L’intervista: Management del Dolore Post-Operatorio
I Management del Dolore Post-Operatorio hanno da poco annunciato l’uscita del loro terzo album in studio. Il nuovo disco verrà pubblicato il 28 aprile per La Tempesta Dischi e sarà anticipato dall’uscita del singolo Scimmie. Ovviamente stanno per  venire a trovarci nelle nostre città con un bel tour  e alcuni showcase nelle principali sedi della Feltrinelli.
Secondo voi come si potrà chiamare questo nuovo album dei MaDe DoPo? Ovviamente I Love You! 
Cosa dite? Pensate che l’abbiano dedicato agli arrosticini? Probabilmente sì!
Vediamo cosa ci racconta il nostro caro Luchino Romagnoli al riguardo!
Cambio di etichetta, produzione di Giulio Ragno Favero del Teatro degli Orrori. Quali altre novità dobbiamo aspettarci dal nuovo album?
Abbiamo lavorato per raggiungere una dimensione molto acida e molto vicina al live. La crescita attraverso due album molto diversi e molto stratificati, ci ha portato ad una maggiore consapevolezza dell’efficacia dei nostri mezzi più semplici. 
Una batteria, una chitarra, un basso, una voce. Tutto è come lo vedi.
I punti cardine di questo disco sono i nostri difetti.
I love you è accompagnato da immagini che sembrano collegare l’amore alla morte. Amare, oggi, sta diventando una questione pericolosa?
L’amore per come lo intendiamo è una cosa disgustosa.
Non prendiamoci in giro. Oggi, in questo preciso momento, la parola amore per noi designa quel sentimento ridicolo che c’è tra due persone che credono di non poter fare a meno l’uno dell’altro. Eppoi tutto a puttane in 5 minuti. Io sono felice perché sono con te e viceversa, chissenefotte del resto. Quando sarò vecchio mi farai compagnia e chi si regge in piedi pulisce il culo dell’altro. Dammi un bacio, due, tre.
Questo è l’amore? Mi viene da vomitare.
L’amore è quella cosa che si mette nella pubblicità dei Cornetti Algida?
Quella è la morte.
Dobbiamo aspettarci qualche canzone d’amore, oppure molte provocazioni in puro stile MaDeDoPo?
L’amore è un duello. Il nostro continuo duello con la vita. La nostra voglia di far esplodere questa grande energia, che da sempre i grandi fantasmi (religione, stato, economia) cercano di ignorare, sconfiggere, nascondere. Le battaglie che combattiamo non sono mai piccole, sono tutte grandi. E anche chi viene sconfitto, addirittura chi combatte una battaglia sbagliata per una causa ingiusta, ci sta insegnando qualcosa e ci sta facendo del bene. Probabilmente ci sta insegnando l’errore, oppure sta distruggendo o rafforzando degli equilibri che devono sempre essere messi in discussione. Se non fosse così saremmo all’età della pietra. 
L’amore è il coraggio di non dare tutto per scontato e di andare a prendere la mela proprio quando Dio ci ha proibito di mangiarla.
Non siamo nati per vivere come dei bruti, Ulisse forse sapeva cos’era l’amore mentre si stava spingendo oltre i confini del mondo conosciuto.
Il nostro obiettivo è sempre quello di provocare. Cerchiamo di farlo in maniera semplice diretta e intelligente, nel limite delle nostre possibilità.
 
Rimanendo in tema di provocazioni, la vostra immagine viene spesso collegata all’esibizione storica sul palco del Primo Maggio a Roma. Siete stati liberi di spiegare al pubblico quel gesto, oppure le ragioni discografiche vi hanno impedito di potervi esprimere al riguardo?
Ci sono diversi modi per farsi capire. Quando hai tempo, faresti bene ad esprimerti con calma. Quando in dieci secondi vuoi dire tutto quello che pensi, c’è bisogno del “gesto”. Il gesto non va spiegato. Saprattutto a chi non è capace di andare oltre i confini della provocazione e di capire che nell’arte si può prendere qualsiasi oggetto e svuotarlo del suo significato per riempirlo d’altro significato. Siamo abituati a guardare il contenitore e mai il contenuto. Chi ha letto il piccolo principe sa di cosa sto parlando. Gli adulti sono fatti così.  
