Due cuori hanno smesso di battere nelle ultime settimane. Erano due cuori speciali, perchè i cuori degli artisti hanno sempre qualcosa di speciale. Sono come i cuori dei bambini, i cuori degli artisti. Essere artisti significa non crescere mai, non avere filtri, guardare al mondo con gli occhi puri e il cuore pulito, con la fermezza di chi sa che il male deve essere visto e messo in luce, in modo che la gente possa capirlo e non solo demonizzarlo.
Questo è quello che la storia ci ha insegnato sull’arte, in tutte le sue forme. La storia però ci ha insegnato anche un’altra cosa, ovvero che gli artisti, quelli veri, sono spesso stati messi a tacere, perchè scomodi o perchè passati di moda, quasi come un capo di abbigliamento vecchio. Tanti sono stati i modi in cui l’arte è stata oppressa negli anni, ma recentemente questo tipo di oppressione ha raggiunto forme più sottili. Gli artisti veri, quasi sempre oggi, non vengono trasmessi, i media li ignorano o comunque non danno loro il giusto risalto.
Vi chiederete cosa c’entra questo preambolo con la morte di Mango e di Pino Daniele. Se ci riflettete un attimo e pensate un po’ al passato, vi renderete conto che ultimamente di Mango e di Pino Daniele si sentiva parlare meno. Poi all’improvviso i loro cuori hanno ceduto e tutti noi ci siamo ritrovati a pensare e a piangere due grandi, due artisti d’altri tempi, di quelli che facevano musica davvero, la musica che volevano loro, con le parole che volevano dire e con dei collaboratori che avevano scelto…loro (o l’oro).
Ho letto che soffrivano entrambi, perchè ultimamente avevano poco spazio e probabilmente si chiedevano cosa fosse successo a quella musica, a quelle parole…forse si chiedevano, come molti di noi fanno, cosa fosse successo alla vera musica italiana… Forse da lassù qualcuno ha sentito i loro cuori e li ha presi a sè, nel modo peggiore, improvviso, per ricordare a tutti noi la loro grandezza; probabilmente ha deciso di strapparceli in questa maniera così crudele, così immediata, quasi come a volerci dire che non li meritavamo più.
Ecco, io non ho voluto ricordarli parlandovi dei loro successi, preferisco ricordarli nel contesto in cui hanno operato e che ora forse non c’è più, in quegli anni dove la musica italiana, tutta la musica italiana, aveva il suo spazio. Dove i cantanti e gli autori avevano il loro spazio. Dove le radio facevano ascoltare al pubblico tutti i generi, tutte le idee che erano state messe in musica. Dove la musica italiana aveva lo stesso spazio di quella internazionale.
La musica piange due grandi artisti, perchè canzoni così oggi ce ne sono poche, o forse ce ne sono tante, ma restano nei cassetti degli artisti e dei cantautori, insieme ai loro sogni. Oggi si pensa solo a scrivere quello che il pubblico vuole, ma chi decide cosa vuole la gente?
Chissà se fossero nati qualche decennio dopo… La musica italiana avrebbe avuto queste due storie da ricordare, questi due artisti da piangere?
Forse no…
So che probabilmente vi sareste aspettati un tributo diverso da parte mia, ma credo che oggi sia un giorno troppo triste per l’arte intera per limitarmi semplicemente a raccontare la biografia di questi immensi cuori!
Un’ultima cosa… Se volete rendergli onore, provate a cercare intorno a voi, ricordate gli artisti dimenticati e cercatene di nuovi nei piccoli locali, cercate chi come loro ha il cuore grande e gli occhi puri. Questo è il regalo più bello che possiate fargli e la più bella canzone che possiate postare sulle vostre bacheche.
Egle Taccia
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