Riparte la ricerca dei nuovi talenti musicali! Stavolta sono rimasta in zona, infatti vi presento un cantautore catanese, Gill, al secolo Gianluca Gilletti, che è qui a presentarci il suo ultimo lavoro Chi ha ucciso Luigi Tenco? (Goodfellas/2014).
Come ti sei avvicinato alla musica?
In modo naturale ho capito di riuscire a scrivere canzoni con estrema spontaneità. In maniera quasi fisiologica. Ne ho scritte a centinaia e di tutti i tipi, sia d’amore che di odio, con un linguaggio ora semplice ora ermetico. Avevo 14 anni quando è iniziato questo percorso…
Sei anche sceneggiatore, quanto il teatro è presente nelle tue canzoni?
Scrivo di tutto. Ultimamente racconti. Prossimamente presenterò uno spettacolo a metà strada tra la canzone d’autore e il teatro dell’assurdo. Il titolo è Faf (fate attenzione fratelli).
Mi piace utilizzare l’approccio teatrale per veicolare messaggi sociali e politici.
Hai partecipato a molte manifestazioni e ricevuto numerosi riconoscimenti, qual è quello che ti è rimasto più impresso?
I premi non esistono. O meglio in Italia sono strutturati in maniera tale da non avere nulla di autentico e sincero. È stata una soddisfazione essere stati selezionati da Red Ronnie quest’ estate e aver suonato prima di Battiato al teatro Lucio Dalla di Milo, in onore di De Andre’.
Ci parli del tuo nuovo album Chi ha ucciso Luigi Tenco? In che senso è un semi-concept album?
La scelta del titolo è provocatoria e coraggiosa. Nel disco c’è una quarta di copertina (come nei libri) che cerca di spiegare la scelta del titolo:
“Non è più̀ tempo di poesia onesta o di Canzonieri,
La parola amor non può̀ più̀ fare rima con fior… (Ma con youporn)
Rasseganti
Tutto il resto è futuro…
I postumi saranno i primi!
Mica sono pazzo a ficcarmi una pallottola in testa così per niente!
Il mio è stato un gesto rivoluzionario, un messaggio artistico, un atto d’amore nei confronti della canzone.
Per esempio alla festa che organizzano ogni anno in mio onore (solo per via della suddetta pallottola) dovrebbe essere vietato l’ingresso ai signori discografici, almeno a quelli finti abbronzati o troppo tatuati.
Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà̀… per esempio…
In questa canzone…
quando dico:
“si lo che questa non è certo la vita che ho sognato un giorno per noi”, non sto rivolgendomi a nessuna donna gentile,
no!
vi ho ingannato tutti!
stupidi
sto parlando con lei:
la musica
ho sentito dire delle visualizzazioni e dei mi piace… ho visto anche Sanremo…
altro che pallottola in testa, fossi stato in te io oggi… avrei fatto una strage.”
E quindi…
La voglia di fare un disco perché́ non sai dove mettere tutte le canzoni che scrivi. La confusione di non sapere quale scegliere e quale tenere fuori…i ballottaggi.
Alcune scritte dieci anni fa, altre un giorno prima di registrare…la voglia, questa volta, di tenere un filo conduttore di coerenza artistica.
E’ un disco complesso, simile ad un enigma:
Chi ha ucciso Luigi Tenco?
potrebbe essere considerato come il primo atto di una Tragedia e non escludo che la Tragedia, un po’ più̀ in là, possa trasformarsi in Commedia. La scelta lampante è il “citazionismo”; cifra programmatica volta a evidenziare un contesto “storico-sociologico”, un po’ come si usa fare, durante le elaborazioni delle tesi di laurea o nei saggi di approfondimento (scorie universitarie, sono laureato in filologia moderna).
Piero Ciampi, Luigi Tenco, Giovanni Lindo Ferretti, Giacomo Leopardi, Cletto Arrighi, Stefano Benni… li considero tutti amici immaginari incontrati per caso, citati per caso. Una voce di uomo, e a volte, una di donna.
Il viaggio inizia con la solitudine, (cent’anni) che crea l’innamoramento, poi l’amore si consuma e si trasforma in lamento.
Questo lamento diventa universale e si affaccia sul mondo. Il piccolo mondo che hai davanti.
In questo senso vanno interpretate canzoni come La Trattativa, Ultima Repubblica, Gireremo L’Italia, della Scapigliatura e Visualizzazioni, che formano all’interno di questo disco un altro mini-concept a sé.
