L’abitudine di tornare, il nuovo album di Carmen Consoli
La nostra Cantantessa torna, stupendoci con effetti speciali!
L’Abitudine Di Tornare, il suo nuovo album, o meglio il suo nuovo capolavoro, uscito per la Universal dopo ben cinque anni di assenza dalle scene, è un concentrato di pura arte cantautorale! I brani non sono brani, ma poesie!
In fondo la caratteristica di Carmen Consoli, oltre alla sua inconfondibile voce, è sempre stata la capacità di raccontare storie, trasformandole in canzoni. Ascoltare un suo album è come leggere un libro pieno di racconti.
Vorrei ricordarvi che è stata la prima donna in Italia a vincere la targa Tenco, come miglior album, con Elettra ed è una delle poche artiste italiane ad essere molto apprezzata all’estero.
Prima di raccontarvelo, premetto che L’abitudine di tornare è stato scritto in soli due mesi.
Inizio presentandovi alcuni dei temi trattati nel disco: omosessualità, crisi, immigrazione, femminicidio e mafia! Nel disco c’è ironia, c’è intelligenza e c’è anche un’estrema ricercatezza musicale. Non è un album da primo impatto, va scoperto, va apprezzato; lo si riesce a cogliere nel profondo almeno dopo una decina di ascolti, ma poi è impossibile separarsene.
In tre brani prende a schiaffi lo Stato, definendolo assente quando doveva combattere la mafia, superficiale nei confronti della violenza sulle donne ed addirittura persecutorio contro chi aiuta, seguendo la propria coscienza, le anime disperate che arrivano dal mare.
Non voglio anticiparvi altro! Cominciamo ad ascoltarlo insieme, questo capolavoro della Cantantessa.
La prima traccia, che dà il titolo all’album, è l’unico vero brano da primo ascolto contenuto nel disco. L’abitudine di Tornare racconta la storia di un tradimento, di un uomo diviso tra due vite, che un giorno dovrà dare qualche spiegazione ad un bimbo troppo simile a lui. “Lui non deve chiedere, ma tu dovrai rispondere!” Geniale il video del brano, ispirato al mago di Oz, dove le avversità vengono superate con cuore, coraggio e ragione, come la stessa Carmen Consoli mi ha spiegato nella nostra recente intervista. Confesserai mai a tua moglie, che il sabato dormi con me da circa dieci anni tra alti e bassi.
Ottobre è il brano dalle molteplici interpretazioni, ma forse la più ovvia è quella di un racconto di un amore omosessuale, di due ragazze che scoprono un sentimento, che nel loro mondo bigotto è difficile da spiegare. Parla delle difficoltà di prendere delle decisioni ai tempi in cui la stessa era considerata come una malattia. Due ragazze, la vendemmia, l’amore e la voglia di scegliere! Piuttosto che il limbo avrei scelto l’inferno, fosse stato il prezzo della libertà!
Esercito Silente è il brano che amo di più in questo album. Da siciliana, mi aspetto molto da questa canzone e sono certa che non passerà inosservata e che avrà i riconoscimenti che merita. Parla di mafia, di omertà, di una città che ha un passato pesante da dimenticare, Palermo, con la delicatezza e la dolcezza, che solo chi di quella terra è parte può mostrare! Un brano che urla in maniera silenziosa la voglia di riscatto, la voglia di uscire dall’oppressione. Un brano che parla di uno stato assai spiacente, che posa una ghirlanda tricolore con su scritto assente! Come è riuscita a concentrare i tratti più significativi della storia di Palermo in così poche righe? Parla di un Generale, Dalla Chiesa, a cui chiede se era questo il suo esercito. Qualche verso dopo si riferisce a chi sfidò la malavita a suon di musica e poesia, non penso sia necessario sottolinearvi che questi versi parlano di Impastato. E per finire ecco un aeroporto che è uno scempio, ma che adesso porta un nome di rispetto (Falcone e Borsellino). Pura poesia, arte in ogni singola parola! Chissà se il buon Dio conosce quest’inferno!
Sintonia Imperfetta parla di un amore finito, il cui epilogo lo si poteva intendere già dal primo incontro. Due personaggi antitetici ed un omaggio a Ferruccio Travaglini con la sua Voglio vivere così, rendono questo uno dei brani più giocati e ritmati del disco. Pensavo io a tua madre e al cane da portare a spasso.
La Signora del 5° piano ci riporta a temi seri, affrontati con un’ironia tagliente e sfrontata. Solo lei poteva parlare del femminicidio associandolo ad una famosa filastrocca, che serviva a fare da conta nei giochi dei bambini. La scelta della conta potrebbe avere una duplice lettura: la prima potrebbe dirci che in fondo è una conta senza fine quella delle donne che muoiono per caso, finite per sbaglio nelle mani dell’uomo cattivo; la seconda potrebbe avere il senso di mettere in ridicolo il ruolo degli investigatori, che provano a trovare le tracce evidenti della morte della signora, andando a tentoni come in una conta, quando invece la realtà è così evidente da non essere notata. La sua ironia sarcastica esplode quando spiega che la polizia, dopo la tragedia annunciata, trae la conclusione che non c’è alcun bisogno di avere paura. La signora del quinto piano ha un pitone in salotto, un guardiano fidato. Il suo ex è ogni sera davanti al portone con un martello in mano.
Oceani Deserti vede la collaborazione, nella scrittura della musica, di Max Gazzè. Una bella ballata che narra di una storia al capolinea, a causa di un passato che non passa mai …Se ami il sottile ricordo di chi a far soffrire è più abile…
E forse un giorno è la narrazione della crisi economica da parte di una donna, costretta a vivere con la sua famiglia in una macchina. La povertà insieme alla speranza che un giorno le cose migliorino ed i suoi figli possano essere felici. Un giorno. Da circa un mese dormiamo tutti in macchina, siamo diventati estranei agli occhi della comunità.
San Valentino è un brano dedicato all’amore, non parla di un giorno in particolare, ma del sentimento nella sua estrema rappresentazione, la paura, la follia, la forza di un qualcosa che si vorrebbe non esaurirsi mai. Dai abbracciami più forte, che l’universo accenderà per noi coreografie celesti.
La notte più lunga è la narrazione dei viaggi della speranza, fatti di improbabili barconi colmi di gente, bambini e speranze. C’è chi aiuta, ma lo Stato lo punisce per avere una coscienza. Ricordo quel giorno, quel tragico sbarco pieno di morti, di storie eroiche. Carmen ha nascosto, a mio avviso, in quel brano un riferimento molto chiaro, che serve a collocare nel tempo la narrazione: Su venghino signori ad ammirare il circo degli orrori. Siciliani, ricordate quella notte? La Sicilia era disseminata dalle pubblicità del Circo famoso, ma la realtà vedeva altri orrori sulle nostre coste.
Questa piccola magia è un brano dedicato alla vita, all’arrivo di una nuova vita. La melodia rapisce e porta indietro nel tempo, infiniti riferimenti musicali abitano questo brano. C’è la Carmen appena diventata mamma. La speranza chiude un album stupendo nel modo migliore, perchè nonostante le brutture di questo mondo, gli occhi degli innocenti compiono la magia di farci credere che tutto possa essere dimenticato. Tu che sorridi e non parli, batti a tempo le mani.
Un pensiero personale…Vorrei ascoltare più spesso album così.
Egle Taccia
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