Nel medioevo la Chiesa era solita accettare queste provocazioni dai giullari, oggi no,  ma come siamo messi?!
Come avete trascorso questi mesi fuori dal palco? Vi è pesato star lontani dalla vostra gente?
Qualcuno aveva altro da fare, qualcuno ha riempito le ore facendo un mucchio d’altre cose, qualcuno è impazzito.
Avete mangiato tanto? 😀
E’ l’unica cosa che sappiamo fare bene e che ci mette sempre tutti d’accordo.
Il tutto bagnato con un poco d’acqua santa. Ne abbiamo una rosso sangue, si chiama Montepulciano. Si trova pure nelle chiese, ma se la beve tutta il prete. 
Guardando le date del tour, mi è sembrato di notare qualche prima volta in alcune città italiane ed una lunga sosta in Sicilia. Emozionati?
La Sicilia è un posto che adoriamo. I primi di Maggio poi, deve essere qualcosa di simile al paradiso. Non come quello della Lavazza, che fa schifo. 
Inutile dire che siamo contenti di suonare in posti dove non ci siamo mai esibiti, come anche ritornare in quei luoghi che ci hanno sempre accolto calorosamente.
Vabbè, cos’altro c’è da dire?!!!!!! Non ce la facciamo più! vogliamo suonareeeeeeeeeeeeeeeee!! L’avete capito o no?!
Il connubio Di Nardo-Romagnoli nella scrittura dei brani come funziona esattamente? Lavorate insieme, oppure vi confrontate successivamente?
Dipende, si cerca sempre di fare il meglio. Per questo disco ci siamo confrontati molto. Abbiamo lavorato su quegli aspetti che potevano rendere il testo più musicale  e la musica più vicina al testo. Ritmo, tanto ritmo. Come al solito, quasi per dispetto, ci siamo scambiati opinioni come se ognuno avesse maggiore competenza nel lavoro dell’altro. Ci vuole stima reciproca fiducia e amicizia, altrimenti si finisce a botte.
Ultimamente c’è sempre più un ritorno all’analogico e si vendono molti dischi in vinile. A voi come piace ascoltare la musica?
Noi siamo nati poveri, siamo ancora poveri e nell’animo saremo sempre dei semplici. Quindi siamo dalla parte dei poveri. La musica noi la ascoltiamo su Spotify, con tanto di pubblicità scassapalle, perché non vogliamo pagare l’abbonamento! 
Ascoltiamo mille dischi al giorno e non tiriamo fuori un euro. Col cazzo che ci compriamo il CD del Management del dolore post-operatorio! 
Con dieci euro sai quanto vino ci esce?
Compari in una recente classifica degli artisti indie più“fighi” della scena italiana, a riprova del vostro forte impatto sul pubblico femminile. Te l’aspettavi?
Si, ero figo nel 1999, quando avevo 15 anni e imitavo il principe di Bel-Air.
Adesso sembro Jim Morrison la settimana prima che morisse.
Una pessima imitazione, tra le altre cose.
Vi lascio con le date del tour in costante aggiornamento sui loro canali ufficiali:
27/4 MILANO, showcase la feltrinelli (ore 18)
28/4 BOLOGNA, showcase la feltrinelli (ore 18)
29/4 ROMA, showcase la feltrinelli (ore 18)
04/5 PESCARA, showcase la feltrinelli (ore 18)
07/5 PALERMO, I Candelai + showcase la feltrinelli (ore 18)
08/5 CATANIA, Mercati Generali + showcase la feltrinelli (ore 18)
09/5 MESSINA, Retronouveau
15/5 Pulsano (TA), Villanova
16/5 NAPOLI, Lanificio 25
21/5 Molfetta (BA), Eremo Club
22/5 ROMA, Black Out
23/5 AREZZO, Karemaski
30/5 BRESCIA, Latteria Molloy
31/5 MILANO, Circolo Magnolia
Egle Taccia
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