (facebook..com/itopinonavevanonipotiofficial).
Grazie per l’intervista, se vorrete seguirci vi assicuriamo che ne varrà la pena.
Egle Taccia
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