Ciao amici! Vi sono mancata in questi giorni? Pensavate che le nostre interviste agli artisti di Sanremo fossero finite? Invece ho un bel regalo per voi. Oggi infatti avremo con noi la splendida Andrea Mirò, che abbiamo di recente visto sul palco dell’Ariston come direttore d’orchestra (unica donna a dirigere) per Zibba e per i Perturbazione. Musicista e cantautrice, ci parlerà un po’ della sua carriera e del suo progetto in uscita.

Ecco a voi Andrea Mirò!
Parlaci un po’ dei tuoi inizi. Quando hai capito che la musica sarebbe diventata il tuo lavoro?
Non so esattamente quando ho capito che la musica sarebbe stata il mio lavoro, ma non mi ricordo altro come pensiero relativo ad un lavoro, sapevo che non mi sarei mai seduta dietro ad una scrivania, che avrei fatto qualcosa di creativo su un palcoscenico. Quindi mi è sembrato normale il primo approccio ad un microfono, a 5 anni, nell’ oratorio in cui ci esercitavamo un po’ tutti a suonare e a cantare. Da lì a capire che avrei voluto studiarla, la musica, il passo è stato breve. E anni dopo, partecipando a Castrocaro per scommessa – vincendolo – e a Sanremo 1987 ho accettato il fatto che potevo lavorare con la musica. Alcuni momenti sono stati difficili, senza una lira in tasca, ma questo è un mestiere ondivago da sempre e la voglia di continuare mi ha permesso di adeguarmi bene e d’imparare dagli artisti con cui ho collaborato da subito, nomi importanti come Mango, Finardi, Ruggeri, Ron, Vecchioni…

Enrico Ruggeri è stato presente in molte tappe importanti della tua carriera. Vi vedremo ancora lavorare insieme?

Enrico ed io abbiamo fatto l’ultima tournée nel 2003, dopo il Sanremo di Nessuno Tocchi Caino. Fondamentale è stato continuare il mio percorso slegata da accostamenti che potrebbero pesare come immagine al mio ruolo di artista solista, comunicando che le due carriere sono differenti e camminano separate. La collaborazione è sempre aperta, ma solo se necessaria, per il resto siamo due artisti con il loro repertorio e le strade ben distinte.
Cosa pensi dei brani che hai diretto a Sanremo?  
Due artisti molto differenti: Zibba nei giovani con una canzone d’autore elegante e di mestiere, d’altronde lui in realtà non ha bisogno di presentazioni, la sua carriera parla già per lui, con i “Tenco” vinti, le canzoni scritte per nomi importanti e le grandi collaborazioni, una performance impeccabile; Perturbazione nei big, che sono stati scoperti finalmente dal grosso pubblico, in gara con due pezzi belli e riassuntivi della loro cifra stilistica, che è totalmente indie nel suono ma dalla cantabilità che la maggior parte delle band indie non ha, la vera rivelazione al Festival di quest’anno.
Cosa hai provato a dirigere ancora una volta l’orchestra dell’Ariston?

Dirigere l’orchestra è sempre un grande impegno per il lavoro tecnico che si fa prima e per la ricerca di coesione sonora nell’ esecuzione live dopo, la tensione emotiva alta, un appuntamento che si danno tutti i media e che molti usano per fare critiche a volte fin troppo gratuite e per nulla costruttive. Tutti questi elementi mi servono per potermi mettere alla prova, per alzare sempre di più l’asticella, pormi un obiettivo lontano e far in modo di raggiungerlo, che è poi, secondo me, ciò che ogni artista dovrebbe fare per crescere.

Ti abbiamo vista con look strepitoso. Chi ha curato il tuo Hair styling?

Il mio look a Sanremo? Con Zibba vestivo Malloni, che è decisamente attuale, cool e molto nelle mie corde. Con Perturbazione mi sono assimilata al look della band, che aveva scelto per l’occasione Pignatelli e abiti da sera, molto divertente per una band indie e inaspettato , quindi di forte impatto scenico. Il verde sui capelli è il mio colore da 6 mesi a questa parte, me lo curo da me!

Tra le nuove proposte c’erano artisti eccezionali. Pensi che qualcuno di loro avrebbe meritato di più?

I giovani hanno performato live molto meglio di tanti big, molto decisi e diretti e con progetti già ben delineati (vedi Zibba). Mi sarebbe piaciuto veder anche Graziani in finale, perché se lo meritava tanto quanto gli altri.

Qual è, secondo te, la migliore canzone che è stata presentata quest’anno?

Ah! La canzone migliore decretata dalle giurie e dal televoto è quella di Arisa! Anche Cristiano De André aveva un pezzo fantastico… e poi i miei artisti avevano canzoni con musica e testo favolosi!

Raccontaci il tuo ultimo album: “Elettra e Calliope”

Elettra e Calliope è il mio ultimo lavoro da solista diviso in due parti: Elettra più rock diretto e di “pancia”, registrato come un live con la band. Calliope più sperimentale ed elettronico, di “testa”.

Due facce della stessa medaglia, due tipi di espressione che racchiudono il mio modo di fare canzoni, con testi che filmano storie di gente persa e alienata, di uomini controcorrente e di amori contorti e dolorosi, piccole istantanee della condizione sociale che stiamo vivendo, ovviamente attraverso la mia lente ed i miei occhi, una miscela di chiaroscuri (di cui io prediligo sicuramente gli scuri!) musicali, dove la parte ritmica mi galvanizza molto.

Dove ti potremo ascoltare prossimamente?

Prossime tappe sono legate all’uscita in questi giorni di un disco che ho realizzato con Alberto Patrucco, dal titolo SEGNI (e) PARTICOLARI, 13 traduzioni dal francese di George Brassens, il padre putativo di tutte le generazioni di cantautori che conosciamo dagli anni 60 in avanti: non è un omaggio, gli omaggi sanno quasi sempre di stantìo, è la proposta all’ascolto di musica che parla un linguaggio perfettamente attuale nei contenuti e dalla forma poetica talmente alta da sembrar irraggiungibile, ma dai risvolti ironici e dissacranti che solo Brassens, grande anarchico vero, ha mostrato prima di tutti. Tutto ciò in funzione di una serie di live che ci vedranno sul palco alternati o assieme , una musicista e cantautrice prestata al teatro ed un comico e attore prestato alla musica… si ride molto, ve lo anticipo!

Speriamo che porti il suo spettacolo anche dalle nostre parti!

Ringraziando Andrea Mirò, vi do appuntamento qui sul blog per un’altra bella chiacchierata musicale!

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