Ho incontrato Giorgio Danke per parlare del suo debutto da solista, con l’album “Caldo Invernale” e del sul ultimo singolo, “La Volpe e la Gallina”, da cui è stato estratto un video che affronta il tema della diversità, interpretandolo in modo molto originale. In questa chiacchierata abbiamo anche affrontato il tema del crowdfunding, volto a finanziare nuova musica e delle difficoltà che gli artisti incontrano per riuscire ad emergere.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera solista dopo avere fatto parte di una  band, i Fraulein Rottenmeier?
Fare parte di una band ha significato avere la possibilità di crescere. I Rottenmeier erano letteralmente quel tipo di band che ti accompagna da una situazione di totale incoscienza postadolescenziale alla consapevolezza artistica. Quando abbiamo iniziato il nostro percorso nessuno di noi aveva esperienze rilevanti, inizialmente si trattava quasi di un gioco. Poi abbiamo iniziato a credere di valere qualcosa, abbiamo lavorato tanto, scritto tante cose (a volte anche molto estreme), fatto tanta strada insieme. I motivi per cui ad un certo punto le cose iniziano a cambiare sono tanti in qualunque tipo di relazione. Io avevo voglia di mettermi in gioco su un piano più personale e adulto. Avevo una mia visione e non volevo forzare la band a seguirla. Ma voglio approfittare di questa domanda per sottolineare la mia riconoscenza nei confronti dell’intera esperienza Fraulein Rottenmeier, che per me è stata un indescrivibile calcio nel culo per iniziare ad esistere come cantante e autore.
Dove trovi il tuo “Caldo Invernale”? Qual è la coperta ideale di questi nuovi brani?
Non voglio sembrare scontato, ma il mio caldo invernale si trova tra le mura di casa. E’ in quell’equilibrio di luoghi e persone che mi fa sentire bene. Quando ho cercato un titolo da dare al disco ho pensato che il comune denominatore dei pezzi fosse l’essere rivolti principalmente alla sfera interiore dell’essere umano, anziché riguardare l’aspetto sociale come la maggior parte dei pezzi scritti per i Fraulein. Quindi ho pensato al calore di un corpo vivo che contrasta il freddo e inospitale mondo. Detta così suona più drammatica di quello che è in realtà, ma quando ho visto l’opera di Chris Lodge che ho poi messo in copertina mi sono detto: ecco il concetto. La forza di quel piccolo pettirosso che se ne sta su un ramo spoglio, con i suoi colori sfacciati che contrastano l’inverno, è commovente.
Quali temi affronti nell’album?
C’è tanto amore nell’album. Un tipo di amore eroico, che fa da scudo, che porta in mondi migliori, che salva dagli ingorghi cittadini, che scatta da un bacio dato all’ improvviso in un supermercato e ha la forza di imporsi su tutto e tutti, anche quando la società vi si oppone. Oltre all’ amore c’è anche un percorso più autoreferenziale in Caldo Invernale, che riguarda il cambiamento, la crescita e il coraggio di mostrarsi per quello che si è, senza maschere.
Puoi raccontarci a chi hai dedicato “Albarosa”?
Da tanto tempo avevo in progetto di dedicare un brano ad Arisa. Di lei amo la misura dell’interpretazione e l’accortezza nello scegliere il repertorio. In particolare ammiro molto i brani di Giuseppe Anastasi, che considero autore geniale e che per Rosalba ha scritto veri capolavori. Volevo un brano pop spensierato e d’altri tempi, alla “Mi sono innamorato di Marina, una ragazza mora e assai carina…”. Nel testo ci sono io che ho una romantica cotta per questa ragazza dalla voce elegante e sensuale e la cerco tra le radio con in testa un motivetto che non se ne va mai.
Il disco nasce grazie a una campagna di crowdfunding. Quanto è importante Music Raiser per sostenere la musica e cosa vorresti dire a chi ti ha aiutato a realizzare il progetto?
Rispondere a questa domanda non è facilissimo, perché dopo aver scelto la strada del crowdfunding mi sono reso conto di quanto fosse un’arma a doppio taglio. Non tutti apprezzano questa scelta, che viene spesso scambiata per una colletta caritatevole nei confronti di un’arte, e quindi non di sicuro meritevole come donare soldi a chi ha veramente bisogno. Ho riflettuto molto a riguardo e devo dire che continuo a trovare infondate le critiche. Con Music Raiser si raccolgono fondi attraverso uno scambio di materiale, che di base le persone acquistano prima del tempo dandoti fiducia. Se avessi un negozio di jeans non mi sentirei un ladro dopo averne venduto un paio. Un musicista vende musica, nella forma di cd o mp3 o concerti, ecc. I siti di crowdfunding hanno semplicemente intuito la potenzialità della prevendita e organizzato piattaforme per dare credibilità e sicurezza alle transazioni. Io con Music Raiser ho coperto solo una piccola parte del processo che ha portato all’album, ma mi piace pensare che questa parte appartenga tanto a me quanto alle persone che hanno contribuito, alle quali non posso che dire grazie. Questa compartecipazione permette di creare dei legami più forti con il pubblico, e credo che questo sia l’aspetto migliore dell’esperienza.
Quando potremo ascoltarti in tour?
Dovrei iniziare a suonare in giro per l’Italia presto. Aspetto impaziente. Nell’attesa sono felicissimo di aver pubblicato il video de “La volpe e la gallina”, che è il brano a cui tengo di più nel disco. Ho voluto dirigere il video io stesso (insieme a Oriella Minutola) perché avevo una visione molto precisa di come trattare il tema della discriminazione. Non possiamo dire di vivere in un Paese civile fino a quando certi gretti meccanismi mentali non saranno scardinati dalla nostra quotidianità, ma non volevo creare un video polemico. Solo una celebrazione dell’amore che non ha forma, né colore, né religione. Dire che l’amore ha diritto di esistere in ogni sua manifestazione è perfino riduttivo. L’amore deve esistere, è necessario, ma soprattutto è inevitabile. Quello che porterò sui palchi sarà divertente ed emozionante. Sono questi i valori che mi stanno più a cuore in questo momento.
Egle Taccia
 

 
 
 
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