Il Concerto: Il Genio
Il tormentone Pop Porno del 2008 li ha fatti conoscere al grande pubblico e da allora Il Genio, gruppo elettro pop leccese, formato da Gianluca De Rubertis e Alessandra Contini, continua a sfornare brani ricercati dal gusto un po’ ironico, mantenendo un’identità sempre più forte.  Nel loro caso la coerenza artistica è sicuramente da premiare!
Pochi giorni fa hanno portato i loro suoni elettronici al Ma di Catania e la mia curiosità mi ha spinta a correre ad ascoltarli.

Dal vivo si presentano in tre: basso, tastiere e batteria ed immediatamente risuona il forte contrasto tra le due voci, quella calda di De Rubertis e quella ovattata e sensuale di Alessandra Contini, che unite costituiscono il marchio inconfondibile del gruppo.
Ho sempre pensato che i concerti migliori siano quelli in cui si perde la percezione del tempo e ci si ritrova alla fine senza neanche accorgersene. Il Genio si ascolta con piacere, non c’è stato neanche un momento di noia durante il live, la scaletta è stata studiata in maniera semplicemente perfetta; questo è ciò che accade quando un gruppo porta in giro un repertorio ricercato e per nulla dozzinale, a dimostrazione che in Italia c’è ancora una produzione artistica di livello, basta semplicemente saper cercare bene e nei posti giusti, evitando i bar cinesi!
 
Motivi plausibili e Non è possibile servono a rompere il ghiaccio; subito dopo, alle prime note di Bar Cinesi,  la sala comincia ad animarsi. Quest’ultimo, col suo cappuccino sotto shock, è un brano ironico e realistico sulla colonizzazione orientale ed io penso che, anche se la musica italiana sta diventando un po’ come la cucina Made in China, il Genio rappresenti un bel mix di sapori italiani ed europei contro la cultura di massa. Non è possibile che l’uomo sia andato sulla luna, o almeno prima di ascoltare il Genio! Bellissima anche la loro versione di Groenlandia, brano del gruppo spagnolo anni ’80 Los Zombies, rifacimento bellissimo e tutto da ballare.
Il pubblico in sala si è moltiplicato brano dopo brano e non sono mancate le interazioni della band con i più folli in sala. Divertente la frase “Sesso, droga, casa e chiesa”, pronunciata da De Rubertis dopo l’ennesima, simpatica, provocazione. Cosa succede al Genio Dopo Mezzanotte? Non lo sappiamo, ma sicuramente ascoltiamo un brano dal sapore anni ’80 per una martellante: L’amore di una notte, che comincia a mezzanotte e tre, con due bicchieri viene, ma con una doccia se ne va! Ottima rappresentazione degli amori moderni. Una giapponese a Roma è un altro brano che colpisce per il suo testo accattivante.
Come vi dicevo, il concerto è volato via in un soffio. Se dovessi utilizzare un’immagine per descrivere le emozioni provate durante la serata, potrei dirvi che, un concerto de Il Genio, è come mangiare zucchero filato, ballando musica anni ’80 e indossando abiti rigorosamente sixties! Ma, forse lo zucchero filato lo abbiamo mangiato davvero?!? Chissà!
Egle Taccia
 
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