Il 2 Agosto, nella sede estiva del Retronouveau, è tornato ad esibirsi dopo ben 9 anni di assenza dalla sua Messina, Cappadonia, artista che in passato ha fatto parte de Gli Avvoltoi e dei Sick Tamburo e che adesso sta portando avanti la sua nuova avventura solista, il cui album d’esordio “Orecchie Da Elefante”, è un concentrato di suoni britannici e folk americano.
In questo tour è accompagnato da Gianluca Bartolo de Il Pan del Diavolo e da Luca Macaluso “El Pannocchia”. Tre chitarre con suoni e stili diversi, tre generi che si incontrano per un live carico di emozioni, che viene introdotto da “Rimane da fare” per poi sciogliersi in quel brano che parla di due amanti che si dicono addio su un languido “Goodbye”.  Un concerto in cui da un lato c’è il palco, la musica, le emozioni e dall’altro lo stretto, il mare, le luci della Calabria e le navi che si avvicendano.
“Nelle situazioni peggiori” precede il brano che parla del vivere leggeri, “Mani di velluto”. Cappadonia interagisce varie volte col pubblico, presentando i brani, raccontandosi e raccontando le sue emozioni. Introducendo “Direzione opposta” ci spiega che a volte serve un naufragio per arrivare alla spiaggia giusta, mentre “Lontano” è nata dopo un viaggio rocambolesco con Il Pan Del Diavolo, in cui hanno trovato ogni tipo di avversità meteorologica, a tal punto da volersi trovare lontani da dove si è. Il brano è stato scritto insieme ad Alessandro Alosi del Pan del Diavolo, produttore artistico del disco.
Arriva il momento della title track, “Orecchie da Elefante”, ma prima Ugo Cappadonia ci spiega quanto sia importante liberarsi dai pesi, perchè in fondo portare pesi non fa bene a nessuno. Prima di possedere qualcosa, ci invita a domandarci se ne abbiamo davvero bisogno.
Poco prima di concludere il live mostra tutta la sua emozione di suonare nella propria città, dicendoci quanto sia bello suonare guardando il pubblico, i cui visi sono familiari, e lo stretto alle nostre spalle.
Ci saluta con il pezzo che parla di tutti coloro che lavorano nella musica, sono sempre in viaggio e corrono da un posto all’altro senza mai fermarsi veramente: “Noi Corriamo”. Poi stacca la sua chitarra dalle spie e scende tra il pubblico, cantandoci una versione acustica di “Ventisei”.
Il live finisce così, mentre noi ci rituffiamo nella bellezza della versione estiva del Retronouveau, locale sempre attentissimo nello scovare tutte le novità che la musica ci propone.
Egle Taccia
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