Opera mozartiana diretta dal maestro Fabrizio Bugani con la regia di Marcello Ancellotti; voci della scuola imolese di canto Lyrique di Giuseppina Brienza.
Il genio della creazione diventa arte sublime e piacevolezza d’ascolto quando un’opera si tinge contemporaneamente di distinte forme espressive come il canto, la recitazione e la musica.
Soluzioni artistiche variegate, coordinate dalla maestria di un regista che è architetto indiscusso dell’intera rappresentazione, si fondono in un unico tralcio musicale, in cui la fantasia di una storia del passato si perde in una soluzione unica fatta di suoni, colori e fantasiosi movimenti licenziosi.
E’ il caso di “Bastiano e Bastiana”, opera in atto unico, recentemente eseguita a Venezia e frutto della giovanile penna di Wolfgang Amadeus Mozart.
Nelle “città eterna”, l’opera del giovane prodigio, ha trovato accoglimento nelle splendide sale dello storico Conservatorio “Benedetto Marcello” – sede per l’anteprima generale – e del prestigioso Museo “Ca’ Rezzonico” – location prescelta per il debutto da prima serata.
L’idea di rappresentare l’opera “Bastien und Bastienne” – primo singspiel in tedesco su libretto di Friedrich Wilhelm Weiskem, Andreas Schachtner, Johann H. f. Mueller, tratto da Les amours de Bastien et Bastienne di Marie-Justine-Benoite Favart con tema risalente a “Le divin du village” di Jean Jacques Rousseau – è nata da un ambizioso e riuscitissimo progetto educativo, “Il bello e la musica”, indirizzato alle scuole primarie veneziane e finalizzato alla diffusione dell’opera nel difficile mondo dei bambini.
Il lavoro è stato coordinato dal regista e coreografo fiorentino Marcello Ancellotti con l’indispensabile supporto del direttore d’orchestra bolognese Fabrizio Bugani, che vanta collaborazioni con Alberto Sordi, Paolo Piccioni, Carlo Verdone e Pino Caruso, il quale ha magistralmente condotto l’esecuzione dell’ orchestra da Camera di Venezia, composta dal quartetto d’archi, una coppia di oboi e di corni.
Componimento leggero e brillante, l’opera “Bastiano e Bastiana” racconta un amore settecentesco tra un contadinotto e una pastorella, tutto “fanciullesco” come d’uso al tempo non scevro da intoppi e colpi di scena. In questo amore travagliato si inserisce il personaggio Colas che unisce i due protagonisti servendosi dell’arte magica fungendo da catalizzatore da una parte ma anche da seduttore perverso dall’altra.
Ai personaggi tradizionali dell’opera si aggiungono due fatine, rappresentate da Ilaria Minarini e Margherita Orsi, che cercano attraverso i dispetti, di distogliere Colas dalla tentazione per Bastiana. E le fatine appartengono alla fantasia di Marcello Ancellotti, navigato regista, figlio e nipote d’arte, alle quali quest’ultimo assegna il ruolo della “coscienza”.
Qui il regista si ispira ad una dimensione fatta di colore e di contenuto attraverso cui denuncia il tema della pedofilia realizzando un contrasto speculativo ora una dicotomia tra il bene e il male.
Da una parte c’è Colas, mago, “Deus ex Machina” ma anche orco pedofilo, e dall’altra le fatine, dispettose “animelle ” che frenano la bramosia sensuale del mago nei confronti della piccola Bastiana.
Una classicità strutturale “edulcorata” e reinterpretata dalla regia di Ancellotti, seguendo una realizzazione scenica semplice e minimalista ma pur sempre contestualizzata all’epoca storica di riferimento.
Niente parrucche infatti, ma abiti tipici del settecento, “Perché– ci dice il regista- ciò che conta è la forza dell’azione scenica”; forza che, mediante il simbolismo e le immagini prende corpo attraverso anche l’interpretazione dei tre protagonisti:
Silvia De Santis, soprano lirico leggero esprime la dolcezza e la duttilità di una voce naturale e ricca di estensione vocale. Nella scena è Bastiana, personaggio che non le somiglia molto nella vita reale perché contrariamente Silvia non è una fanciulla indecisa, capricciosa come la protagonista dell’opera. Di contro è fattiva al punto da aver fondato una band che si chiama “New classics” componendo persino brani musicali propri.
Livio Nappo è Bastiano, tenore lirico leggero, fiorentino di origine napoletana che canta con tono corposo e pulito. Un modo fiero di interpretare il Bastiano seguendo la caratteristica del canto romanticamente modulato e in tal caso elegante e brioso. Se non altro nel ruolo di “Bastiano attore”, esprime una gestualità naturale e coerente che caratterizza il contadinotto settecentesco. Infatti sin dal suo esordio nell’ottava aria fa capolino in forma brillante e quasi rotolando sulla scena dà l’immagine di un protagonista tanto buffo e sempliciotto quanto furbo, scaltro e innamorato della sua Bastiana.
La cuspide lirica si perfeziona grazie alla presenza della voce baritonale di Paolo Ingrasciotta. Allievo di Giuseppina Brienza, come anche Silvia De Santis, canta seguendo uno stile vocale dominante, ben impostato ed equilibrato.
Il canto di Ingrasciotta catalizza l’intera storia. Il baritono coinvolge, attira a sé con la sua perfomance recitativa sovrastante persino i bimbi che impressionati dall’enorme mantello rosso di Colas, si uniscono al suo canto bisbigliando le formule magiche “Diggi, daggi, schurry e murry”.
Qui l’ “andante maestoso” accompagna la magia mozartiana fino alla realizzazione dell’incanto finale, l’amore eterno tra Bastiano e Bastiana.
Ammirevole il lavoro didattico della maestra di canto Giuseppina Brienza che oltre ad aver preparato le voci, ha coordinato la collaborazione tra gli Istituti comprensivi di Venezia, l’Offerta formativa Musicale e la Scuola Musicale di Canto Liryque di Imola.
Delizia senza frontiera, il richiamo della passione infantile, quello tra Bastiano e Bastiana infine, diventa evoluzione plastica musicale attraverso cui si scioglie il respiro eterno dell’amore.
Qui il piano dell’arte, evolversi sublime di maestria non ha più tempo, se pur costellato da ritmi precisi e scanditi. Mozart, genio prodigio e portatore del sentimento “esoterico” musicale favorisce l’attesa per la fine di uno spettacolo che lascia spazio solo alla fama dei cantanti, al loro debutto e agli autografi per i “teneri e magici” spettatori bambini.