Quando le parole rimangono solo parole, in genere si rimane sempre insoddisfatti e amareggiati. Questa è anche un po’ la sintesi di quella canzone che un artista, provate un po’ voi a indovinare chi, regalò qualche anno fa alla cantante Noemi. Quando le parole trovano invece, una voce e un’anima per potersi concretizzare e sgusciare fuori con tutta la loro forza emotiva, intercettando e conquistando il destinatario, allora tutto cambia.
Stiamo proprio parlando di Fabrizio Moro, che il 23 aprile ha fatto tappa al Ma di Catania per il suo Tour delle Girandole, portando con sé i suoi grandiosi musicisti. Grande intensità. Fabrizio canta con il suo naturale timbro graffiato, sente e pesa ogni singola parola, dimostrando che oltre ad essere un grande autore, è anche un grande interprete. Coinvolge il pubblico, lo fa ballare, stravolge i cuori di ogni singolo partecipante. La sala non è proprio al top, ma l’ambiente è gradevole, si respira quasi un’aria di casa. Chi è venuto e ha acquistato il biglietto, è lì per un preciso motivo, questo risulta evidente dall’attenta partecipazione. Fabrizio padroneggia il palco del Ma con grande sicurezza, sembra divertirsi, è disinvolto e scatenato. Gioca con il suo cappello, sorseggia della birra, sorride ed esprime giudizi favorevoli: “ bello questo ambiente, mi piace un casino ragazzi”
Oltre al feeling con il pubblico, palpabile è la grande complicità con i suoi musicisti, scherza con loro, va a punzecchiarli come farebbe un bambino giocherellone che disturba il lavoro del suo genitore… e le loro esecuzioni sono magistrali, coinvolgenti.
Alle 22:15 circa, il pubblico impaziente lo esorta ad uscire. Alle 22:30 esatte fanno ingresso dapprima i musicisti sulle note di Ciao Zì e Buongiorno papà, e la voce di Fabrizio si ode da dietro le quinte almeno per qualche secondo. I brani Tu e Respiro chiudono la tripletta. Si prosegue con E’ solo amore e dobbiamo aspettare la fine di questo pezzo per una prima veloce ma calorosa chiacchierata di Fabrizio con il pubblico. Non possono di certo mancare alcuni brani socialmente impegnati come Io so tutto, ispirato alle vicende di Giulio Andreotti.
Uno dei momenti più intensi della serata, è stato sicuramente l’esecuzione di Alessandra sarà sempre più bella, brano dedicato ad un’amica ormai scomparsa, l’emozione di Fabrizio sembrava evidente, danzava, il movimento delle sue braccia quasi a voler volare, le mani puntate sul soffitto quasi a bucarlo, per raggiungere il cielo a salutare ancora una volta una persona cara.
Fabrizio ha eseguito interamente il suo nuovo album, nessun pezzo escluso. Ma non sono mancati quei brani che lo hanno reso celebre, chiede infatti di fare insieme un tuffo nel passato. Brani eseguiti in un medley acustico, solo violino e tastiere sul palco: Libero, Pensa , Non importa, Sono solo parole. Dopo questi, rientrano di nuovo tutti i musicisti e la festa prosegue… questa canzone l’ho scritta ripensando a quando da piccolo mio padre mi portava allo stadio, racconta Fabrizio introducendo La partita, gli ultrà sono tutti uguali, PACE NEGLI STADI, sottolinea più volte il cantante, PACE NEGLI STADI. Il pubblico è scatenato, si balla in coppia, in gruppo, si sta abbracciati. Tutti cantano e saltano. Brani in stile western come Da una sola parte … e il re della serata continua a giocare con il suo cappello e con l’asta del microfono. L’atmosfera si fa poi più distesa sulle note di Parole, rumori e giorni, è un groppo in gola, qualche lacrima, prima di concludere con gioia e in allegria la serata. Fabrizio Moro ringrazia con cuore e umiltà tutti, uno per uno, i suoi musicisti, il fonico, “ chi illumina il palco d’immenso “, poi esce e si prepara per il bis.
“ Ci rivediamo strada facendo..!”
Concerto strepitoso!
Simona Bascetta