Come se fosse un doppio Concept album, una parte intima un’altra sociale…
Alla fine però, sono tutte canzoni d’amore. (Chi l’ha detto che l’amore è’ solo per le donne?).
Dentro ci sono la storia della mia vita e la storia del mio Paese. Io amo la mia vita e amerò̀ il mio Paese.
Che tipo di sonorità hai inserito nel disco?
Il sound è spartano, analogico, semplice ma variegato, vintage.
Alla chitarra l’unico superstite, il professor Turi Di Natale. Al basso, il polistrumentista, autore di molti arrangiamenti, Salvo Seminatore. Alla batteria il versatile e sensibile Salvo Privitera. Ai Cori e ai sinth umani la sperimentazione di Costanza Paternò.
Il contesto della pre-produzione è una cascina in campagna in zona “Madonna degli ammalati”, frazione di Misterbianco, in provincia di Catania.
In un mese di studi e di viaggi, col sole della primavera alle porte, abbiamo coordinato gli arrangiamenti, i colori e le idee e le abbiamo congiunte alle nostre percezioni individuali, nel modo più onesto possibile, in modo da mettere le interpretazioni del testo al servizio della musica e viceversa.
Registrazione: Il progetto è ambizioso, e non potrebbe essere altrimenti. Bisogna scegliere lo studio di registrazione. Si ascolta qualche disco, non troppi…
Alla fine leggiamo in una di quelle riviste inutili la classifica inutile dei migliori produttori artistici inutili del 2013…
In cima alla lista c’è scritto: Giacomo Fiorenza (già̀ produttore di Offlaga, Moltheni e Colapesce)… ma la cosa che più ci interessa è la strumentazione completamente analogica del suo studio: Alpha dept.
Arrivati a Bologna, siamo ospiti di una “comune” di musicisti siciliani che abitano in una villa con sala prove nella cantina… Anni ’70 insomma!
Dove potremo ascoltarti nei prossimi mesi?
C’è in programma un tour nazionale invernale. I prossimi live sono il 21 novembre ad Adrano (La locomotiva), il 28 nov a Catania (Gammazita) e il 6 dicembre All’ Opera Commons di ACI Bonaccorsi.
Ringraziamo Gill per questa chiacchierata!
Vi lascio col suo fantastico video!
Egle Taccia
Come ti sei avvicinato alla musica?
In modo naturale ho capito di riuscire a scrivere canzoni con estrema spontaneità. In maniera quasi fisiologica. Ne ho scritte a centinaia e di tutti i tipi, sia d’amore che di odio, con un linguaggio ora semplice ora ermetico. Avevo 14 anni quando è iniziato questo percorso…
Sei anche sceneggiatore, quanto il teatro è presente nelle tue canzoni?
Scrivo di tutto. Ultimamente racconti. Prossimamente presenterò uno spettacolo a metà strada tra la canzone d’autore e il teatro dell’assurdo. Il titolo è Faf (fate attenzione fratelli).
Mi piace utilizzare l’approccio teatrale per veicolare messaggi sociali e politici.
Hai partecipato a molte manifestazioni e ricevuto numerosi riconoscimenti, qual è quello che ti è rimasto più impresso?
I premi non esistono. O meglio in Italia sono strutturati in maniera tale da non avere nulla di autentico e sincero. È stata una soddisfazione essere stati selezionati da Red Ronnie quest’ estate e aver suonato prima di Battiato al teatro Lucio Dalla di Milo, in onore di De Andre’.
Ci parli del tuo nuovo album Chi ha ucciso Luigi Tenco? In che senso è un semi-concept album?
La scelta del titolo è provocatoria e coraggiosa. Nel disco c’è una quarta di copertina (come nei libri) che cerca di spiegare la scelta del titolo:
“Non è più̀ tempo di poesia onesta o di Canzonieri,
La parola amor non può̀ più̀ fare rima con fior… (Ma con youporn)
Rasseganti
Tutto il resto è futuro…
I postumi saranno i primi!
Mica sono pazzo a ficcarmi una pallottola in testa così per niente!
Il mio è stato un gesto rivoluzionario, un messaggio artistico, un atto d’amore nei confronti della canzone.
Per esempio alla festa che organizzano ogni anno in mio onore (solo per via della suddetta pallottola) dovrebbe essere vietato l’ingresso ai signori discografici, almeno a quelli finti abbronzati o troppo tatuati.
Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà̀… per esempio…
In questa canzone…
quando dico:
“si lo che questa non è certo la vita che ho sognato un giorno per noi”, non sto rivolgendomi a nessuna donna gentile,
no!
vi ho ingannato tutti!
stupidi
sto parlando con lei:
la musica
ho sentito dire delle visualizzazioni e dei mi piace… ho visto anche Sanremo…
altro che pallottola in testa, fossi stato in te io oggi… avrei fatto una strage.”
E quindi…
La voglia di fare un disco perché́ non sai dove mettere tutte le canzoni che scrivi. La confusione di non sapere quale scegliere e quale tenere fuori…i ballottaggi.
Alcune scritte dieci anni fa, altre un giorno prima di registrare…la voglia, questa volta, di tenere un filo conduttore di coerenza artistica.
E’ un disco complesso, simile ad un enigma:
Chi ha ucciso Luigi Tenco?
potrebbe essere considerato come il primo atto di una Tragedia e non escludo che la Tragedia, un po’ più̀ in là, possa trasformarsi in Commedia. La scelta lampante è il “citazionismo”; cifra programmatica volta a evidenziare un contesto “storico-sociologico”, un po’ come si usa fare, durante le elaborazioni delle tesi di laurea o nei saggi di approfondimento (scorie universitarie, sono laureato in filologia moderna).
Piero Ciampi, Luigi Tenco, Giovanni Lindo Ferretti, Giacomo Leopardi, Cletto Arrighi, Stefano Benni… li considero tutti amici immaginari incontrati per caso, citati per caso. Una voce di uomo, e a volte, una di donna.
Il viaggio inizia con la solitudine, (cent’anni) che crea l’innamoramento, poi l’amore si consuma e si trasforma in lamento.
Questo lamento diventa universale e si affaccia sul mondo. Il piccolo mondo che hai davanti.
In questo senso vanno interpretate canzoni come La Trattativa, Ultima Repubblica, Gireremo L’Italia, della Scapigliatura e Visualizzazioni, che formano all’interno di questo disco un altro mini-concept a sé.
Come se fosse un doppio Concept album, una parte intima un’altra sociale…
Alla fine però, sono tutte canzoni d’amore. (Chi l’ha detto che l’amore è’ solo per le donne?).
Dentro ci sono la storia della mia vita e la storia del mio Paese. Io amo la mia vita e amerò̀ il mio Paese.
Che tipo di sonorità hai inserito nel disco?
Il sound è spartano, analogico, semplice ma variegato, vintage.
Alla chitarra l’unico superstite, il professor Turi Di Natale. Al basso, il polistrumentista, autore di molti arrangiamenti, Salvo Seminatore. Alla batteria il versatile e sensibile Salvo Privitera. Ai Cori e ai sinth umani la sperimentazione di Costanza Paternò.
Il contesto della pre-produzione è una cascina in campagna in zona “Madonna degli ammalati”, frazione di Misterbianco, in provincia di Catania.
In un mese di studi e di viaggi, col sole della primavera alle porte, abbiamo coordinato gli arrangiamenti, i colori e le idee e le abbiamo congiunte alle nostre percezioni individuali, nel modo più onesto possibile, in modo da mettere le interpretazioni del testo al servizio della musica e viceversa.
Registrazione: Il progetto è ambizioso, e non potrebbe essere altrimenti. Bisogna scegliere lo studio di registrazione. Si ascolta qualche disco, non troppi…
Alla fine leggiamo in una di quelle riviste inutili la classifica inutile dei migliori produttori artistici inutili del 2013…
In cima alla lista c’è scritto: Giacomo Fiorenza (già̀ produttore di Offlaga, Moltheni e Colapesce)… ma la cosa che più ci interessa è la strumentazione completamente analogica del suo studio: Alpha dept.
Arrivati a Bologna, siamo ospiti di una “comune” di musicisti siciliani che abitano in una villa con sala prove nella cantina… Anni ’70 insomma!
Dove potremo ascoltarti nei prossimi mesi?
C’è in programma un tour nazionale invernale. I prossimi live sono il 21 novembre ad Adrano (La locomotiva), il 28 nov a Catania (Gammazita) e il 6 dicembre All’ Opera Commons di ACI Bonaccorsi.
Ringraziamo Gill per questa chiacchierata!
Vi lascio col suo fantastico video!
Egle Taccia