Ogni volta che si incontra un artista per la prima volta si conosce il personaggio, ma mai la persona. Spesso ci si fa un’idea di come potrebbe essere fuori dal palco ed altrettanto spesso ci si sorprende di quanto siano diversi da come li immaginavi. E’ successo più o meno questo, quando abbiamo chiacchierato con Paolo Benvegnù davanti alle telecamere di Urban. Ci siamo avvicinati a lui quasi sottovoce, con il rispetto che si deve ad un artista del suo livello e lui ci ha accolti con la sua simpatia, mettendoci immediatamente a nostro agio.
A Catania è venuto a presentarci il suo ultimo lavoro, Earth Hotel, un album poetico ed incantatore. Ovviamente io ero lì per voi, pronta ad ascoltarlo dal vivo e a carpire ogni singolo dettaglio della serata.
La location perfetta, la musica che ti cattura subito e ti trasporta da qualche parte, non si sa bene in quale luogo della Terra, in un hotel lontano, solitario, con una musica che prende a tal punto da perdere addirittura le parole. Ci si sente un po’ come dentro quegli hotel solitari, situati forse in una località di mare, in pieno inverno, dove ti trovi insieme a personaggi che sono lì nascosti dalla realtà, per pensare, per soffrire in pace, per trovarsi e magari incontrarsi.
Si pensa, si immagina e ognuno è in un mondo parallelo, surreale. Ho cercato di mantenere qualche minima capacità di discernimento ed ho cominciato ad osservare ciò che mi accadeva intorno. Non ho visto molti telefonini in aria, cosa a cui non mi abituerò mai ( che orrore!); questo mi ha fatto subito apprezzare il pubblico. In fondo, ognuno ha il seguito che si merita e Paolo Benvegnù può ritenersi soddisfatto per il lavoro svolto in tutta la sua carriera. C’era molto silenzio, gli sguardi attenti delle persone dicevano tutto: rapiti, persi nella musica, inebetiti e sorridenti ascoltavano quei suoni ipnotici. Vi confesso di non aver mai assistito a qualcosa del genere: una magia, un incantesimo.
La musica perfetta, le canzoni che non finiscono, si interrompono e basta; la band si diverte, si percepisce la complicità, la felicità di portare in giro e trasmettere la propria passione agli altri. Bellissimo!
Paolo Benvegnù parla poco col pubblico, ma si fa sentire tanto col cuore. E’ espressione di un modo di fare musica diverso dagli altri; tratta argomenti comuni con una poetica di spessore, che rende la sua musica semplicemente superiore.
…E intanto percorrendo i corridoi dell’hotel terrestre di Benvegnù incontriamo tanti personaggi, non solo italiani, che nelle loro camere ascoltano brani del passato dell’artista.
Mi sciolgo ascoltando quella che per me è e resterà sempre la canzone dei sogni: la bellissima E’ solo un sogno. Parte l’immaginazione, si pensa, si sogna che tutto sia possibile ascoltando quella melodia.
Descrivere i sentimenti che sono esplosi in me durante questo live è difficilissimo. Sicuramente posso dirvi che è stato un concerto raffinato, di grande spessore ed impareggiabile.
Purtroppo tutte le cose belle finiscono e si torna a casa con la stessa nostalgia che si prova quando si rientra da un viaggio, ma con la consapevolezza che si è un po’ diversi da quelli che eravamo quando siamo partiti.
Grazie Paolo per averci portati con te nel tuo hotel fatto di buona musica, sentimenti e calore umano, che spesso mancano nelle canzoni di oggi!
Egle Taccia
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