Ciao a tutti!

Oggi ho deciso di portarvi nella vecchia New Orleans degli anni ’20! Vi piace l’idea?

Ho da poco incontrato per voi un gruppo di sei musicisti, che stanno facendo girare la testa alle nostre serate catanesi! Di chi parlo? Ma della Tinto Brass Street Band ovviamente! La band nasce a Ragusa, ma presto si fa conoscere in giro per l’Europa. Si ispirano al jazz in stile New Orleans e ai grandi maestri del cinema italiano e si definiscono come “un progetto musicale volto a fare incontrare Eros e Thanatos, Sodoma e Gomorra, Scilla e Cariddi, Al Bano e Romina…”

La band è formata da Louis Savasta (trumpet, lead Vocal), Sylvester Gardenzio Dipasquale (trombone), Morris Camillieri (tuba), Tumazzo (tamburo), Henry Abraham Giurdanella (banjo) e Don Colfit IV (grancassa).

Adesso bando alle ciance e vediamo cosa ci hanno raccontato!!!

Come nasce la Tinto Brass Street Band?

La Tinto Brass Street Band nasce in una calda serata del giugno del 2011. In un’ora abbiamo messo su tre classici della New Orleans anni ’20…e pochi minuti dopo ci trovavamo già a suonarli per le stradine di Ragusa Ibla! La dimensione “di strada” ci ha subito attratto come una calamita.

Chi vi ha ispirati?

Più che ad un artista, abbiamo scelto di ispirarci ad un immaginario, quello dell’America degli anni ’20. L’America e la New Orleans degli albori del jazz che con le sue bande  faceva marciare in blues persino i funerali!

Come si accostano gli ottoni fumanti della vecchia New Orleans con le luci rosse dei grandi maestri del cinema italiano?

In fin dei conti si basa tutto su di un semplice gioco di parole: in inglese il termine “Brass” indica i gruppi di strumenti in ottone e da qui molti gruppi hanno usato questo suffisso nella loro denominazione (es: Canadian Brass, German Brass, Excelsior Brass). La prima assonanza che ci è venuta in mente è stata quella con il “Maestro” Tinto Brass…e poi in fondo è anche un nome difficile da dimenticare!

Parlateci del vostro ultimo cd: “Monella”

Non è stato facile strappare la Tinto Brass Street Band alla strada! Ci siamo chiusi per un mese in studio e, grazie alla complicità del nostro amico/fonico/produttore Lorenzo Manganaro, abbiamo partorito “Monella”. Abbiamo pescato in un repertorio vecchio di quasi cent’anni. La difficoltà maggiore risiedeva nel fatto che non era facile reperire modelli di riferimento a livello di incisione discografica. Ci siamo quindi affidati al nostro istinto e  alla nostra immaginazione per ricreare anche in studio quel mood tipicamente “sporco”  che potevi trovare solo nei vecchi vinili.

Quali sono state le più importanti collaborazioni della vostra carriera?

Abbiamo avuto fin qui la fortuna di suonare fianco a fianco o condividere il palco con grandi musicisti quali Francesco Cafiso, Ray Mantilla, Baba Sissoko, Delores Scott, Officina Zoé… Abbiamo inoltre preso parte ad alcuni interessantissimi progetti discografici come il caso della canzone “Pupazzo di Ruggine” di Soulcé & Teddy Nuvolari nell’album “Sinfobie” (Soulville-2012) e nella recentissima “Io non mi abbatto perché non sono un albero” della cantautrice Cassandra Raffaele nel disco “La Valigia con le scarpe” (Leave-Universal, 2014) in uscita in questi giorni.

Che progetti ha la Tinto Brass Street Band nel prossimo futuro?

Le cose fin qui si sono evolute in maniera totalmente spontanea, a tratti magica. Continuiamo a vivere questa esperienza senza fare progetti. Di sicuro presto torneremo in studio per un nuovo disco dalle sonorità sempre antiche ma più europee…e in tutto ciò continuiamo a coltivare il sogno di poter calpestare in marcia le strade di New Orleans!

Ci raccontate un aneddoto o qualcosa di curioso che vi è capitato durante le vostre esibizioni?

Ci sarebbero una marea di aneddoti. Ci siamo ritrovati a suonare nelle situazioni più “inusuali” possibili, dai grandi palchi fino alle campagne dove abbiamo accompagnato le “pestate” di uva per la vendemmia. Un aneddoto lo ricordiamo con particolare emozione: stavamo suonando per strada a Vittoria (RG), un gruppetto di persone assisteva divertito alla nostra esibizione…d’un tratto abbiamo visto una sagoma che si avvicinava nel buio di corsa con qualcosa di luccicante in mano, si è accostato a noi e ha cominciato a suonare il suo sax. Solo dopo qualche secondo ci siamo accorti che era Francesco Cafiso (con cui in seguito abbiamo nuovamente collaborato). Un onore per noi suonare fianco a fianco con uno dei maggiori talenti del jazz internazionale…e un piacere vederlo abbandonarsi alla nostra “giostra” che continuiamo con piacere a portare in giro per l’Italia!

Salutiamo con tanto affetto i nostri Tinti  e noi ci rivediamo presto sul blog!

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