Gli Aria su Marte sono una band padovana formatasi nel 2012 e composta da Francesco Gambarotto alla batteria e alla voce, Andrea Zuanon alla voce e alla chitarra, Alberto Zuanon al basso e ai cori e Guglielmo Camporese alle tastiere e synth.
Ad agosto del 2014 la band ha registrato il suo primo E.P. intitolato “Oltre il Buio”, contenente 5 tracce ed uscito il 22 Aprile 2014 .
Si tratta di un progetto molto interessante capace di soddisfare i gusti musicali più vari.
Ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con  i ragazzi per conoscere meglio loro e la loro musica.
1) Da dove nasce l’idea di fare musica e quali sono i vostri modelli di riferimento nel panorama italiano e internazionale?
 Fare musica è sempre stato parte delle nostre vite, non c’è stato quindi un momento in cui abbiamo avuto l’idea di fare musica, o almeno è passato così tanto tempo che non ce lo ricordiamo neanche. C’è stato invece un momento in cui tre anni fa, abbiamo deciso di fare musica insieme e iniziare questo percorso, perché avevamo delle canzoni da parte che pensavamo meritassero di uscire dalla nostra sala prove.
Nel panorama italiano sicuramente i cantautori della scuola romana come Niccolò Fabi, Riccardo Sinigallia, Max Gazzè sono stati un punto di riferimento, soprattutto all’inizio. A livello internazionale siamo fan di artisti come Moderat, Jon Hopkins o Moby, ma anche artisti più pop come i Coldplay o i Blur.
2) Come mai avete deciso di scrivere in Italiano?
 Quella di scrivere in italiano non è stata una decisione, ma il vero motivo per cui abbiamo iniziato a suonare assieme: avevo (Francesco) delle cose da parte e ho chiesto ai ragazzi di iniziare questa cosa insieme.  L’italiano ti permette di arrivare subito a chi ti sta ascoltando, e quando si incastra bene con la musica, si crea una magia insuperabile.
 3)I testi sembrano avere molta importanza in questo Ep, anche se non mancano delle sperimentazioni in quanto a sound.Cosa vi ha spinto ad una ricerca così intimista? 
Non c’è stata una ricerca in quel senso, semplicemente i pezzi sono usciti così e rappresentavano un po’ gli ascolti che abbiamo fatto, un po’ quello che siamo e che avevamo da dire. I testi non sono venuti dopo la musica, ma rappresentano il cuore stesso delle canzoni, che sono tutte nate da una idea, che ha poi trovato il suo sviluppo naturale negli accordi.  Per quanto riguarda i suoni, invece, c’è stata una ricerca, e abbiamo provato ad associare l’anima più intimista dei testi, a un suono più ricercato e contaminato dai nostri ascolti .
 4) Che ruolo ha giocato la produzione di Giuliano Dottori nel vostro progetto?
 Avevamo bisogno di uno sguardo esterno al gruppo, più esperto, che ci aiutasse a venire fuori dagli automatismi che inevitabilmente si creano quando stai tante ore insieme dentro ad una sala prove. Giuliano oltre ad aver registrato e mixato il disco, ci ha aiutato negli arrangiamenti e a rifinire le canzoni, limando qua e là i pezzi.
5)Se doveste descrivere questo lavoro usando 3 aggettivi quali utilizzereste?
Sincero, colorato, intimo.
 6) Che distanza c’è tra il lavoro fatto in studio e il live?
I pezzi dal vivo cerchiamo di suonarli in maniera più fedele possibile al disco, ma inevitabilmente ad ogni concerto le canzoni assumono una sfumatura sempre diversa.  Infatti  in studio non è sempre facile immortalare un particolare che magari dal vivo trova la sua naturale dimensione, come per esempio le voci e viceversa dal vivo certi elementi, o certi suoni trovano meno spazio e non rendono come nel disco.
7) Quanta importanza volete dedicare alla dimensione live?
 I live sono fondamentali, specialmente in quest’epoca dove rappresentano praticamente l’unica fonte di guadagno per chi vuole fare musica di mestiere. Noi poi siamo tutti e quattro musicisti, coinvolti anche in altri progetti, e suonare è ciò che ci diverte di più: ai nostri concerti per esempio ci piace aggiungere sempre lunghe code strumentali, che magari abbiamo preferito tagliare nel disco.
8) Tra Maggio e Giugno avete già in calendario delle date, sbaglio? Ci dobbiamo  aspettare delle sorprese?
Si questo fine primavera siamo in giro per la nostra regione a suonare in varie rassegne, stiamo chiudendo altre date per l’estate che a breve annunceremo, e poi tra l’altro siamo reduci da uno dei live più belli di sempre: lo scorso 22 aprile abbiamo presentato il disco in apertura ai Thegiornalisti, in un festival qui a Padova che contava più di 3000 partecipanti; un’esperienza pazzesca. Per l’inverno  invece siamo a lavoro per riuscire a portare il disco più lontano possibile, in giro per tutto lo stivale. Speriamo bene.
Anna Acconcia
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